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venerdì 31 gennaio 2014

L'amore a casa nostra

Oggi per #itsohsoquiet vi allego un paio di perle che ormai risalgono a qualche anno fa. 
Perché l'amore non conosce ostacoli, confini e soprattutto senso del ridicolo. Almeno, a casa nostra.

* in copertina vi regalo una piccola anticipazione del progetto a cui ho lavorato nelle ultime settimane e che si è concluso mercoledì scorso. Spero di riuscire a parlarvene prestissimo.

B di baciare

giovedì 30 gennaio 2014

L'amore è... letteratura


IO. ODIO. LE. STORIE. D'AMORE! Ebbene sì, l'ho detto. Mi infastidiscono. A meno che... non ci sia di mezzo della letteratura. E allora subito l'amore diventa un mero pretesto per parlare di umanità, relazioni, sentimenti (buoni o cattivi), pensieri, paure, gioie...
L'amore parla di noi, la letteratura parla di noi. Ma non mi piace dare troppa importanza né all'una né all'altra cosa. Ciò non toglie che siano importanti, entrambi, per esseri umani della mia specie (perché ci sono anche gli essere umani di un'altra specie, quelli disumani, che non sanno che farsene né dell'amore né della letteratura.)

martedì 28 gennaio 2014

Storielle al contrario


Ordnassela viveva in un paese che si chiamava Oirartnoc.
A Oirartnoc le cose non andavano esattamente per il verso giusto. Anzi andavano proprio per il verso rovescio. E Ordnassela era felice.
Era felice perché il divano si sdraiava sopra di lui e, quando era ora di andare a letto, Ordnassela poteva ribattere che non poteva alzarsi finché il divano non si fosse deciso ad andarsene a letto nel proprio divano letto.
Era felice perché durante l'estate i suoi genitori lo sgridavano se lo vedevano fare i compiti. Ma non poteva fare come facevano tutti gli altri - lo redarguivano - andare in bicicletta o rotolarsi giù dalle colline? I vicini che cosa avrebbero pensato?
A Oirartnoc i bambini non andavano al cinema per guardare i film, ma erano i film a guardare loro. E alla fine, quando i titoli di coda scorrevano al buio, si commuovevano anche un po'.
Durante l'intervallo, a scuola, le maestre giocavano a pallone, mentre i bambini bevevano caffè. Si divertivano così tanto, quelle maestre, che poi non volevano mai rientrare, - uffa ancora cinque minuti! - ma signora maestra, è tardi, dobbiamo imparare!

lunedì 27 gennaio 2014

Fotogiornata


Ieri c'era un sole insolito per il basso lodigiano. Una luce splendente, cielo azzurro di una limpidezza rara. Come potevo uscire di casa senza portare la Canon con me? Semplicemente non potevo.

venerdì 24 gennaio 2014

#talktoyourdaughter

* Con questo post di #it'sohsoquiet partecipo anche all'iniziativa di Claudia Porta che sul suo blog lancia un appello contro la massificazione dell'infanzia e dell'adolescenza, ci costringe a guardarci negli occhi e a parlare con le nostre figlie. Perché c'è già chi lo sta facendo al posto nostro.
Ne saprete di più visitando il blog La casa nella prateria e cercando sui social network l'hashtag #talktoyourdaughter


Ehi voi due,
comincerei col dire a chi vorrei che voi NON assomigliaste.

giovedì 23 gennaio 2014

Corrigan: una recensione



Finalmente riesco a parlarvi di Corrigan! Devo ammettere che non conoscevo Caroline Blackwood prima e non ricordo assolutamente come questo volume sia finito nella mia libreria. Devo averlo comprato in Italia, anche se è in inglese, ma non mi spiego perché, né dove. L'acquisto è avvolto nel mistero perché il libro è rimasto a maturare in libreria per qualche anno, prima che mi decidessi ad aprirlo. E leggerlo. Mi capita così, spesso. Compro un libro e poi lo tratto come un vino da invecchiamento.
Brevemente, la storia è quella di una signora rimasta vedova, Mrs Blunt, che si chiude sempre più in se stessa finché non bussa alla sua porta un uomo in carrozzina che dice di raccogliere fondi per l'ospedale presso cui è stato in cura.

martedì 21 gennaio 2014

Una foto al giorno (o anche di più)


Ho trovato questa fotografa, Breanna Peterson, che vive in Alaska e scatta immagini a mio modesto parere stupende. Qui ho fatto una selezione di fotografie che ha scattato ai suoi figli, immortalando momenti della vita di tutti i giorni che, si sa, quando ci sono di mezzo dei bambini non ha niente di scontato.E queste foto non hanno bisogno di commenti. Come tutte le belle foto.

lunedì 20 gennaio 2014

MICROpiù, le Olimpiadi del selfpublishing

Metti che un pomeriggio tu abbia voglia di farti un corsa.
No, non la corsa a ostacoli in cui ti cimenti non appena ti alzi dal lunedì al venerdì.
Una corsa rilassante e i(n)spirante in cui l'unica cosa di cui ti devi preoccupare è regolare il respiro, controllare il passo e il battito.
Ecco, c'è un problema, però. Io non sono quel tipo di ragazza. Non sono il tipo di ragazza che corre. Non la domenica, perlomeno. Ma nemmeno il martedì.
Eppure ieri pomeriggio ho partecipato alle Olimpiadi.






Passare un pomeriggio alle MICROpiù Olimpiadi, market di editoria indipendente, è un'esperienza che riattiva i sensi, stimola la creatività, accelera i battiti sinottici.

venerdì 17 gennaio 2014

Ode allo strafalcione catartico

Torna dopo la pausa natalizia la nostra rubrica del venerdì, quella delle parole sussurrate 
e delle confessioni appena accennate.
Oggi affidiamo questo spazio bianco a un'amica speciale.
Amo Lucia per quella sua concretezza tagliente, perché non si accontenta mai di qualche bella parola e un paio di moine. La amo perché è una sportiva e si vede che è una lottatrice. 
La amo perché fa dell'ironia il suo pane quotidiano e spesso le piace buttarla in vacca. 
La amo perché se dagli occhi di una persona si percepisce la sua anima, 
bè allora lei c'ha due anime così. 
Amo le sue perle di saggezza, che, cazzo, per essere saggi mica bisognerà avere cent'anni! 
La amo perché parla di libri con intelligenza e fantasia, e fa parte di un gran bel team. 
La amo perché so che se fossimo vicine di casa e potessi citofonarle e chiederle di venire con me a vedere cosa c'è sul fondo del Naviglio quando lo dragano, lei lo farebbe. Probabilmente mandandomi affanculo, ma lo farebbe.

Se volete amare Lucia quanto me vi consiglio di fare un giretto qui e qui
Io intanto vi auguro uno splendido venerdì!



giovedì 16 gennaio 2014

Problemi di lana (caprina)


Creativo. Si tratta di qualcuno che crea, che crea qualcosa di speciale, per essere precisi. Io sono creativa? Mah, non saprei. Mi è sempre piaciuto pensarmi creativa, ma non so se poi lo sono davvero nella realtà, perché a volte la percezione che abbiamo di noi non c'entra proprio niente con quella che hanno gli altri. In ogni caso, la mia creatività si limita a parole e immagini (foto, solo foto, perché non so disegnare per niente, niente, niente), e a causa del dilagare dei blog e della fotografia digitale non sono certo l'unica a credermi creativa in questi due ambiti. E allora ecco che a un tratto mi piacerebbe riuscire a creare qualcosa che poi si possa tenere tra le mani, qualcosa che sia oggettivamente ben fatto, realizzato ad arte, con maestria, qualcosa che sia oggettivamente bello.

martedì 14 gennaio 2014

C'era una volta Milimbo

Amo le  storie che cominciano con c'era una volta. Quelle parole magiche che aprono il sipario e spengono le luci in sala, che ti catapultano in un mondo distante, a volte strano e diverso, a volte familiare e rassicurante. Un mondo che, il più delle volte, parla anche di te.
Ma non tutte le storie si meritano un c'era una volta. Solo quelle che diventano archetipi, quelle che sono state narrate davanti al fuoco e tramandate da mille bocche, ascoltate da mille occhi. Quelle che sono accadute in quel tempo e in quel luogo, ma che si potrebbero ripetere qui e ora.
Le storie che cominciano con c'era una volta non sono favole, sono esperienze vissute, paure incarnate, stralci di vite passate trasformate in paradigmi
In esse le parole si intrecciano a formare nodi indissolubili, tessono trame che avvolgono e incantano, un coro di sirene a cui è molto difficile resistere.
No, decisamente non tutte le storie si meritano un c'era una volta. Quelle a cui calza a pennello sono le fiabe classiche, quelle edulcorate da Sir Walt, bistrattate da generazioni di femministe, fagocitate dal merchandising.
Quelle che aspettano una seconda occasione per rifarsi una vita, per tornare a risplendere. Come tutti i grandi classici hanno bisogno di un cambio di guardaroba, ogni tanto.


lunedì 13 gennaio 2014

Quanta vita in una storia!


Quello che ho sempre amato delle storie è  che non sono uguali per tutti, anche quando sono le stesse. Le interpretiamo in modi diversi, le immaginiamo adattandole a noi stessi o ai nostri sogni, perché un libro, qualunque esso sia, con o senza le figure, lascia sempre un margine di non detto che il lettore deve riempire a proprio piacimento. E' una sorta di magia, questa cosa delle storie. Una magia per maghi, indovini, pazzoidi, streghette e bambini.

giovedì 9 gennaio 2014

Disconnettiti dai buoni propositi. Te lo insegnano le montagne

In questi giorni ho letto tanto e ho parlato poco.
Ho letto di persone che fanno propositi che sperano contro ogni logica ed esperienza pregressa di mantenere.
Ho letto di persone che proprio non ne fanno, intuendo l'ossimoro che si cela dietro le buone intenzioni dell'anno nuovo. Se hai bisogno di stilare una lista, vuol dire che dei propositi di quello vecchio ne hai lisciati un bel po'. Altrimenti non avresti nulla da chiedere, a meno che tu non sia una desideratrice compulsiva e a quel punto anche solo l'atto stesso del desiderare perderebbe ogni valore.
Quindi non mi vergogno a dire che appartengo alla categoria di chi i buoni propositi non li fa e non li ha mai fatti. Solo perché sono consapevole della totale disorganizzazione che permea anche solo l'atto del mio desiderare.

In compenso ho riscoperto il valore del silenzio e della disconnessione di cui parlava anche Giovanna.
Me l'hanno insegnato le montagne, immobili e silenziose da sempre. Impassibili e ignare delle nostre umane vicende, loro continuano a essere ciò che sono sempre state, senza ansie da prestazione o repentini cambiamenti.



giovedì 2 gennaio 2014

Come vedo il nuovo anno


Il primo post del nuovo anno è una specie di sogno, una specie di augurio, perché riusciamo non solo a vedere, ma anche a cogliere, il bello di ogni situazione. Anche viaggiando su uno squallido treno o su una macchina diretta al lavoro o chissà dove, la bellezza non smette mai di accompagnarci, basta cercarla. Non mi piace essere retorica, ma sempre più spesso mi rendo conto che la verità è così banale che sottolinearla pare inutile, ridondante, melenso. Eppure ne vale sempre la pena.

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