Le 48 ore appena trascorse mi hanno lasciato in dote:
il sole
il mare
la leggerezza
una congiuntivite (si sa che non 'è gioia senza dolore, se bella vuoi apparire un poco devi soffrire, senza la pioggia non ci sarebbe l'arcobaleno e tutta quella schiera di consolazioni vetero ecclesiastiche che in 13 anni di preti si sono radicate dentro di me come l'amore indiscusso per Raffaella Carrà e il suo mai dimenticato gioco dei fagioli).
Sabato io e Federico avevamo la serata libera. Cinema! ci siamo detti senza esitazione. E dopo aver superato brillantemente la prova della scelta - io proponevo Ida e lui Snowpiercer - ed esserci accordati per un democristiano Her, ché Spike Jonze mette d'accordo un po' tutti, ci siamo avviati. Siamo arrivati giusto in tempo ma i posti erano esauriti. Erano anni che non trovavo il tutto esaurito in un cinema. Forse erano anni che non andavo a vedere un film che anche altre persone volessero vedere.
Quindi in sostanza questo post è la storia di una recensione mancata.
Abbiamo cominciato a vagare per i vicoli del centro storico. Io amo camminare senza avere una meta, mi ci sento a mio agio. Passando da Vico San Matteo
e arrivati in piazza Campetto, ci siamo infilati in piazza delle Vigne, per arrivare in Vico della Lepre.
Lì, siccome la fame di cinema non mi era ancora passata - come quando hai voglia di mangiare a tutti i costi acciughe fritte e ti dicono che no, al massimo ti possono dare un'insalata di mare, che per carità è buona ma tu volevi le acciughe - ho notato con gioia e gaudio che al Teatro Altrove era in programmazione da lì a un'ora Il mondo perduto, una serie di brevi documentari girati da Vittorio De Seta tra il 1954 e il 1959 e restaurati dalla Cineteca di Bologna nel 2008 che raccontano la vita quotidiana e il lavoro nell'Italia insulare: pescatori, contadini, pastori e minatori in Sicilia e Sardegna.
La mia proposta non ha generato alcun entusiasmo nel mio accompagnatore, ma almeno mi dà adesso la possibilità di raccontavi la storia del Teatro Altrove, ex Hop-Altrove che dopo varie vicissitudini ha riaperto i battenti nell'ottobre 2013 nella splendida cornice del Palazzo Fattinanti Cambiaso (XVI secolo). Questa rinascita è stata possibile grazie alla sinergia di sette realtà tutte attive sul territorio che già si erano cimentate in progetti di riqualifica nel Sestiere della Maddalena.
- Circolo Arci Belleville
- DisorderDrama
- Laboratorio Probabile Bellamy
- Narramondo Teatro
- Arci Liguria
- Arci Genova
- Comunità di San Benedetto Al Porto
ph. Era Superba |
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Altrove Teatro della Maddalena è un centro multidisciplinare, orientato in modo particolare al teatro, ma con una programmazione che si distingue anche per la qualità della proposta musicale, cinematografica, nonché come luogo di sperimentazione e contaminazione artistica.
Accanto alla rappresentazione di spettacoli, Altrove è sede di una web radio, Radio Gazzarra, propone attività formative legate specialmente al cinema e al teatro (corsi, incontri e workshop con registi, attori, autori) e produce una parte consistente dei propri contenuti: dagli spettacoli teatrali, alle proposte eno-gastronomiche, dalla programmazione radiofonica agli audiovisivi, dagli eventi tematici ai momenti espositivi.
A queste attività si affiancano anche le proposte eno-gastronimiche del Bistrot: L’ Altrove si propone quindi come un luogo dove cibo e cultura diventano – insieme – il nutrimento di corpi e menti e come unpresidio di legalità e bellezza in un quartiere tanto centrale quanto marginalizzato nella vita cittadina.
Se volete conoscere la programmazione, i corsi, i workshop, molti dei quali dedicati anche ai bambini, visitate il loro sito >>>> qui.
Rassegnata a non poter saziare la mia fame di cinema, mi sono buttata sul vino.
Non potevo trovare di meglio. Nouvelle Vague, ristorante caffè eno-libreria, affianca a un'accurata selezione di vini e piatti della tradizione genovese e ligure, la possibilità di consultare e acquistare libri, avendo sempre un occhio di riguardo per le case editrici appena nate, le più grintose e creative.
Vino, cibo e libri, dunque.
Forse è proprio così che doveva andare.
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