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venerdì 30 settembre 2011

Dato che i REM si sono sciolti a quanto vendete i vostri ricordi?


I Rem si sono sciolti. Lo sanno tuti, ormai. Sono stati scritti fiumi di parole, litri di post, agiografie 2.0, sono stati aperti album dei ricordi dello spessore di rammenti quella volta in, cui mentre facevamo la ceretta, in sottofondo passavano Man on the moon?

giovedì 29 settembre 2011

Ho visto un posto


Ho visto un posto dove probabilmente non entrerò mai. Ho visto un posto che risveglia in me ricordi non miei, sapori di un'altra epoca, l'eleganza di un altro luogo. Si tratta dell'albergo londinese St. Pancras Renaissance come ce lo presenta Sir Paul Smith nel numero di settembre di GCasa.
Partiamo dai mattoni rossi, così tipicamente vittoriani, arriviamo all'ampia scala con balaustra in ferro battuto, sulla quale mi pare quasi di vedere Mr. Oscar Wilde circondato da un capannello di leccapiedi, prima di cadere in disgrazia. E non parliamo di quelle finestre altissime che fanno tanto Inghilterra, quella ricca, nobile o borghese, che permea le giornate di Hercule Poirot.

Fenomenologia dei mostri



Da piccola non ero un'amante dei mostri, anzi ne avevo un discreto terrore. La mia camera di notte pullulava di orrende presenze che mi facevano l'occhiolino dall'armadio, dai cassetti, da sotto il letto. Io non ho mai avuto il coraggio di alzarmi per andare ad aprire uno di quei cassetti, ho sempre preferito che se ne rimanessero chiusi lì dentro, dove erano innocui se non decidevano di attaccare all'improvviso. Mi limitavo a seppellirmi sotto le coperte e a strizzare gli occhi, sperando di abbracciare la notte il più in fretta possibile.

mercoledì 28 settembre 2011

L'albero generoso




 Ieri, 27 settembre, si celebrava l'Earth Overshoot Day, il giorno in cui la Terra ha esaurito le sue risorse, il giorno dal quale il nostro conto con la Madre Terra è tragicamente e ineluttabilmente in rosso. Questo significa che oggi, 28 settembre, stiamo già usufruendo delle risorse destinate al 2012.

Nel 1964 Shel Silverstein, poeta, musicista, autore  per Mick Jagger e della colonna sonora di quello strepitoso film generazionale che fu Thelma e Louise, ma anche vignettista per Playboy, anticonformista, mina vagante, detonatore di bombe esplose sul grande sogno americano, scrisse The Giving Tree. Tradotto negli anni successivi in più di 30 lingue (in Italia è uscito nel 2007 col titolo L'albero per Salani), questa favola adulta racconta del rapporto dell'uomo con la Terra, del dare e del ricevere, dell'usare e dell'essere usati. Oggi questo tema è più che mai attuale.



Nel 1973 Silverstein dalla sua storia e dalle sue illustrazioni ha tratto un cortometraggio animato di dieci minuti, di cui è la voce narrante e anche l'armonica a fiato di sottofondo.
Io l'ho scoperto qui.
Ve lo ripropongo oggi, il giorno seguente all'Earth Overshoot Day, così asciutto, senza altre parole se non quelle dell'autore stesso.

Bilingue manco per sbaglio?


Ora, avrete capito che sono fissata con l'inglese, Londra e l'Inghilterra tutta, così, quando ho visto questa fantastica cartina della città a misura di bambino mi sono illuminata e ci è mancato poco che cliccassi per comprarla, visto che ha un costo che mi posso permettere (anche se in realtà non mi sono informata sulle spese di spedizione). Però la faccia mi è caduta nel momento in cui una vocina piccola piccola dentro di me ha insinuato un dubbio. "Sei sicura" ha iniziato in tono stridulo e nasale, "che con questa tua mania non allontanerai la Pupa per sempre dalla tua amata terra/lingua/etc?" Che domande! Certo che non sono sicura, dato che quando inizio a parlarle in inglese (numeri a parte, quelli le piacciono) mi guarda stranita e mi dice "no, no, no."

Smile therapy


martedì 27 settembre 2011

Tracce nel tempo

Che sensazione deva fare sapere di aver marchiato un tempo, un'era? o anche più d'una? Chiedetelo a Kenneth Grange.

Te lo do io lo street style!

Ormai chi mi conosce lo sa. Nutro una passione demenziale per gli accessori. Quelli strani, esagerati, quelli che non vedresti mai indosso a una modella durante la fescionuìc, ma che invece vedi per le strade, indosso alla gente, che quasi ti vien voglia di fermarla e dirle, scusa ma dove hai trovato questo incredibile cappello a forma di rana?
Bene, da ieri ho scoperto che c'è chi lo fa per me. Su Madmoizelle ho trovato una sezione dedicata interamente allo street style.
Ho scelto per voi gli outfit che più mi rappresentano, non necessariamente bizzarri, ma con quel tocco grunge che mi fa sentire subito a Seattle.
E' quindi con immenso piacere che vi presento le ragazze:

La dolce Léonie: porterei il suo cappello 365 giorni all'anno anche con trenta gradi, e gli anelli, bè, ditemi che non vi piacciono questi anelli e vi tolgo il saluto!.


Garrotta (o garrota)

DefinizioneAntico strumento di esecuzione capitale, in cui il condannato veniva strozzato da un cerchio di ferro


Applicazione: non sono una fine analizzatrice di situazioni politico-economico-sociali, ma non avete la vaga sensazione anche voi, passeggiando per strada, guardando le facce di amici e colleghi o anche solo standovene per ore e ore davanti a un computer, che questo paese lo stiano uccidendo con una garrotta intorno alla gola? Sì, perché non sanno proporre nulla di più moderno nemmeno per farla finita.

Le tourbillon de la vie


Soundtrack: Le tourbillon de la vie - Jeanne Moreau

- Mamma, da grande dovrò avere un fidanzato?
- No nana non è obbligatorio averne uno. Se trovi qualcuno che ti piace veramente allora può diventare il tuo fidanzato, ma credimi è un'impresa.
- Tanto io ce l'ho già il fidanzato.
- ????
- Sì, è Michael, lo conosco da quando sono nata. Così da grande non dovrò fare nemmeno fatica.

Cose da momcamp

lunedì 26 settembre 2011

Sono solo scema


Lo ammetto qui, pubblicamente, ho un problema di orologi. Da quando mia figlia me lo ha fracassato a terra per gioco, non ho più sostituito l'orologio da polso (no, non quello inondato d'acqua, un altro) e mi affido a tutti quelli luminosi che affollano la casa. Quando, però, lascio la sicurezza domestica, il problema diventa consistente, soprattutto se si è una sfigata pendolare come me.
Questa mattina ho dovuto accompagnare la pupa al nido all by myself, quindi mi cronometro con l'orologio della macchina, che so essere avanti di qualche minuto.  Generalmente adoro l'incertezza della parola "qualche". Be', non oggi. Quantifico qualche in dieci minuti, così a occhio. Arrivo al nido più o meno al solito orario (lo so perché spio gli orologi delle classi).

Tipico di noi


Eccoci di ritorno dal nostro primo MomCamp.
A nostra discolpa c'è da dire appunto che era il primo, che non sapevamo assolutamente come funzionasse e che siamo portate per le pubbliche relazioni più o meno quanto Marilyn Manson.
Detto questo, devo fare un paio di precisazioni. Intanto ci aspettavamo una situazione un po' meno strutturata o, per usare una terminologia montessoriana, un approccio meno frontale e più partecipativo. Forse credevo di arrivare in un campus freak, una sorta di Woodstock delle mamme, ma questo è un problema mio, ci sono abituata, ovunque mi giri intravedo potenziali comunità hippie. Quello che mi è mancato è stata la condivisione, e non la condivisione di informazioni, che di quelle ne abbiamo avute e anche molto interessanti, ma la condivisione emotiva, la trasmissione di esperienze a tu per tu. Per chi come noi era alla sua prima volta, con un blog nato da poco, era difficile conoscere e riconoscere le persone con cui ogni giorno entra in contatto sulla rete, a meno di non cominciare a fissare ostentatamente i cartellini come delle stalker seriali per decifrare identità e appartenenza di una/un blogger.
Questa è la premessa.
La realtà dei fatti è invece questa: ci sono delle cose che succedono solo a noi, delle cose che facciamo solo noi, uno stile che ci contraddistingue, un marchio di fabbrica che ci segue ovunque e non ci molla nemmeno nelle occasioni importanti.
Ed ecco alcuni esempi di ciò che è tipico di noi:

Gente da momcamp


sabato 24 settembre 2011

George Plemper, il fotografo scoperto da Flickr

Ha cominciato a insegnare a Londra alla fine degli anni Settanta, perché dice "in quel periodo si reclutavano insegnanti per educare alla democrazia, e io sentivo che avrei potuto fare qualcosa per cambiare le cose". Ma George Plemper non è stato un insegnante qualsiasi, anzi è stato un insegnante di chimica piuttosto scarso. A un certo punto si accorse che riusciva a farsi capire meglio mostrando ai suoi alunni delle fotografie. E loro sembravano apprezzare. Da quel momento ha preso in mano la macchina fotografica e ha cominciato a scattare "per capire chi ero, per provare a me stesso che ero vivo, perché una nuova, migliore era stava cominciando". Nei due anni passati a insegnare alla Riverside School a Thamesmead, ha catturato lo spirito di una generazione, quella dei figli della classe operaia a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta. Con la sua macchina fotografica in mano, lui chiedeva semplicemente ai suoi studenti: Posso farti una foto?
Quegli scatti sono rimasti chiusi in una valigia per trent'anni. Nel frattempo Plemper ha lasciato il lavoro di insegnante e ha accantonato le velleità artistiche insieme alla sua voglia di cambiare il mondo. Erano arrivati altri tempi. Altre ambizioni. Altre priorità.
Solo con l'avvento di Flickr Plemper si è deciso a mettere on-line il suo lavoro. E da lì è partito tutto. Un articolo del Guardian nel 2008 e il suo profilo, che vanta un nickname degno di un rapper, Mak'm, ha ricevuto più di 330.00 visite.
Io l'ho scoperto grazie al blog di MissMoss, su cui mi riprometto di tornare prestissimo, e ho ricostruito brevemente la sua storia.
Ma la storia non vale nulla senza le immagini. E le immagini parlano una lingua sottile e malinconica, fatta di speranza e riscatto, istantanee di un'epoca irripetibile.

“This is one of my favourite portraits,” says Plemper on his Flickr page. “It is also my one claim to fame. I sold it back in 1979 to the V&A Museum, London as part of a charity auction. Sold for £11. Well, back in those days £11 was a lot of money!”

Metti una giornata al MomCamp

E oggi tutte al MomCamp insieme ar mejio der mejio del MomBloggin'!

La mise sarà comoda ma non trasandata (si spera), arricchita da accessori giocosi ed enormi che varranno come segno di riconoscimento.

Ho la sensazione che lunedì avremo nuove storie da raccontarvi!

venerdì 23 settembre 2011

La magia


Ho perso la mia magia
Voglio ritrovarla
senza per questo doverla
cercare negli antri oscuri
del demone che mi possiede
voglio evitare quelle fauci
ancora una volta
voglio cadere nell'oblio
tra visi che non esistono più
mi sorridono
sconsolati
ironici
malinconici
reietti 

Il cuore in mano


Ecco, è ora di fare la nanna,
me lo ripete ancora la mamma.
Ma io non voglio andare nel letto
"Sto giocando, mamma" le ho detto.
Non me la sento di chiudere gli occhi
e lasciare qui i miei balocchi.
Dai mamma, papà, stiamo un po' insieme
giochiamo ai pirati e alle sirene.

giovedì 22 settembre 2011

Land Grabbing

Definizione: tecnicamente significa “appropriazione di terreni” ed è la nuova forma di colonialismo che si basa sull’affitto e, qualche volta, sull’acquisto di grandi appezzamenti di terreni in Africa e, in forma minore, in Sud America, una formula tanto in voga nei paesi emergenti.


Applicazione: è sconvolgente la ferocia del mondo ricco quando si tratta di accaparrarsi risorse che appartengono ad altri, nell'illusione che il denaro possa comprare tutto. Di questo passo si aggravano le condizioni di povertà dei paesi poveri, si spolpa la terra finché ci si trova qualcosa e poi... Poi son cose amare per tutti, perché non si possono mangiare i soldi. Ma vi rimando a un interessante articolo di La Repubblica e al sito Secondo Protocollo sull'argomento.

Manufakt - Innichen

Etichetta prodotto Manufakt

mercoledì 21 settembre 2011

Professione: mamma


Una cosa ho capito: essere mamma è uno stato dell'essere che si trasforma in professione. La mamma è per definizione una persona attenta ai bisogni degli altri, che non diventa mai invadente ma è sempre presente. Quindi ci sono madri di famiglia che non sono mamme di professione e donne senza figli che come lavoro fanno le mamme. Qualche esempio? Insegnanti dedite al proprio lavoro; infermieri e medici che si adoperano non solo per guarire i pazienti ma anche perché il processo di guarigione sia "umano"; chiunque tenti con i propri mezzi di rendere questo mondo migliore. Poi c'è una terza categoria: le madri di famiglia che riescono anche a essere mamme di professione, perché riescono a essere sempre attente alla vita dei loro figli nella giusta misura.
Voi a quale tipologia appartenete?

Consigli di lettura senza parole



martedì 20 settembre 2011

Dormi bene, sogni d'oro

Sono combattuta da un po' di tempo sulle letture per la buona notte che faccio a mia figlia. Sono sostanzialmente due
1. La Bambina singolare
2. Giulio coniglio impara a nuotare
A volte mi chiedo se non sia stufa di sentire sempre la stessa storia. So che ai bimbi piace tornare sugli stessi argomenti e gli stessi giochi, infatti lei finisce sempre le frasi con l'ultima parola, sia per un libro che per l'altro. Ma non sarebbe ora di una storiella nuova?

Milano per bambini, commentata da un'adulta che è rimasta bambina


È vero che Milano è sempre più a misura di bambino? Architettonicamente no. E lo sa bene qualsiasi mamma si avventuri a spingere un passeggino o una carrozzina in una zona a caso, diciamo i Navigli. Certo non c'è il mare che da maggio a settembre inoltrato rappresenta un bello sfogo, soprattutto durante il week end. E il clima è dantesco: gelido d'inverno, torrido d'estate. Ma proprio a causa di queste evidenti lacune morfologiche e naturali Milano una "misura di bambino" se l'è dovuta inventare. E lo ha fatto in maniera assai proficua, come dimostra il libro 101 cose da fare a Milano con il tuo bambino di G. Tanzi e D. Pagani edito da Newton e Compton nel 2010. Uno spaccato sulle delizie che una Milano propositiva e colorata offre ad altezza bambino.
Sono curiosa. Anch'io vivo a Milano con due bambine e voglio giocare con voi a célo manca.

Rima cromatica


lunedì 19 settembre 2011

Non avrai il mio scalpo


Casa sulla scogliera



Certi oggetti tanto meno ci "servono" tanto più li desideriamo, e a volte sono così distanti dalla nostra realtà che vorremmo anche il posto giusto dove esibirli.

La7-1= squadra che perde


Non so se vi è mai capitato di vedere In Onda, su La7. Era condotto da Luisella Costamagna e Luca Telese, e ora si è saputo che Costamagna è stata buttata fuori dal programma che aveva contribuito a creare. Questo è un breve post di sostegno alla giornalista, ma soprattutto a tutte le donne che si trovano il lavoro cambiato, trasformato o cancellato da un giorno a un altro. Lei non parla di maschilismo in modo esplicito, ma lo fanno i fatti, e sono sicura che la trasmissione perderà molto del suo equilibrio, perché Costamagna è una giornalista che sa fare le domande ma non pretende che le si risponda come si era immaginata. Verrà sostituita da Nicola Porro de Il Giornale. Anche questo è un fatto che dice molte cose senza che nessuno ci sprechi sopra delle parole. Nell'intervista del Corriere della Sera, ha la brillantezza di non definirsi disoccupata, perché i disoccupati sono altri, e anche a questo plaudo.

Bordello

DefinizioneCasa di tolleranza, postribolo; pop. casino 2 fig. Ambiente in cui regna una gran confusione3 fig. Nel l. com., chiasso, schiamazzo, confusione || fare b., rumore, confusione


Applicazione: Se prima avevamo un lieve sospetto ora ne abbiamo la solida certezza: l'Italia è un bordello. E un esempio di applicazione perfetta del termine, perché è un luogo in cui si tollera ben oltre il tollerabile (secondo me le case chiuse di un tempo erano regolate da un codice molto più severo), è un ambiente in cui regna una gran confusione e in cui si fa del gran chiasso per evitare di affrontare la realtà. Qualcuno, per favore, ci aiuti ad aiutarci. 

venerdì 16 settembre 2011

Baby chef


Ai bambini piace molto imitare i grandi, e un gioco che la mia Pupa non smetterebbe mai di giocare è quello della pappa. Prende qualsiasi cosa le capiti a tiro e si immagina mentre la cucina, nel forno che può essere a sua volta una qualsiasi superficie, e poi la offre a mamma e papà. A volte è pappa verde (?), a volte è pizza, a volte pane e altre biscotto. E io devo mangiare quello che passa il convento, ovviamente.

Pioggia

stormy sky by cigo2009
stormy sky, a photo by cigo2009 on Flickr.
Piove a settembre sul tetto di casa
entra un ritmo nuovo in ogni cosa.
La gatta non si muove, se ne sta alla finestra
e ogni giorno sembra una festa.
Io indosso gli stivali di gomma ed esco
a giocare con gli amici anche se fa fresco.
Splash, splash nelle pozzanghere in cortile
è divertente e rende ogni animo gentile.
Così anche il grigio entra di diritto
tra i colori più belli di cui si sia mai scritto

©ilcestodeitesori - riproduzione riservata

Romanzo

Definizione: 1. Componimento e genere di componimenti narrativi in prosa o, anticamente, in versi, gener. di vasto respiro|| r. epistolare, in cui la vicenda prende corpo attraverso le lettere che due o più personaggi si scambiano | r. storico, in cui la narrazione ha uno sfondo storico reale | r. d'appendice, che si pubblica a puntate in appendice a giornali; spreg. romanzo di scarso valore letterario, rispondente al gusto del grosso pubblico 2 fig. Vicenda che per il suo carattere insolito, avventuroso o avvincente sembra creata dalla fantasia di uno scrittore


Applicazione: un romanzo può essere di un genere o di un altro, o uscire da ogni genere. Può essere bello o brutto, avvincente o noioso. Ma è sempre e imprescindibilmente ARTICOLATO. In poche parole non può stare in poche parole, non in sei, perlomeno, come millantato, per gioco certo, da un autorevole quotidiano nazionale. Smettiamola di sminuire la scrittura. Sei parole fanno al massimo una frase, un aforisma, un pensiero. 

giovedì 15 settembre 2011

L'architettura della bellezza

Dicono di diffidare di chi non ama i gatti. E anche di chi non ama i fiori. I fiori sono belli, profumati, regalano colori e forme in abbondanza, appagano pienamente almeno due dei cinque sensi elargendo bellezza a profusione. Lo dicono molte voci autorevoli.
Ma a me i fiori non piacciono. E i gatti mi fanno venire l'asma.
A gladioli e soffici micetti preferisco decisamente le architetture industriali. E non parlo, badate bene, di capolavori architettonici, anche contemporanei, firmati alle più note ArchiStar. Sto parlando di capannoni, magazzini, container, edifici anonimi di periferia.

Budget

Definizione:  ingl. (pl. budgets); in it. s.m. inv. (o pl. orig.), pr. adatt.  fin. 1 Bilancio di previsione di un'azienda 2 estens. Totale delle somme stanziate per un determinato investimento


Applicazione: Se lavorate alle dipendenze di qualcuno e avete sopra di voi uno o più capi, vi sarà capitato di notare come la questione budget sia una sorta di tabù. Eh certo, perché anche voi, come risorsa umana, rientrate in quel budget e se aveste accesso a determinate informazioni pretendereste probabilmente di più. Inoltre se il risparmio sul budget fa parte degli obiettivi del capo, potete dire addio a qualsiasi idea strabiliante vi venga in mente. Ma io mi chiedo, perché mi racconti che posso spendere 10, se poi in realtà vuoi che non spenda più di 8? I non detti dei meccanismi economici sono peggio dei lunghi silenzi di un film coreano. 

Rose rosse

Forse l'avrete capito dalla quantità di foto di fiori e natura che pubblico su questo blog (Benedetta mi odia per questo, lo so), ma per chi ancora non l'avesse capito: I Love Flowers. Non ci posso fare niente, è più forte di me, li trovo degli esserini perfetti e speciali.
Mi piacciono innanzitutto per i loro colori. Sprizzano vita da ogni petalo, anche quando sono recisi e se ne stanno in un vaso di acqua. Se poi hanno invece le radici ben piantate nel terreno, sono ancora più belli.
Mi piacciono perché sono amici delle api, e ormai abbiamo capito che senza le api, addio umanità. Quindi, per la proprietà transitiva, i fiori sono amici dell'umanità.
Mi piacciono perché, spesso, profumano. I fiori del gelsomino, per esempio, fanno subito primavera, e mi basta percepirne un lieve sentore nell'aria, che mi vedo immediatamente proiettata in un giardino a sorseggiare tè e contemplare la Bellezza.
Mi piacciono perché sono belli. Punto. E la bellezza dovrebbe essere annoverata tra i diritti fondamentali dell'uomo, e chi la nega agli altri dovrebbe essere processato all'Aja. (Cari amministratori pubblici, siete fortunati che questo non dipenda minimamente da me).
Forse dovremmo imparare la bellezza da loro, una bellezza che cresce, raggiunge uno stupefacente culmine, in un tripudio di vita, e poi lentamente avvizzisce. A casa ho due vasi di plumpago, sul mio misero balcone, quando uno è in piena fioritura, l'altro ha i fiori tutti rinsecchiti, e si si palleggiano la bellezza come fosse un gioco, in un ciclo che spero il mio pollice nero non stroncherà presto.
Perciò vi prego, amici, amanti, mariti, fidanzati di tutto il mondo, quando, per qualsiasi motivo, volete regalare dei fiori, provate a guardare oltre le solite rose rosse. Perché sì, le rose stanno meglio in un roseto.

mercoledì 14 settembre 2011

Fotografare

Definizione Riprodurre persone, oggetti, paesaggi in fotografi; in senso fig., descrivere, rappresentare qlco. con precisione.


Applicazione: non è il senso figurato che mi interessa qui. Lungi da me la precisione. La fotografia è una necessità esattamente come lo scrivere, ma forse più impellente, perché di propria natura più immediata. Se vedo qualcosa che mi ispira una considerazione, posso sedermi con calma più tardi e cercare di trarne uno scritto di qualche tipo. Se vedo qualcosa che vorrei immortalare mi sento mutilata, quando non ho la mia Canon con me. E non ce l'ho praticamente mai, perché non vado in ufficio accessoriata come una fotoreporter. Poteri farlo, perché non dovrebbe importare a nessuno se andando o venendo scatto foto con compulsione. Ma c'è una sorta di pudore, che mi impedisce di mostrare la mia passione per la comunicazione fotografica a chi potrebbe scambiarla per snobberia, o snobbaggine o come cavolo si dice. Questo per sottolineare la natura zoologica - nel senso da me inventato in questo momento di "simile a uno zoo pieno di gabbie" - del lavoro in ufficio. 

Cose che non ho più

 

Non trovate incredibile il peso emotivo che hanno certi oggetti?
Oggetto 1: occhiali da sole Byblos regalatimi dagli amici per la laurea
Oggetto 2: orologio di non so più che marca che avevo chiesto a mia madre per la laurea, ma che lei mi ha regalato il Natale precedente perché non lo riteneva sufficientemente duraturo. E aveva ragione. Giace nel cassetto del mio comodino irrimediabilmente invaso dall'umidità.
Riguardo le foto di quel periodo e mi rendo conto che oltre a non avere più quegli occhiali, che ho perso non so più dove, sconsideratamente, e a non avere più quell'orologio, non ho più nemmeno quello sguardo giovane e quel sorriso luminoso.
Ecco, ora chiamo il mio dentista,

PostApposta sul primo giorno di scuola: utopie, silenzio e design

So che vi avevo promesso un PostApposta sul primo giorno di scuola. Ma non sono ancora pronta. Devo ancora maturare un'idea, un pensiero coerente che mi guidi verso la consapevolezza che la Scuola non è il Male, come io l'ho vissuta ormai trent'anni fa. Che le maestre sono forse più preparate e sanno che quelli che prendono in consegna oggi non sono solo mocciosi capricciosi da redarguire a colpi di righello sulle dita e a cui insegnare la disciplina facendoli marciare per cinque anni di fila durante l'ora di ginnastica (se ve lo state chiedendo, sì, la mia maestra aveva simpatie filonaziste), ma piccole persone che un giorno diventeranno adulti che dovranno prendere decisioni, importanti o meno, e che forse potranno cambiare le cose. E dovranno avere gli strumenti per farlo, l'autostima per credere che il percorso che hanno scelto è quello giusto per loro, creatività per adattarsi alle situazioni e per intravedere nuove soluzioni, capacità di condividere idee, tempo e risorse con chi è rimasto indietro, perché da soli non si va da nessuna parte.
Io vorrei che la scuola fosse questo, tanto per cominciare, e poi molto altro ancora.
Per questo adesso scelgo di stare a guardare. Finché non avrò qualcosa da dire.

In compenso vi segnalo il bellissimo giveaway di Design per bambini sponsorizzato dall'e-store Smallable e colgo l'occasione per regalare qualche spunto a chi come me è in odore di scuola e ha bisogno di rinnovare  arredamento, oggettistica e mentalità.

Se in camera avete spazio e desiderate qualcosa di più della solita scrivania, quello che fa per voi è Woody Table di OFFI, un tavolo-lavagna grazie al quale la creatività può strabordare anche al di fuori dei margini del foglio.


Perle naturali


martedì 13 settembre 2011

Come ti vorrei


Probabilmente sono ancora in una fase adolescenziale, in cui si crede che gli ideali diverranno certamente realtà e Utopia è un paese possibile. Con la crisi economica in atto, abbiamo capito tutti (vero?) che gli egoismi portano solo allo sfacelo, e i profitti vanno bene finché non vanno a scapito di chi lavora per realizzarli.
Tutto ciò che di positivo c'è negli scambi culturali, nel confronto con realtà diverse, che può e deve portare a contaminazioni migliorative delle società tutte, viene annullato da una selvaggia globalizzazione economica che tratta gli uomini alla stregua di formiche e ha la lungimiranza di un lombrico. Ma ognuno di noi, con le sue scelte, può migliorare la propria vita e di conseguenza quella degli altri, basta non violare mai il principio di libertà, secondo cui la mia libertà finisce dove inizia la tua.
5 contributi individuali alla felicità collettiva
1. Comprare la verdura al mercatino di prodotti a km 0 del lunedì, nel paese dove vivo
2. Avere un lavoro da poter organizzare in accordo al mio battito cardiaco fisico ed emotivo
3. Camminare in campagna per un'ora circa almeno tre volte a settimana
4. Sfornare prelibate cenette per la famiglia almeno due volte a settimana
5. Scrivere tutti i giorni almeno una pagina di quaderno di una storia meravigliosa

5 ragazzi per me posson bastare

Non sottovalutate il post di oggi.
Potrebbe sembrarvi una facezia, ma è estremamente serio.
Perché su questi uomini ho basato il mio metro di giudizio ideale, la ricerca del fidanzato perfetto, lo standard più elevato di felicità amorosa che avrei mai potuto raggiungere qualora avessi deciso malauguratamente di formare una coppia. Dico malauguratamente perché la maggior parte delle coppie che mi vengono in mente non ha avuto una sorte felice: Sid e Nancy, Oliver e Barbara Rose, Rihanna e Chris Brown, Emma Bovary e Rodolphe Boulanger, Giulietta e Romeo, Kramer e Kramer, Carlo e Diana, Winona Ryder e Edward Mani di Forbice, perché è vero che nel film nessuno dei due muore o si fa male e che probabilmente Winona avrà organizzato delle frequenti e focose visite al castello dove Edward/Johnny ha deciso di ritirarsi, ma diciamoci la verità, non si può pensare di vivere per tutta la vita con un tizio che ti ruba il fondotinta per il trucco.
Chiarito questo, ecco qui la classifica dei 5 uomini che hanno segnato - ahimè inconsapevolmente - il mio immaginario erotico/sentimentale aprendo squarci di ribellione postadolescenziale e infettandoli con i semi di una freakkettoneria che vive ancora dentro di me malgrado le apparenze e che per fortuna è dura a morire. Con questi 5 uomini sono sicura avrei potuto trascorrere un'esistenza felice e lasciatemelo dire altrettanto feconda.

Billy Joe Armstrong, perché truccato sta meglio di me 

Luogo dell'anima

lunedì 12 settembre 2011

Dove metto la merenda?

Oggi colpevolissimo giorno trascorso senza post.
Oggi è stato il nostro primo giorno di scuola.
Oggi emozione paura ansie da prestazione.
Domani scriverò un PostApposta.
Oggi vi lascio solo in compagnia di un oggetto scolastico che ha colonizzato la mia immaginazione negli ultimi giorni: la lunch bag. Queste sono quelle che ho trovato qui
In attesa che Loro me ne facciano una personalizzata...

Echo Lunch Bag - Ride

venerdì 9 settembre 2011

C'è arte e arte

di Frea Buckler

Come ho più volte ripetuto in questo blog, la bellezza dovrebbe essere accessibile a tutti. Qualsiasi tipo di bellezza: io di solito mi riferisco a contesti abitativi, che mi stanno particolarmente a cuore, e di conseguenza anche al design del quotidiano, ma naturalmente questa accessibilità vale anche per la cultura e l'arte. Rendere la cultura accessibile a tutti significa non farne una roccaforte snob, una torre d'avorio a cui hanno accesso solo letterati con la puzza sotto il naso. Perché non dimentichiamoci che la cultura nasce dalla vita, dalla gente, dalla società e una cultura che si allontana dalla gente non è cultura ma onanismo. Tutti possono comprarsi un libro, magari aspettando l'edizione economica, ma non tutti si sentono all'altezza di leggerlo, perché esiste una sorta di aura di terrore che circonda la parola scritta, quasi fossimo rimasti fermi al Medioevo. Non parliamo poi dell'arte, figurativa o astratta che sia. Non tutti possediamo gli strumenti per una lettura corretta di un quadro, ma come sottolinea Oscar Wilde in Il critico come artista "il significato di ogni bella creazione artistica è nell'anima di chi la contempla almeno quanto era nell'anima chi l'aveva elaborata." E torniamo alla bellezza, a cui tutti hanno diritto. Possiamo andare tutti a vedere una mostra, almeno una volta ogni tanto, ma pochi possono permettersi di tenere in casa certi pittori, e non parlo di Monet o di Giotto.

Lo scaccianoia

ph. Kitchen Counter Chronicles

Non c'è niente da fare. Le idee geniali sono quelle più semplici, quelle che ti chiedi ma come ho fatto a non pensarci prima io? e in realtà tu non l'hai pensato semplicemente perché non è facile pensarlo, come disse M.Z. ai fratelli Winklevoss in The social network: se voi aveste voluto fare facebook avreste fatto facebook.
Senza scomodare Mr. Zuckerberg, io trovo assolutamente geniale l'idea che ha avuto l'autrice di questo blog qui e che ho scovato grazie a una segnalazione di questo ispirazionalissimo blog qui. I nani si annoiano? ti inseguono per casa ripetendo in continuazione nonsocchefffare, miannooiiiiooo, mentre tu stai stendendo con una mano, rispondendo a una mail con l'altra, pettinando il cane con un piede e ammazzando scarafaggi con l'altro? Anziché ricorrere alla solita frase fatta, ma come con tutti quei giochi, vorrà dire che domani li daremo tutti in beneficenza, prova a tirare fuori la magica bottiglietta I'm not bored. Un barattolo che contiene tante piccole striscioline di carta che racchiudono il segreto. 10-20 attività antinoia da pescare e da realizzare sul momento. Quali saranno queste attività l'avrai deciso tu nel momento in cui avrai scritto i bigliettini. Astenersi suggerimenti tipo fai un esperimento chimico con l'ammoniaca o graffita le pareti di camera di mamma e papà con la BIC.

Un bruco, una mela

Due di Tre

Un bruco, una mela e una candela di cera
un fiore, una farfalla e un bimbo che sta a galla
una nube, un temporale e una manciata di sale
i funghi, le montagne e un pugno di castagne.
Prendi un oggetto, inventa un progetto
ritaglia un cartoncino e incollaci del lino
corri in riva al mare e non smetter di giocare.
Questa è la ricetta per una giornata perfetta
gli ingredienti sono tanti, ma non servono dei santi
per mischiarli con maestria e creare una magia.

©ilcestodeitesori - riproduzione riservata

giovedì 8 settembre 2011

In montagna

Sguardo d'artista


Nessun grande artista vede mai le cose per come sono realmente. Se lo facesse, cesserebbe di essere un artista.
Oscar Wilde in La decadenza della menzogna, raccolto nell'antologia

Lettere liquide

Se come me amate le font e il design tipografico, non potete perdervi il nuovo progetto dei fratelli Almossawi di Skyrill.com che hanno reinventato i caratteri tipografici trattandoli come se fossero dei liquidi.
Sono gli stessi Ali e Hussain in un'intervista sul sito Akitique a spiegarci meglio il concept e a raccontarci da dove hanno tratto ispirazione per la loro idea.
Ci piace molto come appaiono i fluidi quando fluttuano nell’aria come gocce di pioggia, oppure quando raggiungono terra e il rumore che fanno. Questo ci ha fatto venir voglia di lavorare mischiando tipografia e fluidi, successivamente è iniziata tutta la sperimentazione. 
Dopo aver lavorato su concetti diversi di miscelazione tra tipografia e fluidi tramite esecuzioni diverse, ho deciso di realizzare ogni lettera come se la sua pittura esplodesse improvvisamente a causa della pressione alta. La mia idea era quella di catturare i momenti più interessanti durante l’esplosione, pur mantenendo la forma evidente. Una volta soddisfatto della “a” sono passato alle altre lettere.







Date un'occhiata anche al video che testimonia la nascita della lettera Z.
La lettera Z

Cono e panna

mercoledì 7 settembre 2011

De André spiegato ai bambini




Alla seconda ora di coda trascorsa in macchina, su una strada qualsiasi del nostro Belpaese, che fugge da una terra bagnata da un mare qualsiasi, una terra spesso fraintesa - devo dire molte volte a ragione - mi sono chiesta:

Fenomenologia del cuscino


A parte il cuscino che si usa a letto, per dormire sonni sereni, c'è tutta una serie di cuscini - piccoli, grandi, da divano, da pavimento, colorati, neutri, morbidi, duri... - che credevo piacessero a tutto. Invece nel mio limitato sondaggio ero l'unica a trovarli irresistibili.
Motivi che mi fanno amare i cuscini:
1. basta cambiarli per dare un nuovo look all'ambiente
2. li puoi abbracciare qualunque sia il tuo umore
3. possono rendere molto più comodo un divano
4. un cuscino sta a un adulto come un peluche sta a un bambino

Italiano

Definizioneagg. 1 Dell'Italia|| all'italiana, alla maniera degli italiani | gioco all'italiana.nel calcio, tipo di gioco prevalentemente difensivo con azioni d'attacco condotte in contropiede 2 Di sentimenti italiani, patriottici • In funzione di avv.: vestire i.parlare i. • s.m. 1 (f. -na) Nativo, abitante dell'Italia 2 (spec. sing.) Lingua i. 3 (solo sing.) In partic. la lingua e la letteratura italiana come materia d'insegnamento scolastico• avv. italianamente, secondo il carattere, lo spirito degli italiani; anche, in lingua italiana


Applicazione: Su questa parola si potrebbe scrivere per giorni, soprattutto su che cosa significhi essere italiano oggi. Ma l'argomento su cui mi piacerebbe soffermarmi stamattina è l'italiano come lingua. Verrebbe da pensare che tutti gli italiani sappiano parlare l'italiano. Be'... ascoltate bene... non è proprio così. E quando veniamo alla questione della scrittura, apriti cielo, un vero disastro. Fior fior di laureati che non conoscono la differenza tra un accento e un apostrofo, che pensano che il congiuntivo sia una malattia degli occhi e che una virgola non può mai far male. Questa è la realtà che nessuno riconosce. Gli italiani hanno una scarsa propensione all'apprendimento delle lingue, la loro compresa.

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