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venerdì 9 maggio 2014
Invalsi=invalidità temporanea del pensiero
Pochi giorni fa si sono svolte in tutte le scuole primarie e secondarie del paese le prove Invalsi.
Per chi ancora non lo sapesse, le prove Invalsi sono dei test pensati per tastare il polso della scuola. Per capire a che punto sono i ragazzi con l'apprendimento del programma ministeriale.
Ora, io non sarò lucida in questo momento, ma il prossimo che dice programma ministeriale lo appendo al muro.
Siamo in ritardo col programma, questo punto dal programma non è previsto.
La delegittimazione di ogni spunto personale.
Ora, immaginatevi un test a tempo sul programma ministeriale.
Un test a tempo?
In quelle due ore devi dare le risposte corrette, proprio quelle lì, non devi divagare e tantomeno - oh cielo, che eresia! - argomentare. E se questo può andare bene forse per dei ragazzi delle medie, immaginatevelo applicato a dei bambini di seconda elementare.
Che cosa può insegnare una prova di questo tipo?
venerdì 7 febbraio 2014
Le mie olimpiadi #itsohsoquiet
Stanno per cominciare, cominceranno o sono appena cominciate le Olimpiadi, così mi dicono.
Importante, lo sport, intendiamoci. La fatica fisica nobilita l'uomo, che tanto di lavoro ultimamente ce n'è poco. Però. però. però. Devo confessarvelo.
Sinceramente delle Olimpiadi degli altri non me ne importa niente, che già ho le mie da fare. E sono anche piuttosto faticose.
Negli ultimi anni mi sono allenata con costanza e disperazione nelle seguenti discipline:
giovedì 17 ottobre 2013
Il cinema per la scuola elementare pubblica: il progetto La Prima Scuola
- Mamma, ma a cosa serve la scuola?
- A imparare quello che ancora non sai, nana.
- Ma quello che ancora non so non lo posso imparare direttamente da te? E poi io so già quasi tutto.
- Ti sembra di sapere tutto, in realtà sai solo una piccolissima parte di quello che ti servirà in futuro. E io non sono in grado di insegnartelo. Già faccio fatica a insegnarti a non lasciare cadere i vestiti sul pavimento come foglie morte quando vai a letto, figurati!
- Secondo me questa di voi adulti per la scuola è un po' una fissazione.
Tempo fa farneticavo sulla scuola che vorrei.
La realtà purtroppo è molto distante da quel sogno a occhi aperti e di sicuro non conosco scuole che organizzino rendez-vous notturni per osservare le stelle con un potentissimo telescopio donato da qualche anonimo benefattore.
Fino a poco più di dieci anno fa, facciamo anche quindici va', la scuola era il fiore all'occhiello del nostro paese. Insieme alla Sanità. E siccome avevamo qualcosa di bello che sembrava funzionare, abbiamo preferito abbatterlo come una sequoia secolare. I tagli con le conseguenti riduzioni del personale e delle risorse hanno messo la scuola in ginocchio. A un impoverimento materiale è seguito, come spesso purtroppo succede, un impoverimento delle intenzioni. Ed è triste, perché le intenzioni e la passione dovrebbero essere gratis. Ma non si può spremere un limone raggrinzito.
Nonostante questo panorama desolante, sono ancora convinta che le azioni dal basso possano contribuire a fare qualcosa, a smuovere le acque se non altro. In fondo si tratta del futuro dei nostri figli. Ci vogliamo dare una svegliata? Stare a recriminare sul fatto che la maestra di italiano non ha abbastanza ore, che i materiali didattici sono insufficienti e che sì insomma l'alfabeto io lo avrei insegnato diversamente, magari partendo dalla G, non serve a nulla credetemi.
Serve invece guardarsi intorno con occhi curiosi e trovare ispirazione e spunto dalle diverse realtà che ci circondano, che frequentiamo assiduamente e che magari a prima vista non sembrano molto in tema.
Come il cinema.
La cultura e l'arte possono fare molto, soprattutto quando si mettono al servizio dei più piccoli.
- A imparare quello che ancora non sai, nana.
- Ma quello che ancora non so non lo posso imparare direttamente da te? E poi io so già quasi tutto.
- Ti sembra di sapere tutto, in realtà sai solo una piccolissima parte di quello che ti servirà in futuro. E io non sono in grado di insegnartelo. Già faccio fatica a insegnarti a non lasciare cadere i vestiti sul pavimento come foglie morte quando vai a letto, figurati!
- Secondo me questa di voi adulti per la scuola è un po' una fissazione.
Tempo fa farneticavo sulla scuola che vorrei.
La realtà purtroppo è molto distante da quel sogno a occhi aperti e di sicuro non conosco scuole che organizzino rendez-vous notturni per osservare le stelle con un potentissimo telescopio donato da qualche anonimo benefattore.
Fino a poco più di dieci anno fa, facciamo anche quindici va', la scuola era il fiore all'occhiello del nostro paese. Insieme alla Sanità. E siccome avevamo qualcosa di bello che sembrava funzionare, abbiamo preferito abbatterlo come una sequoia secolare. I tagli con le conseguenti riduzioni del personale e delle risorse hanno messo la scuola in ginocchio. A un impoverimento materiale è seguito, come spesso purtroppo succede, un impoverimento delle intenzioni. Ed è triste, perché le intenzioni e la passione dovrebbero essere gratis. Ma non si può spremere un limone raggrinzito.
Nonostante questo panorama desolante, sono ancora convinta che le azioni dal basso possano contribuire a fare qualcosa, a smuovere le acque se non altro. In fondo si tratta del futuro dei nostri figli. Ci vogliamo dare una svegliata? Stare a recriminare sul fatto che la maestra di italiano non ha abbastanza ore, che i materiali didattici sono insufficienti e che sì insomma l'alfabeto io lo avrei insegnato diversamente, magari partendo dalla G, non serve a nulla credetemi.
Serve invece guardarsi intorno con occhi curiosi e trovare ispirazione e spunto dalle diverse realtà che ci circondano, che frequentiamo assiduamente e che magari a prima vista non sembrano molto in tema.
Come il cinema.
La cultura e l'arte possono fare molto, soprattutto quando si mettono al servizio dei più piccoli.
martedì 28 maggio 2013
Tutti la amavano. Tutti, tranne uno
Fabiana è stata uccisa. Una delle tante, non certo una come tante. Tutti la amavano, tutti tranne uno, ha detto sua madre. Quell'uno che voleva possederla e possedere il suo destino.
Anch'io ho incontrato quell'uno.
E voglio raccontare quanto sia facile in realtà rimanere abbagliate da un amore malato.
venerdì 12 aprile 2013
Virtual tour nel design
Non so se abbia un significato in danese, Hay in inglese significa fieno e si addice perfettamente alla semplicità delle linee che caratterizza i mobili dell'azienda danese in questione. I colori pastello, poi, mi portano subito alla mente scene e profumi di primavera.
martedì 9 aprile 2013
Power to Design
Finalmente un motivo per parlarne (ancora). Mi riferisco ovviamente al design nordico, svedese in particolare, in questo caso. Inizia oggi, infatti, a milano il salone del mobile, e non poteva certo mancare un angolo dedicato interamente al design proveniente dalla Svezia, con la leggerezza, la semplicità e la luminosità che lo caratterizza.
martedì 12 marzo 2013
Feel green, be green!
Che bella cosa le parole. Lo dico sul serio, non sono sarcastica, e mi potete credere, perché amo leggere, amo scrivere e tutto il resto. Però a volte le parole segnano un tragico confine tra il dire e il fare, un confine invalicabile, all'apparenza.
Prendiamo per esempio l'ecologia. A parole siamo tutti green, a parole vogliamo salvare la Terra, ma concretamente che facciamo?
Io non molto, temo. Chiudo l'acqua quando mi lavo i denti, ma a poco serve, se poi ho un attacco di bradipismo sotto la doccia. Spengo le luci che non servono, faccio la raccolta differenziata e... punto o poco altro.
martedì 26 febbraio 2013
Vergogna
Definizione: 1 Sentimento di colpa o di umiliante mortificazione che si prova per un atto o un comportamento, propri o altrui, sentiti come disonesti, sconvenienti, indecenti; estens. senso di disagio che si prova nei riguardi di qlcu. o qlco. che si teme possa sminuire la considerazione degli altri. 2 Senso di impaccio, di timore dovuto a timidezza o ritrosia 3 fam. Disonore, infamia; persona che è causa di disonore; fatto o situazione disonorevole o che suscita indignazione ||che vergogna!, vergogna!, escl. usate per esprimere biasimo, riprovazione, indignazione 4 (al pl.) Organi genitali.
Applicazione: Credo che non ci sia parola parola più adatta per descrivere quello che la gran parte degli italiani prova in questo momento. O almeno credo. Vergogna è quello che provo io di fronte al mondo per il fatto di vivere in un Paese che non sa imparare dai propri errori e che crede che Senso Civico sia il numero che ha fuori della porta. Mi vergogno per i fantocci della politica, che di vergogna invece non ne provano mai. Be', ho una notizia per voi, fantocci: iniziate a provarne.
Applicazione: Credo che non ci sia parola parola più adatta per descrivere quello che la gran parte degli italiani prova in questo momento. O almeno credo. Vergogna è quello che provo io di fronte al mondo per il fatto di vivere in un Paese che non sa imparare dai propri errori e che crede che Senso Civico sia il numero che ha fuori della porta. Mi vergogno per i fantocci della politica, che di vergogna invece non ne provano mai. Be', ho una notizia per voi, fantocci: iniziate a provarne.
martedì 29 gennaio 2013
La più bella del reame
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Pubblicità sessista anni Cinquanta |
A me non piace ammetterlo, perché sono una patita di comunicazione e di conseguenza sono tra quelli che non usano il telecomando durante i consigli per gli acquisti, però di pubblicità belle ce ne sono ben poche e mi irrita constatare come la creatività lasci sempre più spesso il passo alla banalità. La rima è casuale e non indica affatto similarità tra i due concetti, che vivono invece agli antipodi.
Quello che constato, a livello di comunicazione in generale, è che si mira sempre di più alla pancia degli spettatori, senza alcuna considerazione per il loro cervello. Scopo della comunicazione sembra essere unicamente vendere, a qualunque costo. Ma io dico, e non sono la sola, che comunicare contiene anche una responsabilità sociale.
lunedì 28 gennaio 2013
Sostenibilità, serenità, lavoro
Oggi vi presentiamo un'impresa al femminile, dove essere imprenditrice non prescinde mai dall'essere sensibile, attenta e impegnata. Si tratta dei saloni di parrucchiere Anna José, che potete trovare a Codogno, Casalpusterlengo e Lodi. Una realtà che da piccola è cresciuta, senza ma venir meno ai valori della persona, anzi enfatizzandoli e offrendo servizi non solo alle clienti, ma anche alla forza lavoro, quasi tutta al femminile. Di seguito un'intervista alla titolare Anna e qualche domanda ad alcune ragazze che abbiamo incontrato da lei in un sabato di neve.
1. Puoi raccontarci brevemente come hai fatto il passo da piccolo salone
di parrucchiera a una catena che porta il tuo nome?
Più che un passo lo definirei un cammino fatto di tanti passi. Man
mano che mi addentravo su per il sentiero, mi trovavo ad avere l'esigenza di
apportare cambiamenti, il tutto motivato dal desiderio di soddisfare la
clientela. Una specie di catena, la clientela soddisfatta aumentava e rendeva
necessario aumentare il personale e gli spazi operativi. Per mantenere la
soddisfazione dei clienti abbiamo sempre molto investito nella formazione del
personale, tra queste alcune persone sono rimaste così a lungo da crescere al
punto di poter/dover investire sulla loro autonomia e così sono nati il
secondo e il terzo salone...
venerdì 24 agosto 2012
La Bellezza ci salverà
Il Paese è sull'orlo del baratro, la crisi non sembra avere nessuna intenzione di passare, mentre gli occhi ingenui dei cittadini vedono soluzioni dietro ogni angolo. Dico ingenui per dire puri, incontaminati dalle logiche del potere, dei favoritismi e delle lobby. Ce ne libereremo mai? Io, nel mio piccolo piccolo, una cosa l'ho capita: la soluzione ai problemi di ogni peso e misura risiede sempre nella bellezza. Se seguiamo la strada che ci indica, sicuramente arriveremo a qualcosa di buono.
martedì 12 giugno 2012
lunedì 11 giugno 2012
lunedì 4 giugno 2012
Mostra di-segni
Come promesso, ho fatto un salto alla mostra legata al concorso di disegno umoristico dedicato a Giuseppe Novello. C'erano tutte le vignette dei partecipanti, provenienti da ogni parte del mondo, una sezione dedicata alle scuole medie di Codogno, che hanno partecipato con i loro disegni, e poi non mancava un angolo tutto dedicato ai disegni di Novello.
lunedì 28 maggio 2012
OCa loves biking
Quale momento migliore di un periodo di crisi per abbandonare l'auto e iniziare a pedalare? Non dimenticate il casco!
lunedì 21 maggio 2012
Un giorno di pioggia meritata e un alfabeto che farà miracoli
La meglio gioventù |
Per esorcizzare la brutalità, per isolare l'arroganza di una violenza cieca e per questo debole servono grandi gesti e grandi eroi. Ma anche piccoli passi nella direzione giusta, quella della consapevolezza, della cultura, del rifiuto perentorio e costante dell'ignoranza e della massificazione.
mercoledì 16 maggio 2012
#SalTo 2012: lasciare il segno
Devo ammettere che mi sono avventurata al Salone del libro di Torino, quest'anno, senza bussola. Speravo di poter navigar a vista, e così ho fatto, ma senza che nulla, o ben poco suscitasse il mio entusiasmo. Non ho visto novità interessanti, nemmeno nel settore dedicato al "futuro dell'editoria" che molto ha a che fare con l'e-book. Era tutto, o quasi, uguale all'anno scorso. E che ti aspettavi?, direte voi. Be', ingenuamente mi aspettavo i fuochi d'artificio di un settore che dovrebbe reinventare non tanto i propri prodotti quanto il modo di interagire con un pubblico che è sempre più distratto da altro.
mercoledì 9 maggio 2012
Avvertenze d'uso: questa non è una recensione
Il libro in questione è The hand that first held mine di Maggie O'Farrell, pubblicato in Italia da Guanda con il titolo La mano che teneva la mia. Si tratta di un intreccio temporale, tra una storia degli anni Cinquanta e Sessanta e una dei giorni nostri. All'inizio l'unico elemento che si trova in comune, tra le due, è Londra. Ma c'è molto altro. Dato che la cosa che temo di più è rovinare la lettura a qualcuno, non dirò assolutamente nulla della trama, solo che la protagonista (perché è lei la protagonista, su questo non c'è dubbio) è Lexie Sinclair, una donna moderna, nel vero senso del termine, una donna capace, tenace, una madre single, una giornalista dei bei tempi andati, in una Londra che profuma di carta e inchiostro e pittura per quadri.
venerdì 30 marzo 2012
L'ora della Terra
Ormai abbiamo capito che bisogna prendere in mano la situazione e fare qualcosa di concreto. I gesti simbolici, però, possono aiutare a sensibilizzare l'opinione pubblica su un problema grave come il surriscaldamento del nostro caro pianeta. Dobbiamo abituarci a consumare meno, cosa difficile in un'era in cui tutto si muove grazie all'energia. Il WWF ha organizzato per domani, sabato 31 marzo 2012, l'evento L'ora della Terra: in moltissime città italiane dalle 20.30 alle 21.30 verrà spenta l'illuminazione di monumenti significativi come la Fontana di Trevi o il Duomo di Milano.
domenica 11 marzo 2012
11.3.11 per non dimenticare
E' passato un anno.
Per una volta penso che le parole siano impotenti di fronte allo strazio e al dolore di chi ha perso tutto in Giappone dodici mesi fa.
Ma dove la parola non può arrivare forse qualcosa può la poesia delle immagini.
I disegni che vi mostro sono di Ryoko Ishii, un'artista e illustratrice giapponese che tesse mondi delicati come gocce di rugiada.
Condividere la bellezza per nutrire il germoglio dell'attaccamento alla vita, della resistenza a tutto ciò che non è vita ma soltanto negazione, lutto, perdita.
Non è molto ma è tutto quello che so fare.
Per una volta penso che le parole siano impotenti di fronte allo strazio e al dolore di chi ha perso tutto in Giappone dodici mesi fa.
Ma dove la parola non può arrivare forse qualcosa può la poesia delle immagini.
I disegni che vi mostro sono di Ryoko Ishii, un'artista e illustratrice giapponese che tesse mondi delicati come gocce di rugiada.
Condividere la bellezza per nutrire il germoglio dell'attaccamento alla vita, della resistenza a tutto ciò che non è vita ma soltanto negazione, lutto, perdita.
Non è molto ma è tutto quello che so fare.
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