che trovi una lente deformante che rende tutto bellissimo
Visualizzazione post con etichetta Impara l'arte e non metterla da parte. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Impara l'arte e non metterla da parte. Mostra tutti i post
martedì 6 maggio 2014
giovedì 21 marzo 2013
Emozioni in rima. Quando la poesia fa bene ai bambini
Oggi è la Giornata Mondiale della Poesia.
E io mi chiedo, è possibile far amare la poesia ai bambini?
Voglio dire, non i grandi classici, portatori di emozioni, sentimenti così lontani dal mondo dell'infanzia, e per questo incomprensibili ai più piccoli. E nemmeno le rime e le filastrocche, che pure tanto gli piacciono, ma che rimangono legate a un immaginario oramai troppo infantile e scarno.
Ma se spesso le rime parlano di noi, delle nostre sconfitte delle nostre innumerevoli cadute e resurrezioni, è possibile trovare dei versi che parlino direttamente ai bambini e alle loro esperienze, alle loro gioie e alle loro piccole paure? Quelle che magari noi adulti non vediamo, e non ricordiamo, ma che sono sempre lì, in agguato.
Da secoli la poesia ha il potere di curare e lenire le nostre ferite. Perché non può farlo anche con le loro, che sono certo diverse dalle nostre, ma che troppo spesso noi diamo per scontato siano meno importanti. La paura del buio, la vergogna per chi si sente diverso o semplicemente ha preso un brutto voto, per chi si sente lacerato tra quello che è e quello che gli altri (e di norma siamo noi) si aspettano, o diviso nell'amore tra un padre e una madre separati. E allo stesso tempo può esaltare le loro vittorie, le loro ardimentose conquiste che, ricordiamocelo, avvengono ogni giorno proprio sotto i nostri occhi
Io la chiamo la piccola poesia del quotidiano, quella che i bambini sanno trovare ovunque e noi un po' meno.
Quella che ritroveranno tra le righe di questi libri.
Un viaggio in rima tra castelli e mondi incantati, a cavallo di draghi e perennemente alla ricerca del grande amore, abbia esso le sembianze della Principessa o della Strega. L'incantesimo lo fa Bruno Tognolini, in fedele compagnia dell'illustratrice Antonella Abbatiello, in Alfabeto delle fiabe per i tipi di Topipittori (età consigliata: dai 4 anni in poi).
lunedì 11 marzo 2013
Tutti in posa. La fotografia raccontata ai bambini
Oramai i bambini sono avvezzi alla fotografia.
Ogni giorno sono bombardati dalle immagini: per strada, sui giornali, sugli smartphone di mammapapàzianonni e, soluzione assai vintage, addirittura appese alle pareti di casa.
Sanno tenere in mano una macchina fotografica digitale e maneggiare (più o meno) abilmente l'iphone per scattare foto con risultati qualche volta interessanti:
e (in alcuni malaugurati casi) condividerle su Instagram.
Ma cosa sanno davvero della storia della fotografia e della sua evoluzione?
Eva Koleva Timothy prova a spiegarcelo in questo gioiellino di animazione che ripercorre, con un pizzico di ironia, la storia della fotografia dal IX secolo, passando attraverso Leonardo da Vinci per poi ripartire dal dagherrotipo e arrivando alla fotografia digitale.
Imperdibile.
Ogni giorno sono bombardati dalle immagini: per strada, sui giornali, sugli smartphone di mammapapàzianonni e, soluzione assai vintage, addirittura appese alle pareti di casa.
Sanno tenere in mano una macchina fotografica digitale e maneggiare (più o meno) abilmente l'iphone per scattare foto con risultati qualche volta interessanti:
e (in alcuni malaugurati casi) condividerle su Instagram.
Ma cosa sanno davvero della storia della fotografia e della sua evoluzione?
Eva Koleva Timothy prova a spiegarcelo in questo gioiellino di animazione che ripercorre, con un pizzico di ironia, la storia della fotografia dal IX secolo, passando attraverso Leonardo da Vinci per poi ripartire dal dagherrotipo e arrivando alla fotografia digitale.
Imperdibile.
martedì 26 febbraio 2013
Diari Genovesi/1 Joan Miró Poesia e luce
Starò a Genova per una settimana e da qui vi aggiornerò su quello che scopro e imparo a (ri)conoscere. Perché Genova è una sorpresa continua, per tutti, anche per chi è abituato a conoscerla.
La prima puntata di questo viaggio ci porta alla mostra di Joan Miró ospitata a Palazzo Ducale fino al 7 aprile.
martedì 2 ottobre 2012
Contare è un gioco da bambini
Io non so se anche per voi che avete figli alle elementari la matematica sia un problema. Per me da piccola lo è stato, e bello grosso. E Mia, oltre alla totale, irreversibile mancanza di coordinazione e attitudine allo sport, ha preso da me anche questo handicap. Perché non sapere - e peggio - non capire la matematica è secondo me un gravissimo handicap. Tutto intorno a noi parla con e attraverso i numeri. L'armonia di un'opera d'arte è anche un'equazione numerica. Se vuoi sapere quanto puoi risparmiare comprando una marca piuttosto che un'altra al supermercato, un'infarinatura di base la devi avere. Ecco, io non ho nemmeno quella. Ed è per questo che il mio conto è sempre in rosso.
Ma stasera ho intravisto la luce.
Basta con pallottoliere, regoli, saltini indietro e saltini in avanti, dita che si perdono non appena viene superata la decina e crisi isteriche.
Ora a fare i conti ci pensa la Marble adding machine di Mathias Wandel.
Quest'uomo è un genio, ma intuisco che non sarà semplice infilare il suo marchingegno in cartella.
venerdì 7 settembre 2012
Disegni che diventano pupazzi. E io che decifro la stele di Rosetta
I disegni dei bambini rimangono per me dei misteri imperscrutabili. Dei rebus machiavellici. Tipo la stele di Rosetta. Tipo, perché quella sono sicura che con un po' di impegno potrei tradurla.
Non c'è niente che io o loro possiamo fare. Quei segni disarticolati sul foglio, come bastoncini di Shangai spezzato, sono imperscrutabili. Bellissimi eh, ma imperscrutabili.
Mai una volta che azzecchi un soggetto:
- Beeeello, amore, è un coniglio?
- Ma mamma, non vedi? Siamo io, te e papà!
- E questa è Bianca?
- No, quello è un coniglio!
martedì 10 luglio 2012
Piccoli Van Gogh crescono (ovvero datemi un girasole e vi cambierò il mondo)
Ditemi chi di voi, mamme, papà, zii, nonni e babysitter non sogna che il proprio pargolo diventi un novello Van Gogh, a parte quella storia della pazzia e dell'orecchio mozzato, è chiaro.
Adesso basta un'App e vostro figlio creerà capolavori che avranno estimatori, condivisioni e pagine fan, pur mantendendo intatto l'orecchio e la sanità mentale.
martedì 29 maggio 2012
Steve Spangler, il ragazzo della scienza
Se avessi avuto un professore così sono sicura che avrei seguito le lezioni di scienze più volentieri. E non perché Steve Spangler sia un uomo affascinante, in grado di far danzare i miei ormoni. No, solo perché usa il buonsenso e sa che per catturare l'interesse dei ragazzi occorre coinvolgerli, stimolarli, sedurli. Un obiettivo ambizioso e complicato che non si può raggiungere (solo) con i libri. Tanto per cominciare puoi organizzare dei camp estivi per insegnare agli insegnanti (passatemi il gioco di parole) a essere semplicemente divertenti. E lui lo ha fatto, creando i Science Rockies.
lunedì 21 maggio 2012
Un giorno di pioggia meritata e un alfabeto che farà miracoli
La meglio gioventù |
Per esorcizzare la brutalità, per isolare l'arroganza di una violenza cieca e per questo debole servono grandi gesti e grandi eroi. Ma anche piccoli passi nella direzione giusta, quella della consapevolezza, della cultura, del rifiuto perentorio e costante dell'ignoranza e della massificazione.
lunedì 6 febbraio 2012
Equilibrismi precari
L'equilibrio è importante. Senza equilibrio non potremmo camminare, correre, saltare. Nemmeno stare in piedi. L'equilibrio però non è per sua stessa natura definito, stanziale, ma è una condizione di continua ricerca, di movimenti impercettibili, di piccole deviazioni di rotta, di microscopici aggiustamenti e perdite di attrito.
Insomma l'equilibrio è una condizione futuribile, qualcosa a cui aspirare continuamente e che non si raggiunge mai, se non per pochi istanti. Qualcosa che ti può essere portato via in un attimo.
Come la felicità.
Insomma l'equilibrio è una condizione futuribile, qualcosa a cui aspirare continuamente e che non si raggiunge mai, se non per pochi istanti. Qualcosa che ti può essere portato via in un attimo.
Come la felicità.
giovedì 15 dicembre 2011
Radiant Baby. Keith Haring per i bambini
L'arte secondo me nasce dalla capacità di ritrovare quelle pulsioni innate e primitive che contraddistinguono l'infanzia. Liberarsi dalle sovrastrutture, dalle regole, dai preconcetti e dalle idee prefabbricate per attingere alla propria ispirazione, unica e originale, significa reimpossessarsi degli occhi dei bambini e delle loro chiavi di lettura sul mondo.
Ci sono poi artisti che in un modo o nell'altro sono più vicini di altri al mondo dell'infanzia, col loro tratto e col loro cuore.
Uno di loro è Keith Haring.
giovedì 17 novembre 2011
I bambini e l'arte part two: dipingere come Picasso
Dopo aver insegnato ai bimbi a dipingere come Pollock con un'App (è semplicissimo farlo anche nella realtà, basta stendere un foglio di dimensioni diciamo abbondanti per terra, bloccarlo con dello scotch agli angoli e lungo i bordi, intingere pennelli, ma anche legnetti, spatole, cucchiai di legno nella tempera, e lasciar sgocciolare il colore sulla tela... certo per non avere brutte sorprese dovreste anche rivestire i mobili di casa con del cellophan come faceva Dexter con la sua scena del crimine, ma non si può pretendere di avere sempre tutto sotto controllo, o no?), è la volta di Pablo Picasso.
martedì 15 novembre 2011
L'arte di Jackson Pollock in un'App
Io non lascio niente al caso perché nego la casualità. Jackson Pollock
Lasciare colare la materia pittorica sulla tela, piccole perle di colore annegate nell'infinito, danzare insieme alla creazione e dalla creazione lasciarsi guidare, sperimentare la voragine dell'inconscio e rappresentare l'irreale stato mutevole delle cose.
Questo era Jackson Pollock.
Lasciare colare la materia pittorica sulla tela, piccole perle di colore annegate nell'infinito, danzare insieme alla creazione e dalla creazione lasciarsi guidare, sperimentare la voragine dell'inconscio e rappresentare l'irreale stato mutevole delle cose.
Questo era Jackson Pollock.
sabato 12 marzo 2011
L'arte ci salverà
Quando fuori piove, germi e virus hanno preso possesso delle mura domestiche e si sono insediati come dittatori con tanto di cerimonia di benvenuto e il morale della ciurma se n'è andato in vacanza, solo una cosa ci può salvare...
Se come a volte accade manca l'ispirazione, consiglio Disegnare il sole, un libro di Bruno Munari edito da Corraini che con semplici e poetici esempi ci mostra i diversi modi in cui si può disegnare il sole. Quello che amo di Munari è che con lui niente è esattamente come può sembrare a un occhio distratto. Ecco quindi che il sole al tramonto è diverso da un sole all'alba, un sole che sbuca dai palazzi non è lo stesso di quello velato di nebbia. Un sole à la Picasso è differente da uno che si ispira a Mirò.
Insomma un sole non è sempre solo un sole.
A furia di disegnare soli, anche l'atmosfera in casa si è rischiarata un po'.
Insomma un sole non è sempre solo un sole.
A furia di disegnare soli, anche l'atmosfera in casa si è rischiarata un po'.
Iscriviti a:
Post (Atom)