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mercoledì 29 febbraio 2012

#freeRossellaUrru (keep on rockin' in the free world)

Il vero raccolto della mia vita quotidiana 
è qualcosa di altrettanto intangibile e indescrivibile dei colori del mattino e della sera. 
È un po' di polvere di stelle afferrata 
un segmento di arcobaleno che abbiamo preso con una mano.

Henry David Thoreau
Walden, ovvero la vita nei boschi


By colour

Pecore nere - Capitolo 6


Capitolo 6
Non c'era tempo di riscrivere l'articolo, gli disse il caporedattore alla cultura. Bisognava quindi tagliare. 
APERITIVO D'AUTORE. COME ANNACQUARE DANTE CON UN PO' DI MARKETING.
Nel tepore della serata settembrina, nel centro culturale della città, la poesia viene colpita al cuore. Michele Papi legge con voce incerta il primo canto dell'Inferno, davanti a un pubblico eterogeneo, che non vedeva l'ora che la tortura finisse per dedicarsi alle più piacevoli pubbliche relazioni del dopo evento. È meritevole condividere con la gente comune preziosi momenti letterari, far entrare Dante nella loro vita di tutti i giorni, tra l'ufficio e la cena. Anche se qui di gente comune non ce n’era, a giudicare almeno dalle arie che si davano le signore, le signorine e i più o meno aitanti giovanotti che le circondavano. 

martedì 28 febbraio 2012

Giochi spazzatura

Il mantra del ventunesimo secolo è: non si butta via niente!
Il mantra del primo decennio del ventunesimo secolo è stato: lo faccio io!
Il mantra del duemiladodici sarà: prima di buttar nella spazzatura quella bottiglia di plastica ci penso su dodici volte che magari mi viene in mente qualcosa di creativo.
Detto questo, c'è un uomo là fuori che trasforma la spazzatura in giochi istruttivi, divertenti, scientifici, tecnologici. Giochi inutili, come tutti i giochi dovrebbero essere.
Quest'uomo è Arvind Gupta e il suo sito è Toys from trash. The best thing a child can do with a toy is break it!
Lui trasforma tutto ciò che gli capita a tiro in mirabolanti invenzioni. Tira fuori ballerine da bottiglie di plastica, macchinine a reazione da righelli, coccodrilli parlanti da bicchieri di carta.
Non faccio fatica a dire che Arvind è un mago. Una sorta di Harry Potter che ha visto la serie completa di MacGyver almeno cento volte.
L'unico problema è che non lo capisco quando parla e l'audio dei suoi video-tuorial ricorda da vicino i filmini del progetto Dharma in Lost.
Ma per questo lo possiamo perdonare.
Voi che ne dite?


Classico+moderno

lunedì 27 febbraio 2012

Primavera/estate 4 kids e per un'adulta nella Comune Biologica

Sarà l'aria primaverile.
Sarà che secondo il calendario dovrei sciare e invece mi viene voglia di correre sui prati in fiore come Julie Andrews.
Sarà che il mio guardaroba primavera/estate è lo stesso da almeno cinque anni. E rimarrà uguale ancora per questa stagione, che non si cambia negli anni dispari. Porta male. Sarà che invece l'armadio dei bambini va rinnovato a ogni stagione, almeno nei primi cinque-sei anni, e questa è un'ottima scusa per indebitarsi.
Sarà che ho voglia di vedere bambini vestiti da bambini e non da piccoli Lady Gaga o Justin Bieber .
Sarà che ho la smania di aprire la finestra e fare entrare un po' di aria fresca.
E allora lasciamoci andare alla corrente.

pluto tees

Manuale di sopravvivenza


Sia chiaro, sono molto scettica nei confronti dei manuali, che possono essere di supporto all'apprendimento di qualcosa, ma non possono esaurirlo. Detto questo, sono molto incuriosita da questo Scrivere libri per ragazzi, di Manuela Salvi, edito da Dino Audino Editore, che di manuali ne pubblica tanti. Sono incuriosita, perché ho una storia che mi frulla per la testa e a cui non riesco mai a dare forma, travolta dalle mille incombenze della quotidianità; perché non mi dirà niente di nuovo per pagine e pagine, ma poi arriverò a una frase, anche una sola, che mi scioglierà i dubbi su tono, temi e quant'altro.

giovedì 23 febbraio 2012

Backstage e sogni di due posti speciali

Quando si ha a che fare con i sogni si è sempre un po' insicuri delle proprie percezioni. Dentro il laboratorio di Carlotta Riva mi sentivo come un astronauta sulla luna o un elefante in una cristalleria. Scegliete voi. Charlò, l'atelier di Carlotta, è una fabbrica di sogni ad occhi aperti, un posto dove riempirsi gli occhi e l'anima con creazioni preziose
.

Pecore nere - Capitolo 5



Capitolo 5
Nella casa editrice Barbato c'era fermento in quei giorni. Finalmente le prove tecniche per la realizzazione della rivista potevano dirsi chiuse.
<<Bene, ragazzi. Gli articoli del numero zero sono stati corretti da me e da Carlotta. È tutto pronto per lo stampatore. Ma voi siete pronti?>> 
Lo sguardo penetrante attraverso gli occhiali scrutò la "combriccola di intellettuali", come amavano chiamarsi scherzosamente. Tutti annuirono tra il soddisfatto e l'intimorito.
<<Tra quattro settimane dovremo presentare la rivista alla stampa e al pubblico. Dovrete essere sicuri di voi stessi, fermi e convinti delle vostre posizioni, delle vostre idee. Vi porranno domande con l'intento di smascherare una vostra presunta impreparazione. Non dovrete vacillare.>>
Le teste si spostarono all'unisono da sinistra a destra e ancora a sinistra, come in un musical. Ma senza musica. 
<<Il tema che abbiamo scelto per il numero di lancio è un tema importante. Le letterature di confine e i confini della letteratura. È importante che facciate trasparire la vostra identità di scrittori al confino, in una società che sembra volersi liberare della letteratura con il beneplacito, anzi, con la connivenza, della classe dirigente.  Non dovete temere di dire queste cose, perché l'unica arma che quelli possono avere contro di voi è la vostra debolezza.>>
Sembravano un piccolo esercito davanti al discorso del generale, prima di lanciarsi nella battaglia decisiva. Se Gustav Nightingale fosse stato qui, come era stato nelle sue intenzioni, all'inizio, avrebbe fatto la stessa fine, metaforicamente, di un condannato davanti al plotone di esecuzione. Con la sola differenza che nessun fucile sarebbe stato caricato a salve.
Dopo il discorso del generale, le truppe ruppero le righe e iniziarono a muoversi intorno alle scrivanie e agli scaffali come formichine, che lavorano tutte per uno scopo comune. Ma dove li avrebbe portati questo scopo comune? Loro speravano lontano. Ma per quanto grande sia un formicaio, rimane un nulla in confronto a una montagna.
Intanto Barbato si era messo a controllare la posta elettronica.
<<Mi fanno ridere>> iniziò con la vocina che usava sempre per prendersi gioco di qualcuno assente. <<Mi fanno ridere questi cazzoni.>>
Carlotta, coordinatrice insieme a lui della scuola di scrittura, gli chiese delucidazioni. <<Cosa ti rende all'improvviso così scurrile?>>
<<Quelli del Festival della letteratura di S. Candido/Innichen Literatur Fest>> spiegò Barbato leggendo l'intestazione dell'invito elettronico con una pessima pronuncia del tedesco. <<Mi mandano il programma anche dopo che ho rifiutato l'invito a partecipare. Non hanno capito che qui si fa la cultura vera, non libretti fine a se stessi, che finiscono per mesi e mesi sui comodini di borghesi benpensanti, che altro non sanno fare che assopirsi quando hanno per le mani un libro. Io. Lì. Non. Ci. Vado. Ma ormai non c'è nessuno che sappia distinguere la letteratura dalla spazzatura. Per questo, ragazzi, la nostra rivista è importante. Per far circolare idee vere.>>

mercoledì 22 febbraio 2012

Guerre tra poveri


Questo post è una considerazione. Quanto può essere triste una società in cui leggere un libro è roba per pochi? Nell'antichità era così perché solo i più ricchi potevano accedere all'istruzione e l'analfabetismo dilagava. Chi non sapeva leggere, spesso avrebbe voluto poterlo fare. Oggi chi legge si deve difendere dagli attacchi di chi si vanta di non leggere. Ma io dico. Come ci si può vantare di non leggere? Non che sia obbligatorio amare la letteratura, o interessarsi di saggistica, ma perché ti devi vantare di non sapere da che parte si apre un libro? L'ostentazione snobistica di una mancanza non la trasforma in un pregio. Perché puoi anche non leggere, ma tutti sappiamo che la lettura apre la mente. Quindi anche tu, lettore accanito, non ti vantare della tua immensa cultura letteraria. Vantarsi è brutto in ogni caso.

martedì 21 febbraio 2012

Ci vuole un albero (o molti di più)


Ecco, brevemente, un omaggio alla fantasia, all'arte, al disegno e alla natura. In una parola, che le riassume tutte, un omaggio ai bambini. Forme semplici ma complesse, disegni da gustare e da imitare, per piantare una foresta intera di idee.

Giochi da ragazzi per una festa lunga lunga

Tecnicamente siamo fuori dalla zona compleanno già da più di 24ore. Ma a noi piace festeggiare a lungo, per più giorni di seguito, facendo cose nuove e incontrando sempre nuovi amici. Un po' come Paris Hilton. Ma, diversamente da Paris, a noi i regali piace farli più che riceverli.
Ecco quindi che i magnifici cappelli di Charlò diventano i protagonisti di un altro shooting a cui Cristina ha prestato la sua mano sapiente e la sua personale visione.
Questa volta il set è un po' più lontano dalla città e un po' più vicino al cuore.
I cappelli si sono divertiti. E anche noi.
C'è chi scende 

lunedì 20 febbraio 2012

Festa

DefinizioneRicorrenza religiosa o civile, solennizzata con il riposo, con riti e cerimonie; giornata non lavorativa, vacanza:; giorno in cui si festeggia una ricorrenza privata; giorno in cui si festeggia, con iniziative e manifestazioni varie, qlcu. o qlco.: || far f., fare vacanza | le f., serie consecutiva di giorni festivi | f. fisse, solennità liturgiche che si festeggiano ogni anno in giorni fissi | f. mobili, la Pasqua e le f. ad essa collegate, che cadono ogni anno in periodi diversi | a f., per una festa; come nei giorni di festa: | conciare qlcu. per le f., per antifrasi, ridurlo male 2 Trattenimento pubblico o privato, per qualche ricorrenza o per divertimento: || fig. guastare la f., rovinare la contentezza degli altri 3 estens. Manifestazione o occasione di allegria, di gioia, di esultanza || far f., fare le f. a qlcu., accoglierlo in modo festoso; pop.detto spec. del cane || fig. far la f. a qlcu., per antifrasi, ucciderlo, rovinarlo  dim. festicciola


Applicazione: Oggi è festa per Il cesto dei tesori, significa che sprizziamo energia, gioia e vapore acqueo (dovuto alla pioggia che picchietta sul nostro stato d'animo febbricitante). Avremmo voluto pubblicare un post ogni minuto, ma dato che siamo fautrici della lentezza, abbiamo alla fine deciso che uno poteva bastare, vabbè, due, dai, proprio per assaporare l'atmosfera festosa. E domani la sorpresa continua. In fondo, è carnevale.

Buon compleanno a noi, un pensiero per voi

Incredibile ma vero, è passato già un anno dal primo post, che ha dato il via a questo blog. Benedetta e io abbiamo deciso di festeggiare concedendoci una giornata off a scattare foto "di moda". No, tranquilli, niente di patinato, anzi, ci è mancato poco che non ci sporcassimo letteralmente le mani. Ringraziamo Charlò per i bellissimi accessori messi a disposizione per questi shooting fotografici. Qui il primo set, un'officina davvero speciale, che ha preferito rimanere anonima.


venerdì 17 febbraio 2012

Poeti in erba possono crescere


La verità è che tutto si impara da piccoli. Non dico tanto la capacità i fare le cose, quanto l'amore per avere poi un un giorno la pazienza e la passione per impararle, perché non è che si possono sommergere questi poveri bambini con tutte le nostre aspettative. Però l'infanzia è certamente il momento giusto per gettare piccoli semi nelle loro menti morbide e fertili, perché qualche buon frutto prima o poi daranno. La poesia è un'arte ormai bistrattata, ma è nobile letteratura, pensieri condensati in pillole di bellezza. Qualcuno dei nostri bambini un giorno, magari, sarà un grande poeta, ma a che servirà se tutti gli altri non sapranno apprezzare la poesia? Ecco qui un libro di poesie (non filastrocche, poesie) per bambini, si tratta di haiku, quelle poesie giapponesi di tre soli versi che tutti si possono divertire a comporre. In fondo, giocare con le parole è divertente come giocare con i colori, o le note o...

giovedì 16 febbraio 2012

Shakespeare I Love


Contaminazione. Trovo che sia un elemento auspicabile quando si parla di arte. Se è vero che l'arte esiste solo per l'arte, è certo però che l'arte non esiste senza l'arte, cioè senza le influenze di altre opere d'arte. Ciò vale in ogni campo artistico, e quando le influenze sconfinano da un campo a un altro si parla di contaminazione. Sono convinta che William Shakespeare, che traeva ispirazione sempre da opere d'altri, migliorandole con la sua poesia unica, apprezzerebbe l'edizione illustrata dei suoi sonetti d'amore realizzata da Caitlin Keegan. Quelle sono parole che bastano certamente a se stesse, musicali, profonde e immortali, eppure questi disegni donano un tocco di contemporaneità all'eternità e mi ricordano, in modo forse un po' blasfemo, non so, le illustrazioni che William Blake faceva dei suoi poemi come anche della Divina Commedia o della Bibbia.

mercoledì 15 febbraio 2012

Metroreaders. Seconda settimana d.f.

Seconda settimana d.f. 10 metroreaders
Eccoci arrivati alla seconda settimana post furto.
I metroeaders, inconsapevoli, inconsapevolmente ringraziano.
E comunque ricordate: fotografare gente ignara che legge in metropolitana is the new black!

Grandi per piccoli


Quando i Grandi della letteratura scrivono storie per bambini non può che nascerne qualcosa di buono. Per questo vi segnalo La bambina di neve, di Nathaniel Hawthorn, nell'edizione pubblicata da Topipittori con le illustrazioni di Kiyoko Sakata, che sono vera poesia. La storia ci fa entrare nel mondo magico della fantasia dei bambini, risultando divertente per i piccoli e un toccasana per i grandi, quella con la g minuscola come me.

martedì 14 febbraio 2012

Volano libri...


Io amo i libri. E non in senso lato, io li amo proprio: la consistenza cartacea, l'odore, la loro plasticità tra le mie mani, oltre ovviamente alle parole che contengono, che compongono storie a volte predilette e altre maledette, mannaggia a loro. Però provo una certa attrazione anche per la tecnologia, e trovo i libri elettronici per bambini davvero straordinari... be', alcuni, per lo meno. Tutto questo preambolo, e quello di cui sto per parlarvi non è nemmeno un libro vero, perché nasce come film, e come tale viene anche nominato all'oscar come Best Short Animated Film, ma nel frattempo viene anche sviluppata una app per iPad, e questo sì che assomiglia a un libro elettronico. Un libro che parla di libri: The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore. Ispirato un po' dall'uragano Katrina, un po' da Buster Keaton e un po' dal Mago di Oz, è la storia di Morris Lessmore e del suo amore per i libri.

Puntevirgola. Il Diritto Domenicale A Essere Cesso (soprattutto in gravidanza)

Oggi è San Valentino, qualcuno lo avrà già notato. 
Forse quei cuori che mi colpiscono come frustate di veleno urticante da qualsiasi parte io mi giri mi hanno mandato in LOVERdose. Ma sento la necessità impellente di ribattere a modo mio. 
O meglio a modo suo. 
Con un bel post su un diritto intoccabile per qualsiasi donna e quegli incontri che cambiano una giornata no in una giornata di merda.  


Pecore nere - Capitolo 4



Capitolo 4
Uno dei motivi per cui si scrive, l'istinto primario che porta ad afferrare la penna e a buttare giù, nero su bianco, un pensiero è il desiderio di condividere quello stesso pensiero con qualcuno. Nessuno scrive sperando di non essere letto. Persino il diario segreto di un adolescente viene scritto per un ipotetico lettore, che spazia dallo stesso soggetto in età adulta (per non dimenticare) alla comunità, che sarà interessata a ogni aspetto della vita del soggetto, che nel frattempo sarà diventato, nella sua fantasia, una rock star o qualcosa di simile. 
Io iniziai a scrivere all'età di nove anni. Iniziai per diventare uno che sapeva creare emozioni come Edgar Allan Poe, anche se quello che scrissi poco aveva a che fare con il suo stile. Era una storia di fantapolitica sulla cessazione della guerra fredda. Nel lontano 1969. A ripensarci adesso, aveva un che di profetico. Peccato che sia andato perso, insieme ad altre brevi storie del mio infantile ingegno. 
Ma da dove nasce il desiderio di condividere pensieri ed emozioni con un pubblico sconosciuto, magari con generazioni lontane? Oltre a un desiderio di immortalità, si tratta della impossibilità di accettare di essere un puntino insignificante nella complessità della storia del mondo.
Gustav si alzò inquieto e andò in cucina. Era una sorta di rifugio, la sua cucina, perché non aveva finestre, ma solo un lucernario, da cui prendeva luce senza concedere alcuno scorcio di intimità a occhi indiscreti. Era un bozzolo luminoso. Un bozzolo dove poteva prepararsi un tè confortante e dove pensare sembrava più facile, più naturale. 
Versando l'acqua calda nella teiera, ripensò a quanto gli scottassero ancora nell'anima quelle lezioni in cui Barbato aveva preteso che gli studenti gli spiegassero, a voce o per iscritto, perché volessero scrivere. Lezioni di bollente umiliazione.
<<Io sto investendo il mio tempo su di voi. Voglio sapere perché volete scrivere. Non me ne faccio niente di quattro fighetti tanto innamorati del proprio ombelico da volerci scrivere intorno una storia. Se vi piace il vostro ombelico indossate una maglietta corta, mostratelo per strada, fotografatelo... ma non scrivetene. Oggi il mondo è pieno di gente che scrive intorno al proprio ombelico, non ce ne serve altra. Io voglio scrittori. Veri. Avanti, chi inizia? Sabrina, forza, che hai da dire?>>
<<Scrivo perché nel mondo ci sono un sacco di cose che non mi piacciono. La mia scrittura è una denuncia.>>
<<Bene. Però devi concretizzare questa idea. Nei tuoi scritti ancora non si vede la denuncia. Devi imparare a focalizzare l'obiettivo intorno a cui allestire la storia.>>
Sabrina annuì mentre prendeva fedelmente appunti. 
<<Gustav, illuminaci.>>
Gustav rimase pensieroso per qualche secondo. <<Mi piace notare analogie tra cose diverse e tra loro lontane. Scrivo per avvicinare cose lontane.>>
<<Sempre criptico. Queste sono parole vuote, come quelle che metti sulla carta.>> Barbato si avvicinò alla scrivania, sfogliò con mani furibonde il plico di elaborati e ne estrasse uno. <<Ecco, ora vi leggo - e lo leggo io, perché tu hai una voce bassa da far pietà - il racconto del nostro Nightingale, che dovrebbe spiegare perché scrive. Poi giudicate voi se vuol dire qualcosa.

lunedì 13 febbraio 2012

Lentezza

DefinizioneCaratteristica dell'essere lento nel movimento e nell'azione.


Applicazione: In un mondo che va veloce, dove lo slow fa chic, la lentezza non è altrettanto apprezzata. Un conto sono lo slow food, lo slow living, lo slow moving etc. che affollano il nostro tempo libero, un altro la lentezza nella vita di tutti i giorni, dal mattino quando suona la sveglia alla sera quando si spegne la luce. Insomma, se lavori non puoi permetterti la lentezza. Doccia veloce sennò perdi il treno (e infatti stamattina l'ho perso). Spedita in ufficio senza il tempo di scattare una foto ai campi innevati, immacolati e intonsi, solo qua e là calpestati dalle zampette di qualche animale. Certo, non avrei potuto fermare il treno, nemmeno se non  avessi avuto fretta, ma è comunque l'impossibilità di decidere con quale passo procedere nei vari momenti della giornata a renderci schiavi e non padroni del tempo. Ho la sensazione che, se non lasciamo spazio alla lentezza, finiremo per vivere il tempo di qualcun altro, perdendo il nostro per sempre. Ah, l'insostenibile LENTEZZA dell'essere. 

A casa di Nicole Balch: facciamolo con amore



Ci sono case in cui non faccio in tempo a entrare che già vorrei stabilirmi lì per i successivi sei mesi.
Non solo perché sono belle, ma perché mi ci sento subito comoda, a mio agio, con la mia bella tazza di caffè fra le mani e l'odore di quella torta in forno che non ho mai fatto nella mia vita e mai farò.
Ecco io mi sono sentita così a casa di Nicole Balch.
Beh, non proprio la sua casa, ma se i blog sono quasi come una casa, allora questa è una villa con vista sull'oceano. Un oceano di bellezza, di rosa non stucchevole e di confortevolezza (so che non esiste, ma non so come altro rendere il concetto).

domenica 12 febbraio 2012

How will I know. Whitney è morta ed è morta definitivamente l'era delle fascette di spugna


Un altro pezzo di storia degli anni Ottanta ci ha lasciato.
E non ho voglia di indagare sui perché e sul per come, su quanto il successo faccia sentire soli, sui talenti sprecati e sugli inutili e imbarazzanti fenomeni da baraccone che invece sono  ancora in circolazione, su quanto morire a 27 anni sia davvero figo e rock, e invece morire di droga a 48 anni senza un soldo sia un tantino più démodé.
Se è vero che Kevin Costner era stato pagato per proteggerla, e ha fallito miseramente (fonte infetta), è anche vero che non c'è persona più coraggiosa, pazza, lucida e coerente di quella che non vuole essere salvata. Soprattutto da se stessa.

venerdì 10 febbraio 2012

Momenti per sé

Due scones, qualche cucchiaino di marmellata ai frutti di bosco, un po' di burro, un tè verde e caldo, la mia macchina fotografica, il mio divano, il mio plaid e il mio Mac. Ecco il mio angolo tutto per me, mentre fuori siamo sotto zero, nel resto d'Italia nevica, la mia piccola dorme e la mia dolce metà è fuori con gli amici. Ah! Un'ottima buonanotte.

giovedì 9 febbraio 2012

Tutta colpa della chimica


Soundtrack: Lemon tree - Fool's Garden

- mamma, ieri ho baciato sulla bocca il mio primo bambino
- ... ehm, nana, chi era costui?
- si chiama Alessandro. è stato bello, ma solo la terza volta. le prime due a lui non sono piaciute.
- be', avrebbe potuto anche evitare se non gli piaceva... comunque, quand'è che lo inviti a casa, il tuo fidanzato?
- ma non è mica il mio fidanzato! io non mi so decidere fra i bambini della mia classe...
- ma non è che te ne devi trovare per forza uno, voglio dire mi sembra presto per...
- e invece sì. e so anche come fare: li bacerò tutti così deciderò in base al gusto.

mercoledì 8 febbraio 2012

Welcome to my place

Julie de Waroquier ha ventidue anni. E se non facesse le foto che fa, questo sarebbe un buon motivo per avercela con lei.
Per fortuna il luogo dove mi ha condotto con la sua mano sapiente e incantata non ha niente a che vedere con le umane debolezze. Nel suo universo parallelo tutto sembra prendere vita grazie a un soffio di rugiada. Quelle che si intravedono non sono forme umane, ma figure mitologiche, destinate a chiamarci a sé per godere di una nuova Atlantide, di una Terra Promessa dove non esiste nulla al di fuori della bellezza.

welcome to my place

Nonsolocena

martedì 7 febbraio 2012

Kitchen corner II

Metroreaders: Prima settimana d.f.


Devo ammettere che mi sono mancati.
Ma come in ogni rapporto esclusivo, a volte un periodo di riflessione può far bene. Aiuta ad apprezzare quello che abbiamo, a vedere le cose sotto un'altra prospettiva e soprattutto a notare particolari a cui avevamo disabituato lo sguardo. O a cui semplicemente non avevamo fatto caso.

Pecore nere - Capitolo 3


Capitolo 3 
Guido Malatesta sa essere una compagnia estremamente piacevole. È un intrallazzatore, e tutti nell'ambiente lo sanno. All'ambiente piace per questo. A me, devo ammettere, non piace particolarmente. Ma quando vuole parlare, lo ascolto sempre, perché Malatesta ha un pregio: sa a chi dire che cosa.
Così, quando quella mattina mi telefonò, accettai con piacere il suo invito a pranzo.
<<Rossella, come stai?>> Mi baciò sulle guance e mi fece accomodare, come un vero gentiluomo. 
<<Non c'è male, Guido, grazie.>>
Ordinammo, scambiandoci i convenevoli di rito, poi Malatesta arrivò dritto al punto.
<<Sai che sono uno dei migliori agenti, in Italia. Nonostante il mio sia uno studio piccolo. So sempre a chi può interessare un autore, per quanto mediocre sia. Figurarsi se non ti riesco a piazzare uno di talento. Ma sai bene anche tu come, a volte, il talento si accompagni a quella tendenza suicida a voler fare di testa propria.>>
<<Beh, sai che è un atteggiamento che apprezzo molto, a patto che non abbia origine da un'incredibile stupidità. Sai che per me è fondamentale che il talento non venga sprecato per sbrodolarsi addosso.>>
Mi guardò con consapevolezza e determinazione. <<Perché credi che ti abbia invitato qui, oggi? So quanto sei idealista e quanto poco ti piacciano i miei metodi.>> Frugò nella propria ventiquattrore e ne estrasse una cartelletta blu. <<Ciononostante, ho creduto che potesse interessarti questo mio assistito. Si chiama Gustav Nightingale e scrive cose improponibili, per essere uno sconosciuto. Ha talento, bisogna ammetterlo. E se si abbassasse a sfornare un giallo, o un noir, o una storia di passione, di single... insomma, qualcosa che la gente possa riconoscere. Ma no, lui vuole che qualcuno lo pubblichi per quello che è. Ma nessuno pubblica qualcosa che non si può vendere. Nessuno, a parte te.>>

lunedì 6 febbraio 2012

Pareti di carta

Innegabilmente la carta da parati sta rivivendo una nuova Golden Age, anche se non viene più usata come  in passato. Niente stanze tappezzate sui quattro lati, bensì un uso mirato, per enfatizzare una determinata parete. Basta un tocco di carta e una stanza cambia totalmente aspetto, quindi se soffrite di stress da vorrei ma non posso (cambiare casa), e la vostra è solo un'esigenza estetica, non avete bisogno di più stanze o di un giardino, provate a fare un giro da Wall&Decò. Ce n'è per tutti i gusti, per tutti gli stili e per tutte le case.

Equilibrismi precari

L'equilibrio è importante. Senza equilibrio non potremmo camminare, correre, saltare. Nemmeno stare in piedi. L'equilibrio però non è per sua stessa natura definito, stanziale, ma è una condizione di continua ricerca, di movimenti impercettibili, di piccole deviazioni di rotta, di microscopici aggiustamenti e perdite di attrito.
Insomma l'equilibrio è una condizione futuribile, qualcosa a cui aspirare continuamente e che non si  raggiunge mai, se non per pochi istanti. Qualcosa che ti può essere portato via in un attimo.
Come la felicità.

Meditare


giovedì 2 febbraio 2012

Snow living



English version
Snow can make us free (wo)men, if we are lucky enough to foresee it. I mean: it's snowing and you think, "Oh, it's not going to snow for long" and then you get stuck in the traffic or on a train. You've not been able to foresee snow. But if it's snowing and you think, "I don't know, I don't trust this weather and the railway company, I'd better stay at home", then you become a free (wo)man. No job, no hurry, no irritation, no stress. Only happiness and comfort. Freedom. You can have a walk in the snow, relax, have a coffee looking at the flakes floating out of the window, and think that this is the rhythm you want your life to have. Slow. Snow. Now.
Take it slow, then.

mercoledì 1 febbraio 2012

Anche i bambini si sentono strani


Tutti sappiamo come sia difficile, a volte, capirsi. Io, personalmente, passo da sentimenti di simpatia alla ferocia più abbietta per un nonnulla. Non sono a livelli da schizofrenia, tranquilli, però certi giorni sono buona, e altri mi sento cattiva. (E ovviamente mi sento in colpa perché mi sento cattiva). Ma faccio fatica a orientarmi io, alla mia età, riguardo ai movimenti dei sentimenti, che cosa può pensare un bambino di sé? Io non lo so. Dopo aver sgridato mia figlia, spesso le dico che è brava, ma a volte fa la "birbante". Non so se la convinco. E allora forse è il caso di dare un'occhiata a questo libro, pubblicato da Topipittori: Zoo Segreto, di Francesca Bazzurro e Giovanna Zoboli.

Pensieri di neve

Giornate sospese eppure sommerse. Leggere come fiocchi, che nonostante l'assenza quasi totale di peso cadono in una danza dolce e malinconica. Infanzia ricordata, passato e presente fusi insieme a 0°C.

Puntevirgola. Debellare la gentilezza in gravidanza: istruzioni per l'uso

Avete già conosciuto Puntevirgola?
Se la risposta è no, potete rimediare qui.
Ma se per caso vi si sono incrociati gli occhi, vi si è annebbiata la vista, soffrite di crampi ricorrenti al dito indice e non potete accedere all'apposito link, vi posso dire quelle dieci cose che so di lei.

1. è incinta.
2. odierà il fatto che io abbia detto per prima cosa che è incinta.
3. sorriderà per il fatto che anche questa volta ci ho azzeccato.
4. accorre sempre in tuo aiuto, qualsiasi cazzata tu abbia fatto.
5. dopo anni di lontananza la prima cosa che mi ha detto è stata: quella gonna di pelle rossa è fatta con la pelle dei tuoi fidanzati?
5. è politicamente scorretta.
7. dice molte parolacce.
8. è convinta che la domenica pomeriggio una donna abbia il sacrosanto diritto di essere un cesso.
9. le sue tette sono vere.
10. è mia amica.

Così siamo arrivati al secondo guest post, dove si parla di idiosincrasie, visioni e tette finte.
Siete pronti?

© M2 riproduzione riservata

Portafortuna per un febbraio bisesto


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