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giovedì 30 giugno 2011

Astrolabio

DefinizioneAntico strumento che misurava l'altezza apparente degli astri sull'orizzonte


Applicazione: Questa parola ha un suono tanto meraviglioso che mi sento obbligata  a esortarvi a pronunciarla ad alta voce. 

Al mare, al mare!

Un nuovo weekend si avvicina, e questa volta me ne andrò al mare due giorni. Ah, finalmente. Mi rendo conto, però, che ogni volta che arriva una partenza mi faccio cogliere impreparata. Manca sempre qualcosa che avrei dovuto cercare il sabato precedente. Mi riduco all'ultimo, pensando che il tempo sia sempre dalla mia, ma i negozi non fanno i miei orari. Ormai avrei dovuto impararlo, soprattutto abitando ai confini dell'Impero. Quest'anno sono i sandaletti per mia figlia, a mancare (ma fortunatamente oggi è solo giovedì), l'anno scorso era il set spiaggia secchiello/paletta. Sconsideratamente, arrivati in spiaggia, dissi a Papà: "Vai tu, a prendere un secchiello, qui di fronte. Intanto noi ci prepariamo..." E lui con cosa mi torna? Con un secchiello dei Gormiti, talmente brutto che sono stata quasi contenta che Bimba avesse così paura della sabbia da non pensarci nemmeno a usarlo.

The wall

mercoledì 29 giugno 2011

Compagni di scuola e di merende

Quando si parla di un tavolo per bambini è indispensabile pensare alla molteplicità. Molteplici saranno gli usi che ne potranno fare - compiti, merende, giochi - molteplici saranno gli amici con cui potranno condividerlo.
Questa scrivania di Perludi, che ricorda tanto i banchi di scuola di quando ero bambina io - e che forse sono ancora così, ho notato alle elezioni , con il buco per il calamaio, che però io non ho mai usato, tengo a precisare - è provvista anche di due comode panchette, e ha pure lo spazio per i libri che può tranquillamente diventare spazio per la fantasia.

La legge - filastrocca


Arriva l'estate!
escalaman le fate.
Il sole, il caldo, il mare
i monti, i giochi e le zanzare.
Venite via dalla città,
dove l'afa soffoca la dignità.
Vivete con calma, senza affanno,
la lentezza non fa mai danno.
E quando l'autunno arriva grigio
vi sembrerà di essere in paradiso.
Senza ansia, senza fretta,
rilassàti in un'armonia perfetta.
Imparate a vivere sereni
liberandovi di tutti i veleni.
E quando l'inverno arriverà bianco,
nessuno di voi si sentirà stanco.
E a primavera il vostro cuore
accoglierà con gioia ogni nuovo colore.
Questo è il ciclo delle stagioni,
per gli onesti o gli imbroglioni,
per i buoni e per i cattivi,
per gli assenti e per i vivi.


©ilcestodeitesori - riproduzione riservata

martedì 28 giugno 2011

Elefanti e conigli giocano insieme


I giocattoli sono prodotti difficili. Di solito quelli che piacciono ai bambini inorridiscono i genitori. E certo i giochi moderni, realizzati in quella plastica imbarazzante, potranno anche essere divertenti, istruttivi e mirati, ma di certo non sono belli. Vuoi mettere quel kitsch con l'eleganza del legno? I giochi in legno hanno tutta un'altra dignità visiva. Questi di Kaj Bojesen, prodotti da Rosendhal, per esempio, starebbero benissimo anche sul tappeto del mio soggiorno, attualmente cosparso - tra una messa in ordine e l'atra - di tutto un po', dai peluche al gioco sonoro di Barbapapà.

Pausa pranzo

Vanity Fair


Un giorno, a casa di un'amica, quando mia figlia era ancora piccola e appena iniziava a stare seduta e gattonare e arrampicarsi, vidi una poltroncina rossa, in plastica rigida, imitazione scherzosa della mitica poltrona Vanity Fair di Poltrona Frau, ma made in Chicco. L'ho cercata ovunque, e mi sono sentita dire che non veniva più prodotta. Sembra che l'unico modo per averla sia puntare direttamente all'originale. Infatti Poltrona Frau ha pensato che, come dico sempre, il design si insegna da piccoli. Ed ecco baby vanity, due terzi dell'originale ma altrettanto confortevole.

lunedì 27 giugno 2011

Ricchezza

  • Definizione: 1 Condizione di chi ha grande disponibilità di beni materiali, spec. di denaro; fig. possesso di cospicue doti intellettuali o spirituali. 2 (spec. al pl.) Insieme dei beni e delle risorse economiche possedute da chi è ricco3 econ. Il complesso dei beni che sono oggetto di scambio e producono reddito. 4 estens. Riferito a territorio, nazione ecc., ampia disponibilità di risorse, prodotti o altri elementi materiali; risorsa naturale o bene culturale di cui è ricco un luogo.5 Grande quantità di qlco: la r. di una lingua, le sue ampie possibilità espressive. 6 fig. Ciò che qlcu. possiede o che si configura come bene o risorsa di grande importanza agli occhi del possessore.

    Applicazione: I soldi non fanno la felicità, si dice. Be', certo che no, ci vuole ben altro. Però sono un buon punto di partenza verso la libertà. Una volta eliminato il problema economico di come-arrivare-a-fine-mese ci si può dedicare alla crescita delle proprie ricchezze intellettuali, spirituali, affettive, culturali e persino atletico-sportive. Anche se in una società giusta sarebbe vero il contrario: avere la possibilità di mettere a frutto le proprie ricchezze immateriali e ricavarne collateralmente quanto basta per non vivere di stenti. 

Balliamo coi lupi


Incredibile come la fortuna di un libro possa essere la sua rovina. Il libro della giungla, di Rudyard Kipling, è diventato uno dei capolavori di Walt Disney, che lo ha reso divertente e accattivante per i più piccoli. Ma anche il libro originale è accattivante, con quel fascino tutto particolare che hanno le parole e il loro inestinguibile vizio di sollecitare la fantasia.

venerdì 24 giugno 2011

Il tempo andato può tornare


Mi è sempre piaciuta questa altalena, che in inglese si chiama seesaw. Divertimento semplice ma assicurato, come dovrebbe sempre essere. La semplicità apre la fantasia e le emozioni. Il fatto che questa in particolare sia rossa le conferisce quel tocco magico in più, perché mi ricorda Babbo Natale, gli elfi e i bambini buoni. Ottimo gioco per il cortile, ma i piedini antiscivolo lo rendono adatto anche agli interni.

Genitori in erba

giovedì 23 giugno 2011

Ai confini dell'Impero

Questa mattina sono a casa dal lavoro, e dato che sto per finire il libro che al momento ho per le mani, entrando in un'edicola/libreria del paese in cui vivo, ho tentato di comprare un libro che ho adocchiato qualche tempo fa: La mia famiglia e altri animali, di Gerald Durrell per l'edizione di Adelphi. Certo non è un romanzo molto conosciuto, non rientra tra i bestseller dell'estate e via dicendo, con tutte le considerazioni del caso sulla lettura e i lettori.
Quello che però mi sconcerta è che se voglio comprare un libro

mercoledì 22 giugno 2011

Speranza

Non è un paese per mamme



Sul treno.
Mamma1: Io sono rientrata subito a otto ore, ho resistito un anno, ma poi non ce la facevo più.
Mamma2: Ma non ti dà un part time nemmeno a sei ore? Almeno fare la pausa pranzo di un'ora, così esci alle cinque.
Mamma1: No, no niente. Ha detto che ho fatto la maternità, tutta. Certo era un mio diritto, adesso però basta. Dice che il part time è un grave errore e piuttosto di concederlo si fa tagliare le palle.

Questo uno stralcio di conversazione "rubato" ieri su un treno affollato, in ritardo, caldo come un forno crematorio, come degna conclusione di una giornata fantozziana. E non dico fantozziano a caso, è una scelta lessicale oculata. Perché l'Italia è rimasta ferma a quel tipo di rapporto di lavoro.

Puzzled

martedì 21 giugno 2011

Eppure dentro di te senti una piccola sinfonia


Io amo le belle storie.
E la cosa bella delle belle storie è che puoi trovare una bella storia appena dietro l'angolo se solo aguzzi un po' la vista. Come questa che vi abbiamo segnalato. O come questa che ci ha raccontato Marta di Cambiando Strada.
La bellezza è per tutti, e tutti dovrebbero avere almeno una bella storia da raccontare a qualcuno la sera prima di coricarsi. Il problema è che molto spesso si cerca la bellezza nei posti sbagliati, in luoghi pieni di luce e di rumore, perché da che mondo e mondo il bello non si nasconde, anzi si mette in mostra, si pavoneggia. Perché è dal consenso che la bellezza trova la ragione stessa, anzi direi quasi più il permesso, del proprio esistere.
Sbagliato!
Al buio la luce ri-luce di più.
E cosa c'è di più buio e più silenzioso di una sala cinematografica dove non si proietta alcun film? E' proprio qui che si celebra la Bellezza.

Ogni mercoledì al Paradis, una sala del cinema Lucernaire di Parigi, si svolge la riunione di redazione di Le Papotin. Cosa? un giornale?

Green Greetings


I tempi cambiano e anche le usanze. Non si mandano più le cartoline, quando si va in vacanza. Per me, è una liberazione, non tanto perché dovevo selezionare a chi spedirle, ma perché, al ritorno, puntualmente, scoprivo di averne inviate più di quante ne avessi ricevute.

L'Art Deco e la sensazione di essere a casa


Ci sono architetture che ci fanno sentire più a nostro agio di altre. Io sono un'appassionata di case, e il mio senso estetico è appagato da stili diversi. L'art deco, però, porta con sé tutto un mondo culturale, un'atmosfera di cambiamento, di liberazione e non da ultimo di eleganza che mi fanno sentire a casa. Vi segnalo a questo proposito un libro che ho trovato in rete, London Art Deco, che mostra gli edifici in stile di Londra, tra cui, ovviamente, Florin Court, location dei telefilm di Poirot, con David Suchet, che

lunedì 20 giugno 2011

Un gioco, tanti giochi



 I bambini trovano modo di giocare con qualsiasi cosa. Per mia figlia gli elastici per i capelli, i sottobicchieri o le tessere dei suoi puzzle diventano all'occasione i biscotti e il pane che cuoce nel forno/decoder di sky ogni volta che la assale la creatività culinaria. Ed ecco allora che un oggetto dalla forma di guscio può diventare nella loro fantasia qualsiasi cosa.

Diaologo di un'assenza

Ogni cosa a suo tempo
Quando verrà il mio?
Quando sarai pronta
L'attesa mi intorpidisce,
sento le dita raggrinzirsi
il respiro farsi fumo
Non pensare di essere sempre tu
ad avere paura
Nulla è meno reale della tua presenza
Niente è più reale della tua volontà
Non sono qui per farti la morale
né per decidere al tuo posto
Sento solo di doverti delle scuse
Per averti tradita
Per averti ingannata
Per averti violentata
Per averti raggirata
Per averti soggiogata
Per averti reso schiava

Per aver ceduto al dolore
Per aver sentito il mio cuore sfaldarsi
Per aver riso delle mie paure
e pianto della mia forza
Per aver ingoiato sangue
e sputato rospi.
Senza essere consapevole
di ogni gesto
di ogni mossa
ed essere stata
Sola

Scuola

  • Definizione: 1.Istituzione educativa che ha il compito di trasmettere alle giovani generazioni gli elementi fondamentali di una civiltà, di una cultura o di avviare al possesso di una data disciplina o alla pratica di una determinata professione; il complesso delle istituzioni scolastiche di un paese o di un'epoca predisposto all'insegnamento collettivo della gioventù. 2. estens. Corso di istruzione relativo a un settore specifico. 3. Sede scolastica, edificio scolastico; l'insieme della scolaresca e degli insegnanti di una scuola; il tempo dedicato all'insegnamento. 4. Gruppo di artisti, filosofi o scienziati uniti dai medesimi principi ideologici o metodologici; l'indirizzo da essi seguito.

    Applicazione: Non so voi, ma io soffro della sindrome dell'eterno studente, nel senso che già ad aprile fiuto nell'aria la fine della scuola, e il mio cervello entra in modalità pre-vacanziera. Ora siamo a giugno inoltrato, vi lascio quindi immaginare il mio stato d'animo. Perché purtroppo non faccio l'insegnante, né la studentessa attempata (è una professione?). Ora che i nubifragi hanno lasciato spazio a giornate (ben due di seguito) soleggiate ma non afose, con quella dolce brezza che accarezza la pelle ancora e per sempre pallida e fa sognare di giornate passate in riva al mare, o all'ombra di albero frondoso, le narici solleticate dalla salsedine o dall'intenso profumo dei fiori. 
    La scuola è finita (almeno per la pausa estiva, per il tutto il resto, speriamo che la FINE non sia definitiva e il percorso discendente un inesorabile piano inclinato), le pagelle sono state consegnate. Io mi auto-promuovo. Perché non posso andare in vacanza per due mesi  e mezzo?
    Produrre, produrre, produrre... che cosa poi, non l'ho mica ancora capito. 

I Righeira avevano ragione

L'estate sta finendo, e un anno se ne va, sto diventando grande, lo sai che non mi va...
Complice una spiaggia settembrina e semideserta a causa del maltempo che sferza senza pietà il nord italia ormai da mezzo mese, mi fermo a pensare ad alcune Verità Fondamentali.




Primo: l'estate sta finendo, sembra proprio così. Sto diventando grande, è vero. Lo sai che non mi va, è altrettanto vero. I Righeira già nel 1985 avevano intuito l'inestricabile analogia tra la stagione balneare e la stagione della vita. L'estate nel suo pieno svolgimento è la metafora della gioventù caciarona dei marchesini Pucci, dei Luca e dei Felicino, dell'Acquafan di Riccione di Radio Diggèi e del cornetto du gustis is meio che uan, degli hiphop profumati e di Sabrina Salerno.

venerdì 17 giugno 2011

Giocare con le idee

L'istinto creativo è un'onda che non si può fermare. Non parlo per esperienza diretta, anche se concedo che non necessariamente la creatività si manifesta in vere e proprie creazioni. Insomma, per tutti c'è speranza. E soprattutto ritengo che sia una capacità che si può sviluppare iniziando a praticarla da piccoli. e tutti i bambini nessuno escluso, sono creativi.
Il segreto allora, forse, è non smettere mai di essere almeno in parte bambini.
E che cosa c'è di meglio, allora, che creare giocattoli?
In rete ho trovato queste perle, di LuckyBoySunday, e come sempre sono lieta di condividerle con voi.

Insulso

DefinizionePrivo di spirito, di vivacità intellettuale


Applicazione: sono imbarazzata dall'ampia scelta di persone, situazioni o cose a cui l'aggettivo insulso si può applicare. Mi limito al più banale: uomo insulso. E aggiungo che faremmo tutti a meno di sperimentare l'insulso nella nostra vita, ma a volte ci affoghiamo dentro senza nemmeno accorgercene, ovviamente. 

giovedì 16 giugno 2011

iggy pop+foo fighters: facce da concerto


Cose che ho scoperto ieri al concerto di iggy pop:

se salti in aria a ginocchia unite avendo 35 anni + 1 potresti non tornare a casa con entrambe le giunture.

anche se iggy pop crede ancora di vivere nel 1969 ed è convinto che spaccare l'asta del microfono alla fine di un pezzo sia ancora un gesto di dirompente presa sociale, è un artista generoso e verace. In 20 anni di onorata carriera concertistica non avevo ancora visto nessuno invitare 30 persone a ballare sul palco e poi, finito il brano, invitarle a scendere gentilmente, e quelle educatamente stringergli la mano, battergli la spalla oh iggy bella lì grazie!

Racconto tra le righe


Lei si svegliò un giorno e si rese conto di essere in trappola. La casa che le avevano disegnato era perfetta, l'uomo che l'avrebbe portata a fare un giro in barca, quel giorno, era una adone, e sebbene non si illudesse di essere esente da qualche periodo di crisi, non c'era ombra di dubbio che ci sarebbe stato un lieto fine tra loro.
Avrebbe dovuto essere felice, e allora perché non lo era?
Tutta colpa della consapevolezza. Ora, diversamente da prima, sapeva di non essere libera. Non aveva la libertà di lasciare Lui, e magari rovinarsi la vita per questo. In fondo chi avrebbe mai lasciato un uomo così? Lei sapeva bene che nella vita reale non ne esistevano molti. Sotto questo aspetto, la sua vita era un sogno.
Ma la libertà, quella no, non ce l'aveva.  Non l'aveva mai avuta. Non era libera nemmeno di fumarsi una sigaretta.
Viveva in una dimensione ridotta, ma non per questo era meno reale delle altre, almeno per lei che vi era confinata.
Nel regno della possibilità cambiava leggermente aspetto a seconda di come gli altri la percepivano, ma non era mai brutta. Mai.

mercoledì 15 giugno 2011

Che ci azzeccano Gianni Rodari e Iggy Pop?


Questa giornata non è cominciata per niente bene.
Un colloquio che non ho potuto colloquiare perché non avevo capito niente a prescindere.
Una macchina che decide di abbracciarne un'altra con impeto, come se non la vedesse da mesi, come se fosse il suo amore perduto, come se di lei non potesse davvero più fare a meno. La passione tra automobili non era contemplata nella mia mattinata.
Mentre mi recavo in ufficio a bordo della mia macchina innamorata, ho avuto una visione.
Il semaforo che ci si stava avvicinando a velocità moderata - e a questo punto potevo solo sperare che la mia LoverMachine non decidesse di amare incondizionatamente anche lui - era di un colore intenso. Un colore che non era né rosso né giallo né verde. Era blu. Non un blu slavato, pastello, zuccherino, ma un blublublublublublu.



Immediatamente ho pensato alla favola Il semaforo blu di Gianni Rodari. La mia preferita:

Paint your life

Immaginate un giardino immenso, un salice piangente su un prato verde. Un'altalena, la brezza leggera, il profumo del gelsomino e una buganvillea che colora il lato di una villa antica.
Non manca niente.
Bene. Ora immaginate un cortile striminzito, di cemento, con qualche sporadica pianta in vaso che fatica a colorare l'atmosfera.
Ottimo, quello che ci vuole in questo contesto, ma anche in mille altri meno o più sfortunati, è una fantastica Pylon Bench, prodotta da Nola per il design di Marcus Abrahamson e Kristoffer Fragerström.
Se invece avete solo un balcone dei playmobil formato playmobil come il mio... andate al parco. 

Lenta e inesorabile

martedì 14 giugno 2011

Favorevoli o contrari


Poco prima del referendum mi sono posta anch'io il problema.
Non è che sto andando a votare a favore dell'abrogazione sul nucleare solo per qualunquismo, per sentito dire, per Fukushima, perché l'ha detto Travaglio, per fare un dispetto al nostro Premier, perché il nucleare è brutto e cattivo? Perché diciamocelo, io e Rubbia non abbiamo proprio le stesse competenze, quindi alla fine che ne so io?
Non volendo seguire per partito preso una corrente di pensiero, seppur sufficientemente sensata, ho deciso di approfondire la questione. Mi sono informata (orrore orrore!) e su Internazionale (noto settimanale di sinistra) ho trovato un articolo del caporedattore della sezione ambiente del Guardian, Damian Carrington, dal titolo Favorevoli o contrari. Mi sembrava un buon punto di partenza, innanzitutto perché illustrava la questione sotto entrambi gli aspetti. Poi perché poneva la stessa questione sotto forma di domande. Nel caso il lettore avesse risposto sì a tutte o alla maggior parte di esse, sarebbe stato a favore del nucleare. In caso contrario, ovviamente, sfavorevole.
Ve le riporto di seguito, con la lucida e comprensibile spiegazione di Carrington, un po' stagliuzzato per ragioni di spazio. Spetta poi a voi trarre le vostre conclusioni.


La comunità internazionale può evitare la proliferazione di armi atomiche o almeno impedirne l'uso?
L'attuale regime di non proliferazione ha rallentato ma non interrotto la produzione di armi nucleari. Tutti i recenti programmi militari atomici sono stati portati avanti usando come copertura un programma civile. Questo legame ha generato nel nucleare una cultura della segretezza che molti trovano preoccupante. In ogni caso, anche se le armi atomiche proliferano, solo il loro impiego effettivo provocherebbe una catastrofe.

Un cartellone pubblicitario? No, una borsa!


Quale momento migliore di questa giornata post referendaria per parlarvi di riciclo? E non di un riciclo qualsiasi, ma di un riciclo su scala industriale a partire dai banner pubblicitari realizzati in pvc. Tre soci di Sesto San Giovanni con alle spalle esperienze di marketing, spettacolo, comunicazione e design decidono alla fine del 2009 di non voler essere solo vaghi consumatori responsabili, ma di voler fare attivamente qualcosa di concreto in termini di imprenditorialità e sostenibilità. Abitando a Milano erano abituati a vedere cambiare ogni mese la maxi pubblicità davanti a casa. Il pvc, materiale di cui sono fatti i banner, non è certo semplice da riciclare. Ecco quindi che scatta l'intuizione. Realizzare una linea di moda che trasformi i banner usati in eco-borse e accessori, tutti coloratissimi e di tendenza. Il materiale si prestava non poco a questa operazione: resistente, colorato, impermeabile. Nasce così garbageLAB.
Partiti con un investimento iniziale di 40.000 euro spesi per rimettere a posto un vecchio magazzino, adesso lavorano in uno spazio di 100 mq nell'area riqualificata delle ex acciaierie Falck, a Sesto San Giovanni. Riutilizzano, riportandoli a miglior vita, circa 1500 mq di pvc al mese, una parte importante della totalità delle affissioni milanesi, dalle quali devono scegliere i pezzi che più si adattano esteticamente alla destinazione finale, privilegiando quelli colorati, con le scritte.

Bruum


Oggi vorrei tanto poter lavorare su una scrivania come questa, anche formato bambino andrebbe benissimo, non sono poi così alta. Colore, gioco (non per niente la linea si chiama Play), il sole che finalmente colora il cielo di blu. Meno male che sono disordinata e il caos regna sovrano intorno alla mia tastiera, sennò il grigiore di questo posto potrebbe soffocarmi.

lunedì 13 giugno 2011

Affluenza

DefinizioneConcorso di persone:  a. alle urne, numero di persone che si recano a votare presso i seggi elettorali


Applicazione: qualunque sarà l'esito dei referendum appena conclusosi, sono contenta della considerevole affluenza alle urne, segno che gli italiani, forse, hanno riconquistato la voglia di pensare con la propria testa. 

La tua casa: un tuo progetto

State progettando di cambiar casa, e magari siete di quei fortunati che si trovano tra le mani un'antico casolare, o semplicemente un vecchio capannone in rovina da convertire nella casa dei sogni?
Forse questo libro vi tornerà utile per capire il vostro architetto quando parla, e suggerirgli quello che volete in una lingua di sua comprensione.





In vendita presso lo shop on-line del Design Museum di Londra

Aiutami Hope!

Ora lo so! I colpi di fulmine esistono davvero, quelli accecanti, devastanti, che ti lasciano stordita e felice. Non gli avresti dato due lire, lo incontri con diffidenza e arroganza sapendo già che non fa per te. E poi SBAM!, la vita ti sorprende ancora una volta, avvolgendoti nelle sue spire silenziose, senza che tu te ne accorga ti ritrovi intrappolata. E scopri che ti piace un sacco.
Quest'anno mi è successo con Aiutami Hope!


domenica 12 giugno 2011

Un voto color arcobaleno

Okay è giunta l'ora.
cose da fare:
ricordarsi la scheda elettorale
ricordarsi un documento
ricordarsi quale documento non hai ancora perso e scegliere proprio quello
controllare il seggio


azzeccare la sezione


sabato 11 giugno 2011

Guardiamoci le spalle

Filastrocche temporalesche

Ore 16.00: il cielo fino ad allora riscaldato da un tiepido, asfittico, esangue, emofiliaco sole si intristisce improvvisamente, inizia prima a brontolare e poi a tirare fuori l'artiglieria pesante: tuoni, fulmini e saette. Succede esattamente la stessa cosa, alla stessa ora, da almeno tre giorni.
Una donna e una bambina stanno con il naso all'insù. Si sono stancate di tutta quell'acqua, di tutto quel corri corri, fuggi fuggi, asciugati i piedi prima di entrare, tesoro usciamo mettiti la canottiera, la maglietta a maniche corte, quella a maniche lunghe, la felpa, l'impermeabile, la k-way e il costume da bagno, sai nel caso il tempo cambiasse... Decidono quindi che è ora di fare qualcosa. E quel qualcosa sono delle rime in libertà, per tentare di cacciar via la pioggia e di riportare in vita quel sole emofiliaco.
Questo è il nostro primo progetto editoriale home-made.
Le rime sono il frutto di un flusso di coscienza ininterrotto di una cinquenne e di una trentaseienne.
I disegni sono ovviamente della cinquenne, anche se la trentaseienne non sa disegnare molto meglio, sono ispirati alle rime e sono un po' tutti uguali, è vero, ma anche le rime sono un po' tutte uguali... Spero ci perdonerete.
Il titolo è frutto di un brainstorming tra la cinquenne e il cielo in tempesta:



venerdì 10 giugno 2011

Contesti

Disegnare sempre un oggetto pensandolo nel suo contesto immediatamente più ampio - una sedia in una stanza, una stanza in una casa, una casa in un ambiante, un ambiente in una città.
by Eliel Saarinen
tratto da Quotes on Design

Post semiserio sulla nanna, sui lettini e sulle uccelliere



Credo che sia ormai evidente a tutti, mamme, addetti ai lavori, pediatri, puericultrici, pedagoghi, che la nanna del bambino è uno dei grandi spauracchi dell'ultimo mezzo secolo. Il fatto che in passato, e ancora adesso in molte altre culture principalmente nel sud del mondo, l'attachment parenting - termine intraducibile, se non forse con empatia - sia stata una pratica naturale e consolidata dovrebbe farci capire quanto ci siamo allontanati dal nostro istinto, soprattutto nella maternità. In questi ultimi decenni siamo andati avanti, siamo progrediti in moltissimi campi, ma abbiamo perso di vista le nostre emozioni.
Consigliati molte volte da cattivi maestri, costringiamo i nostri bambini a dormire al buio, da soli, in uno spazio che a loro sembra troppo vasto e in cui si sentono naufragare, mentre a noi spesso sembra troppo ristretto e soffocante. Parlo così per esperienza personale. Anch'io ho avuto i miei bei problemi con il sonno delle nane; la mia prima figlia è anche figlia di Estevill e compagnia bella. Risultato: a cinque anni ancora si sveglia di notte.

giovedì 9 giugno 2011

Eleganza


Family Day

Il design si impara da piccoli, ma anche da grandi. Molto divertente è impararlo insieme. Al Desing Museum di Londra, il prossimo 26 giugno, si tiene un Family Day, con incontri e workshop pensati apposta per le famiglie.

Design is something you learn when you're a child, but you can learn it as an adult as well. It's great fun to learn it together. The Design Museum in London organizes a family day on  June the 26th, with meetings and workshops for the whole family.

Enjoy!

Foglie o sfoglia?

mercoledì 8 giugno 2011

Questo non è un frigorifero

La realtà è quella che oggettivamente è, quella che noi percepiamo o ancora meglio quella che vogliamo che sia?
L'arte è solo nei musei o è ovunque?
Una pipa è solo una pipa?
Qui vi avevamo dato delle risposte.
Adesso è il momento di passare ai fatti.

Questo è un frigorifero Philco originale Anni Cinquanta restaurato?



Sbagliato.

Diritto

Definizione
  • 1 Insieme di principi codificati allo scopo di fornire ai membri di una comunità regole oggettive di comportamento su cui fondare una ordinata convivenza:  d. civile, parte del diritto che ha per oggetto lo stato delle persone e i loro beni | d. penale, insieme di disposizioni e di leggi con cui lo stato vieta determinati comportamenti, mediante la minaccia di una sanzione | d. pubblico, complesso di norme che regolano l'organizzazione e le funzioni dello Stato e dei suoi enti | d. privato, la parte del diritto costituita dalle norme che regolano i rapporti tra i singoli cittadini e tra questi e gli enti pubblici 2 Disciplina che ha per oggetto di studio i principi, le norme costitutive del diritto 3 Ciò che ogni cittadino può giustamente rivendicare di fronte alla comunità di d., secondo quanto stabilito dalla legge. | in linea di d., in teoria 4 estens. Ciò che l'individuo pensa che gli spetti o crede di potere rivendicare in base a esigenze naturali o alla cultura e alle consuetudini della comunità in cui vive|| a buon d., con valide ragioni | a maggior d., con ancor più valide ragioni 5 Compenso dovuto a enti o a singoli per una prestazione, per un servizio || diritti d'autore, percentuale che spetta all'autore di un'opera creativa come corrispettivo dello sfruttamento commerciale dell'opera stessa
  • • agg.rel. non derivati dal lemma: (1, 2) giuridico, legale; (3, 4) legittimo

    Applicazione : Il diritto di votare ai referendum non è un obbligo di legge, lo abbiamo capito e lo sapevamo già. Quello che nessuno dice, però, è che non esercitando quel diritto, cioè non andando a votare, si impedisce di farlo anche a quelli che vorrebbero esercitarlo. In parole povere, se non si raggiunge il quorum anche solo per la mancanza di un voto, si annulla il diritto di affermare la propria volontà a tutti quelli che volevano farlo. Quindi, qualunque sia la vostra opinione in merito ai quesiti, andate a votare. 

martedì 7 giugno 2011

Ansia da prestazione


cic ciac cic ciac... - Mamma svegliati è giorno
- Nana sono solo le sette, dobbiamo essere all'asilo alle nove, dormiamo ancora un po'
- No, dai, mamma poi se ci riaddormentiamo arriviamo in ritardo
- Non ti preoccupare ho puntato la sv.....zzzzzzzzzzzzzzzzzz

- Nana, nana sveglia! Siamo in ritardo, lo sapevo, lo sapevo, non dovevamo continuare a dormire
- Te l'avevo detto mamma, adesso arriveremo in ritardo, e dimmi, come faremo l'anno prossimo che devo andare alla scuola elementare e devo entrare prima, eh? Me lo dici, me lo dici??
- Tranquilla, nana, ci organizzeremo meglio
- Bocciata in prima elementare, che vergogna! Speriamo di arrivare alle medie...

Perché se Keith Richards può ancora andare in tour io non posso andare al concerto dei SOAD?


Mia madre dice che ho già superato da un pezzo l'età per andare ai concerti. Io dico che se i RS possono ancora andare in tour portandosi dietro un defibrillatore per Keith, io posso ancora bellamente pogare, sudare, strillare, farmi strappare le viscere. Che a qualcuno sembrerà solo una fatica senza senso, ma per me è vitale.
Il due giugno era la festa della Repubblica e io l'ho onorata degnamente andando al concerto dei SystemOfADown, che la critica liquida come "gruppo metal alternativo armeno". Questa mania di voler etichettare per forza qualsiasi cosa sta cominciando davvero a innervosirmi. Intanto mi manda fuori di senno la parola alternativo: alternativo a chi e a che cosa? Ogni proposta musicale, letteraria, artistica che nasca da un'ispirazione personale è alternativa a quella di qualcun altro. Alternativo al modello dominante? Prima bisogna definirlo, questo modello. Per quanto riguarda il metal invece, come spesso accade, una volta che la critica conia una definizione, questa è già bella e superata. E in questo caso da vent'anni. L'arte va avanti belli miei, mentre le vostre parole intristiscono, ingialliscono, ammuffiscono sulla carta. Il metal è roba anni Settanta e Ottanta. Già quando un genere si sviluppa in altri sottogeneri vuol dire che quella definizione non basta più a contenerlo. Trash, Black, Progressive, Hair, Death, Epic, Doom. Tutte derivazioni sfilacciate.

Savoir-faire

Definizione Stile di comportamento caratterizzato da cortesia, tatto e affabilità


Applicazione: Un pranzo o una cena con Hercule Poirot sarebbe una perfetta applicazione del savoir-faire. Che non è necessariamente sinonimo di fascino, e non lo è mai di competenza.

Lavorare per (senza?) vivere


Quasi tutti noi dobbiamo lavorare per vivere. Non ho niente contro il lavorare, ma è quel dobbiamo che non mi piace. La maggior parte del nostro tempo, la passiamo sul luogo di lavoro e releghiamo il resto alle serate - troppo brevi per il troppo lavoro e l'eccessiva stanchezza - ai weekend e alle vacanze.
Quanti giorni i ferie avete? Io ne ho 30, che dovrebbero essere 6 settimane comprensive di sabati e domeniche. 6 settimane su 52. Cioè passo 46 settimane all'anno in ufficio.
Mi si è già chiuso lo stomaco al pensiero.
E tutto questo in nome dell'economia, della produttività, della competitività.
Certo siamo lontanissimi dalla semi-schiavitù dei tempi della rivoluzione industriale, ma lo siamo anche da quelli di una rivoluzione umana che ponga l'Essere al centro.
L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro. E lo rispetto, non fraintendete. È il rapporto uomo/lavoro che, però, non va bene.
Lavorare è importante, ma non può esserlo più di vivere. Godere del profumo del gelsomino mentre cammino con calma verso l'asilo nido per prendere mia figlia, un mercoledì di giugno qualunque. Questo mi è negato, perché a quell'ora sono in un ufficio condizionato, dove l'unico odore che sento è quello della polvere.
Godere della libertà di uscire dopo un temporale per sentire il profumo della terra e trarne rinnovato vigore per affrontare quel che resta del giorno. Questo mi è negato, perché non c'è terra intorno al mio ufficio e, quando sono di ritorno a casa, del giorno non è rimasto più niente.
Piccoli piaceri della vita relegati a 134 giorni all'anno circa.
A me non basta.
Che cosa voglio?
Una rivoluzione del pensiero.

In fondo

Infatti, il lato interiore ed esoterico del Giuoco, come sempre la parte esoterica, tende a trascinare nell'uno e nel tutto, a scendere nelle profondità dove regna soltanto l'eterno respiro sufficiente a se stesso nel suo perpetuo andare e venire.
Hermann Hesse in

Il giuoco delle perle di vetro
Traduzione: Ervino Pocar
Edizione Oscar Mondadori

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