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venerdì 28 giugno 2013

La valigia, la scuola e le tappe fondamentali

Tita - Busta stampata a mano di Lucciole

In queste ore si fa un gran parlare dell'ultimo giorno di asilo.
Il momento di tirare le somme, di commuoversi e di fare i conti con il tempo che passa.

Devo dire che non ricordo molto del nostro ultimo giorno. Nè del primo giorno di scuola. Ricordo che eravamo in ritardo e che ho cercato di trasmetterle la saggezza di quasi otto lustri spesi a cercare di rispondere alle domande fondamentali: chi sono, che ci faccio qui, cosa bevo stasera?: - Nana fatti onore ma non troppo. E ricordati che è importante anche divertirsi. Tempo un anno e mi sarei trasformata in un orcomacinacompiti: - Nana ricordati che quello che importa è mettercela tutta, ma più ce ne metti, meglio sarà per tutti.   

Le cose che mi fanno impressione sono altre.
La prima vacanza da sola, per esempio. Preparare la sua valigia personale è già un attestato di indipendenza, è l'affermazione inconfutabile del voler essere altro da noi già a partire dai bagagli.
Nell'atto di mettere via i suoi costumi o nel ricordarsi di prendere un libro da leggere per i momenti di noia c'è molto di più. C'è la consapevolezza che ce la può fare anche senza di noi, la sensazione che questa consapevolezza spalanchi nuove porte che non si richiuderanno più.
E da parte nostra la fatica di credere che troppa libertà non ubriaca chi ne assaggia un po' ogni giorno. Che lasciare andare è il primo compito per educare un bambino alla felicità. E anche il più difficile.
Quindi lasciateli andare e ubriacateli di vita, quella vera, quella che comincia con la scuola, i voti e i giudizi, senza averne paura. Che quando avranno imparato a confrontarsi e sapranno quanto valgono, allora potranno essere davvero liberi.
Perché dopo la prima sbornia si vede tutto in modo molto più lucido.

giovedì 27 giugno 2013

Scarpe di altri tempi


A me piace quando i bambini fanno i bambini.
E adoro le scarpe da bambino, quelle bon ton di altri tempi.
Se poi sono impreziosite da accostamenti di colore audaci e originali, non posso che amarle ancora di più.




mercoledì 26 giugno 2013

Considerazioni di uno scrittore in erba


L'aria trasparente rende tutto più lucido, accentua i contrasti e aumenta la profondità dello sguardo, per questo è più semplice pensare quando si è un posto bello, soleggiato.

martedì 25 giugno 2013

Fotodiario di viaggio e poche parole


Rieccomi tra voi dopo una settimana in montagna, Alta Val Pusteria, un paradiso in terra. Era la prima volta che capitavo qui a giugno e due cose sono subito saltate agli occhi: meno gente in giro rispetto ad agosto (e ovviamente me l'aspettavo) e colori diversi nei prati, fiori che qui ho solo iniziato a mostrare, per l'immensa gioia di Benedetta (sì, Ben, ci saranno altri fiori).

mercoledì 19 giugno 2013

IKEA for kids

Quando i bambini imitano i grandi lo fanno seriamente.
Quando scelgono le scarpe da fregare a mammà scelgono quelle più costose e taccate, quelle che tu tieni per le occasioni speciali, da indossare solo con un'oliva in mano per capirci.
Quindi è chiaro che se hanno una casa per le bambole vogliono vedere riprodotto un arredamento familiare, moderno e colorato. Un arredamento che sono abituati a vedere in casa propria... e nelle case di altre migliaia di persone.
Forte di questi assunti Ikea si appresta a brandizzare alcuni pezzi di arredamento per la casa delle bambole. Dal prossimo agosto il tavolino Lack, il divano Klippan, la sedia Valgo e la mitica Expedit potranno arredare in versione miniaturizzata le case delle bambole delle vostre figlie al modico prezzo di 12 euro.


lunedì 17 giugno 2013

Camilla is a writer

Oggi intervistiamo un'autrice esordiente (ha esordito qualche mese fa, a dire il vero), che tutti conoscete come Zelda was a writer. She is a writer, in effetti. Il suo romanzo l'ho letto e l'ho amato dal primo istante. Ora lascio la parola a lei, che sa essere poetica anche rispondendo alle mie stupide domande.

martedì 11 giugno 2013

Il Mercato Orientale, fiore all'occhiello di Genova

Ci sono pochi posti che mi fanno sentire a casa, in qualunque luogo io mi trovi, come il mercato. Un puzzle di colori, profumi, persone, chi grida l'ultimo prezzo, quello stracciato, chi si affida al miglior offerente, ma signora mia lei non ha idea di quanto siano dolci queste ciliegie, le prime della stagione assaggi assaggi. Ci si perde in quella moltitudine, gli occhi vagano tra le offerte, cercando quella migliore, e poi si finisce per comprare sempre allo stesso banco, quello all'angolo in fondo a destra.
Forse perché da bambina, nelle prime mattine di libertà, quelle dopo la fine della scuola, accompagnavo mia mamma a fare la spesa proprio al mercato, respirando l'aria profumata d'estate e di promesse di nuove avventure.
Non era però un mercato qualsiasi, ma il Mercato Orientale, un luogo simbolo di Genova.

ph. Elisewin de Carewall
trovate altre splendide foto del Mercato Orientale qui

lunedì 10 giugno 2013

Liberiamo i libri: LiberAria edizioni

Oggi ho il piacere di presentarvi un piccolo editore, che ha però grandi idee, aspettative, sogni, iniziativa ed energia. parlo della casa editrice LiberAria di bari. Ho fatto qualche domanda ad Alessandra Minervini, editor.

venerdì 7 giugno 2013

Giocare per crescere


Basta un po' di sole, per uscire alla scoperta del mondo. Giocare permette ai bambini di fare esperienze per impossessarsi della realtà. Io adoro osservarli nel loro mondo, nella loro dimensione. 

giovedì 6 giugno 2013

Dipingi il tuo mondo


Vive la città tra mille rumori
stanca di passi
carica di odori.
Qui ogni bambino è tenuto per mano
"Presto che è tardi
non puoi andar lontano.

mercoledì 5 giugno 2013

Smoky projects


C'è una fastidiosa caratteristica che mi contraddistingue: non ricordo mai cosa esattamente accade in un film o in un libro che ho visto o letto.

martedì 4 giugno 2013

Cose che ho imparato dopo un bilancio fallimentare

I bilanci arrivano quando meno me li aspetto.
Magari mentre sto facendo la spesa, insieme al conto da pagare. O quando sto brindando a un compleanno, insieme alle bollicine che butto giù tutte d'un fiato.
Quello che voglio dire è che non mi sono mai messa lì a pensare: - Bene adesso tiriamo un po' due somme, non è nel mio carattere. Io non giro con la bussola, io navigo a vista. Ed è per questo che i bilanci mi colgono sempre impreparata e ho bisogno di molto tempo per smaltirli. Normalmente insieme al bilancio arriva anche una crisi e con la crisi la necessità di isolarmi. Quando riemergo ho bisogno di leggerezza, perché nel frattempo i miei passi si sono fatti pesanti; ho bisogno di aria tersa e limpida perché nel frattempo il mio sguardo si è offuscato.
Ed è lì che vengono in mio aiuto le piccole lezioni che strappo alla vita, i suoi insignificanti segreti che ai miei occhi diventano portatori di verità assolute.

Ecco le cose che ho imparato dopo un bilancio fallimentare.

Ho scoperto che chi indossa i suoi accessori preferiti solo per stare un paio d'ore con te, quella è un'amica del cuore. Astenersi perditempo.


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