Capitolo 2
In quest'era in cui si trovano più romanzi gialli in libreria che pane da un panettiere, ho sentito l'esigenza di spiegare ai miei fedeli lettori perché io scrivo. Cosa mi spinge a continuare a praticare la professione dello scrittore e perché abbia scelto un genere oggi tanto sfruttato, da autori di talento o di ventura.
Qui, in questa introduzione, voglio precisare brevemente perché scrivo questo saggio sulla scrittura.
Partendo dalle mie motivazioni personali, vorrei poi riflettere sulla condizione dello scrittore nell'era moderna, per aiutare il lettore a orientarsi in un intricato labirinto di autori, e per offrire all'aspirante scrittore materiale su cui riflettere, per rispondere con sincera semplicità alla domanda: "Voglio davvero scrivere?".
Quando il telefono squillò, le persiane del soggiorno erano ormai spalancate, e Gustav trasalì, non aspettandosi di essere interrotto.
<<Pronto?>>
<<Sono Martina. Hai visto che stasera Michele Papi presenta il suo ultimo libro?>>
<<Sì, lo devo aver letto da qualche parte...>>
<<È alle nove. Io vorrei andare. Ti va di venire?>>
<<Mah... ho ingranato così bene con la traduzione...>>
<<Non hai detto che volevi annusare da vicino il mondo letterario? Questo è uno che vende centomila copie a titolo. Stai pur certo che il mondo letterario ruota intorno a lui, stasera. Passami a prendere alle otto e un quarto. Meglio arrivare un po' in anticipo, se vogliamo sederci.>>
Gustav sospirò. <<D'accordo. L'ho detto. Lo farò.>>
<<Bravo il mio Gustav. A dopo.>>
Avrebbe preferito finire dilaniato sotto un treno, sbranato da una tigre, andare a mendicare in metropolitana, ignorato da alcuni e insultato da altri. Avrebbe preferito qualsiasi cosa, ma non una serata intellectual chic. Perché di quello si sarebbe trattato.
A Milano non accadeva nulla di pubblicamente rilevante che non fosse frequentato da un'orda di gente alla moda. Inutile dire che Gustav non c'entrava niente con la moda. Non che se ne andasse in giro vestito come un pezzente, ma proprio non gli interessava cosa pensassero gli altri dei suoi abiti, dei suoi modi e delle sue frequentazioni. Malatesta gli aveva ripetuto più e più volte di non lasciarsi sfuggire con nessuno che non si teneva in forma con yoga e tai-chi, rispettando il feng-shui e diete vegetariane. Gli raccontava tutto quello che i veri VIP dovevano sapere, senza tener conto del fatto che Gustav era un perfetto sconosciuto, che aveva la malaugurata idea di fare lo scrittore.
Gustav era d'accordo con Guido che non poteva ignorare il panorama culturale che lo circondava, ma quello sottoculturale era convinto di poterselo lasciare sfrecciare di fianco senza degnarlo di un secondo sguardo.
E ora eccolo lì, costretto a partecipare a una serata che si prospettava a dir poco sconcertante.