venerdì 7 febbraio 2014
Le mie olimpiadi #itsohsoquiet
Stanno per cominciare, cominceranno o sono appena cominciate le Olimpiadi, così mi dicono.
Importante, lo sport, intendiamoci. La fatica fisica nobilita l'uomo, che tanto di lavoro ultimamente ce n'è poco. Però. però. però. Devo confessarvelo.
Sinceramente delle Olimpiadi degli altri non me ne importa niente, che già ho le mie da fare. E sono anche piuttosto faticose.
Negli ultimi anni mi sono allenata con costanza e disperazione nelle seguenti discipline:
- Corsa a ostacoli/ chilometro lanciato, laddove gli ostacoli possono essere di natura materiale (bambole, borse, lego, sedie piazzate trasversalmente a formare un igloo, matite e pennarelli sui quali è facilissimo sdrucciolare via e quasi impossibile mantenere l'equilibrio) o di natura metafisica (compiti da fare, tossi da guarire, ore di sonno da recuperare, paure da sedare, ansie da controllare, capricci da contenere, lacrime da condividere, tempo di cui riappropriarsi).
- Lancio (con rabbia) del peso, ovvero di qualsiasi oggetto materiale sopra citato che non abbia ritrovato la propria collocazione originaria entro il trentesimo sollecito. Precisa come un cecchino.
- Discesa libera bendata con le mani legate. Ogni mattina, dopo il caffè, sulla strada che porta a scuola, nel tentativo di arrivare puntuali. Mi piazzo sempre nelle ultime posizioni, ma il coraggio non mi manca.
- Nuoto (stile libero dorso delfino, fate voi), nel tentativo di uscire di casa e raggiungere la macchina. Rendimento discontinuo, a volte il fatto di aver mangiato metà torta a colazione non aiuta.
- Pattinaggio di figura, nel momento in cui rimango da sola con me stessa per più di dieci minuti di fila. Virtuosismi tecnici e complesse geometrie mi riescono meglio se ho bevuto un bicchiere di vino a pranzo. Da podio.
- Sci di fondo. Soddisfazione poca, una fatica bestiale, masochismo alle stelle. Praticamente, il mio lavoro. Lo pratico ogni giorno con risultati sempre più scadenti.
Anche per oggi l'allenamento è finito.
Ma sono quasi sicura che nessuno mi darà una medaglia.
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