Photobucket Photobucket Photobucket Photobucket

mercoledì 27 giugno 2012

Dino Buzzati e il Teatro Anime Antiche

ph. Filippo Spinelli


Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più ridicole e patetiche nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando delle contorte linee nere sopra la carta bianca. 
Comunque, questo è il tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi. Alla fine, tra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà salvare. (Forse).

Perché si dubita del proprio amore?
Può l'infanzia di un bambino cambiare il destino del mondo?
Dove sono adesso i nostri compagni di scuola?


Ci sono domande apparentemente innocue, che nascondono segreti terribili. Le risposte a queste domande non le trovi nella vita di tutti i giorni, tra piatti da lavare e bambini da accompagnare a scuola. Le risposte a queste domande, che ti sembreranno a un primo sguardo inutili e senza senso, ti possono essere rivelate soltanto nella quieta magia di una sala buia, dove risuonano echi di vite altrui, lontane e passate, ma che somigliano terribilmente alle nostre. Non a quelle dei piatti sporchi e dei bambini da accompagnare, ma a quelle che avremmo voluto vivere, o di cui abbiamo avuto paura, a quegli attimi in cui ci siamo smarriti, o in cui siamo stati troppo spavaldi. Nelle nostre vite vissute per un momento solo, quello giusto, quello per cui ne valeva davvero la pena. E allora le risposte a quelle domande non ti sembreranno più così inutili, senza senso innocue, ma al contrario diventeranno vitali, la chiave di accesso alla tua vera vita, quella che hai lasciato al di là della porta.
Quando poi  a porre quelle domande è uno scrittore come Dino Buzzati, capita che si rida (amaro).
E la faccenda si fa onirica.


In W Buzzati, lo spettacolo portato in scena da Filippo Usellini ed Enrica Barel, l'anima, il corpo e la mente del Teatro Anime Antiche, il tempo la fa da padrone. Il tempo perduto, il tempo dell'amore, il tempo dei giochi innocenti (ma ne siamo poi così sicuri?), il tempo della vita, il tempo da rimpiangere o di cui prenderci cura.


 


Il tempo è il nostro bene più prezioso, bisogna approfittarne ogni giorno. Altrimenti ci ridurremo a non ricordare più il nome del nostro grande amore, senza avergli scritto nemmeno una lettera, gli anni ci passeranno sopra come le onde del mare, lasciandoci apparentemente immutati, ma sbattuti sulla riva, stremati e consapevoli di non aver fatto neppure un metro. Ed è inutile aspettare qualcosa che non arriverà mai, perché colui che ci può salvare non vive in un fantastico palazzo nelle lontane Terre d'Oriente, ma ci aspetta appena al di là della porta, nella stanza a fianco a quella dove noi attendiamo, ottusi e capricciosi, senza nemmeno avere il coraggio di alzarci e andare a guardare.

Quell'ora e un quarto di domande e risposte mi ha lasciato addosso una piccola traccia di inquietudine, come accade quando ti svegli da un sogno che ti è sembrato più vero della tua vita stessa e ti chiedi: ma quella cosa l'ho fatta davvero? ma la mia infanzia è stata davvero così felice? 
Eh sì cari miei, perché il mondo ludico e tenero dell'infanzia esce a brandelli dalla penna di Buzzati e diventa un territorio magico e oscuro, pieno di presenze inquietanti, teatro di soprusi e sofferenze che possono cambiare il destino non solo di un bambino pallido ed emaciato, ma quello di tutti noi. Come scoprì molto presto la signora Clara Hitler.


Filippo ed Enrica prestano il loro corpo, la voce e l'anima a questi meravigliosi personaggi, danzando sulle note delle parole di Buzzati, con la grazia malinconica e la poesia delle ballerine dei carillon.



4 commenti:

  1. Benedetta, come sempre mi trovo in sintonia con te, con la tua capacità rara di esprimere emozioni, pensieri, immagini. Di toccare le corde della mia parte più intima.
    Come diceva W. Withman: "Mi contraddico, ebbene sì mi contraddico, sono vasto, contengo moltitudini" (Song of myself)
    Buona giornata! :-)))

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie Anna. anche tu contieni moltitudini, e mi mancano le nostre chiacchierate. almeno da queste parti ogni tanto ancora ci salutiamo. e ci parliamo. veramente.

      Elimina
  2. Dove le hai prese poi le foto?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. dal loro sito. le ho modificate aggiungendo le citazioni e poi gli ho chiesto i credits

      Elimina

ShareThis

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...