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venerdì 27 aprile 2012

MunsterKids, i bambini sulla strada


Questa è la storia di Mikey Munster, un bambino mingherlino di quattro anni dalle orecchie appuntite e i dentini bianchi e aguzzi, costretto a vivere per strada. Il suo riparo è l'angolo di una vecchia casa abbandonata. Di lui si dice che faccia cose orribili, e che sia un bambino davvero davvero cattivo. Poi all'età di sei anni Mikey scompare. Da un giorno all'altro, semplicemente nessuno lo vede più. Forse Mikey non è mai esistito ed è solo una leggenda, nessuno lo può dire con certezza. Ma se il vostro bambino, di solito docile e premuroso, comincia a comportarsi come un selvaggio, o se la vostra signorina tutta coccole e nastrini rosa impazzisce all'improvviso dando fuoco alle tende, guardatevi bene in giro e cercate dei piccoli dentini aguzzi che ghignano. Mikey Munster è fra voi.

giovedì 26 aprile 2012

Anche quella stordita di Cappuccetto Rosso sbarca su twitter


Forse era arrivato proprio il momento di metterle [le fiabe] per iscritto; coloro che devono conservarle, infatti, si fanno sempre più rari…
Con queste parole si apre la più celebre raccolta di Fiabe al mondo, quella dei fratelli Grimm, che proprio quest'anno celebra il bicentenario della sua nascita.
Per questa occasione il team di Radio Factory, un collettivo di professionisti che si occupa di consulenza editoriale per la radio, su commissione del Goethe Institut, ha deciso di far sbarcare i fratelli Grimm su twitter, perché anche loro abbiano l'occasione di dare una rinfrescatina alla loro immagine e di togliere un po' di polvere dalle fiabe che tanto amiamo.

mercoledì 25 aprile 2012

Pecore nere - capitolo 14

                     Capitoli precedenti

 Capitolo 14
Mi strinse la mano con decisione ma gentilezza, come un vero uomo. Come mi ero immaginata che uno scrittore come lui mi avrebbe stretto la mano. Mi piaceva constatare che il mio fiuto non mi tradiva. Avevo letto i suoi Appetizer e ne ero rimasta affascinata.
Racconti insoliti. Li avrei definiti più poesie in prosa, per la loro brevità e concisione. 
<<Salve>> mi disse.
<<Rossella ha letto i tuoi racconti...>>
<<Oh, bene. E che dice? Troppo corti?>>
Nella sua voce c'era una nota di rassegnazione insaporita da un pizzico di sarcasmo.
<<Li ho trovati insolitamente affascinanti.>>
Mi studiò per qualche secondo. <<Cos'è? Un eufemismo per dire per niente affascinanti? Come quando si dice che una donna ha una bellezza particolare? Per evitare di dire ciò che si pensa, cioè che è brutta?>>
Fu in quell'istante che decisi che avrei pubblicato il suo lavoro.
Il confronto con Barbato gli aveva indubbiamente dato la carica di fiducia in se stesso che gli mancava, a detta di Malatesta. Anche se non mi fido di ciò che dice Guido. 
<<Mi piacerebbe che passassi da me quando hai tempo. Per parlarne. Io pubblico principalmente poesia, ma i tuoi racconti... non so, hanno un che di poetico che si sposa perfettamente con la mia linea.>>
Quando gli lasciai il mio biglietto da visita, Nightingale annuì cortese ma evidentemente poco convinto. 
Non mi aspettavo di ricevere una sua e-mail quella sera stessa.
From: g.nigthingale@fastwebnet.it 
To: rossella.ogliari@pecoranera.com
Oggetto: racconti
Data::25/10/07 - 22.34
Gentile signora Ogliari,
mi scuso per il mio atteggiamento scostante di oggi al teatro. Avevo appena visto una persona che non incontravo da tempo e mi sono lasciato prendere dalle emozioni. Negative, purtroppo.
La ringrazio infinitamente per il suo interesse nei confronti del mio lavoro, e se la mia maleducazione non ha compromesso le sue intenzioni, sarei davvero felice di passare da lei in casa editrice domani pomeriggio, o quando lei ha un attimo di tempo.
Rinnovando le mie scuse, le porgo cordiali saluti.
Gustav Nightingale

martedì 24 aprile 2012

Il problema è che in Cascina Cuccagna si sta così bene che abbiamo deciso di fermarci un altro po'

A volte, si sa, un post tira l'altro.  E il Goodesign alla Cascina Cuccagna ci è talmente piaciuto che abbiamo deciso di regalarvi ancora qualche istantanea.
Rigorosamente iphoneonly.

per di là

lunedì 23 aprile 2012

Cascina Cuccagna - design week

Vipot, il vaso naturale
Non so se conoscete la Cascina Cuccagna. Se la risposta è negativa, andateci domani, anzi subito. Cascina agricola in attività fin dal 1695, alle spalle di Porta Romana, è stata recuperata da pochissimo da una cordata di nove associazioni e cooperative che l'hanno strappata al degrado, restituendola a chi appartiene per diritto, i cittadini, e rendendola fulcro di un discorso più ampio sul territorio, un centro polifunzionale d'iniziativa e partecipazione territoriale, un luogo di aggregazione sociale e culturale, di partecipazione civile.
Quest'anno, in occasione del Fuorisalone 2012, in collaborazione con Best Up, Cascina Cuccagna ha ospitato Goodesign - lavorare bene, abitare meglio, che ha organizzato 4 macro aree, Green, Living, Mobility e Food, con la partecipazione di più di 50 aziende e creativi che si impegnano a riflettere su un design sostenibile, ecologico ed economico.

venerdì 20 aprile 2012

L'outsider: Amyas Connell

Il modernismo fu un movimento artistico e architettonico di respiro internazionale, capitò così che il principale responsabile della sua diffusione in Gran Bretagna fu un Neo Zelandese: Amyas Connell, che rimase molto colpito dall'opera di Corbusier all'Esibizione di Parigi del 1925. Tra le prime case moderniste realizzate in Gran Bretagna c'è la sua High and Over, realizzata tra il 1929 e il 1931 per l'archeologo Bernard Ashmole.

giovedì 19 aprile 2012

Io mi sento futurista, e voi? Le ceramiche ad Albissola negli anni Trenta

Dovete sapere che prima di venire a lavorare a Milano, io facevo il lavoro più figo del mondo, ovvero il topo da biblioteca. Dall'inizio del 1999 alla fine del 2000 ho lavorato presso The Wolfson Collection, che adesso risiede a Genova Nervi, ma che allora era abbarbicata sulle alture sopra Di Negro. La collezione, affidata da quell'anno a una Fondazione Regionale, raccoglieva in oltre 18000 pezzi tutta la storia delle arti decorative in Italia tra il 1885 e il 1945. Io ero una stagista, ma del tipo buono, di quelle che si fanno un mazzo tanto per pochi euri - all'epoca appena entrati in vigore. 

Robot

DefinizioneMacchina automatica che, coordinata da un elaboratore elettronico, svolge compiti non predeterminati in sostituzione dell'uomo 2 Automa che per forma e movimenti è simile all'uomo3 fig. Persona che agisce passivamente

Applicazione: In certe circostanze, dopo certi tipi di incontri, che dovrebbero essere di natura professionale, capita di rendersi conto che, nel micro-sistema economico in cui siamo inseriti, abbiamo la valenza e il valore che potrebbe avere un robot, uno di quelli ben congegnati che fanno tutto ciò che umanamente si può fare, anzi, qualcosa in più. La conclusione triste e un po' avvilente è che la tipica azienda italiana non gestisce risorse umane, ma esclusivamente cedolini paga.  

mercoledì 18 aprile 2012

Total design: Charles Rennie Mackintosh


Nato a Glasgow nel 1868 e morto a Londra nel 1928, fu un seguace del movimento inglese di Arts and Crafts e uno dei maggiori esponenti dell'Art Nouveau.
Ha creato uno stile, che combina la razionalità delle linee rette e degli angoli con la morbidezza di sottili linee floreali. Credeva nel total design, quindi disegnando un edificio, lo pensava anche nei minimi particolari dell'arredo. Era infatti architetto, designer, disegnatore di stoffe e pittore di acquerelli.

martedì 17 aprile 2012

Gio Ponti. La dissacrante bellezza del quotidiano

Come avevamo promesso ecco il secondo appuntamento con Design (in)History. pillole di storia del design da assumere quotidianamente per ridurre o addirittura cancellare sintomi quali ipertensione, stress, insonnia, acidità di stomaco. Fate largo al Bello ed eliminate dalla vostra vita tutto ciò che è brutto, dissonante, banale.

Oggi vi voglio parlare di Gio Ponti.
Ma non del Gio Ponti architetto:

Casa di via Randaccio. G. Ponti, E. Lancia, 1925

 e non del Gio Ponti designer:

La superleggera, Cassina, 1957
Ma del Gio Ponti mancato pittore, colui che dal 1923 al 1930, fresco di laurea in Architettura al Politecnico, assunse la direzione delle gloriose ma vacillanti Manifatture Richard Ginori.
Spesso succede che la vita sia più fantasiosa di noi e ci riporti là dove avremmo sempre voluto essere, ma dove per paura, indecisione o semplicemente a causa di un fato avverso non siamo mai riusciti ad arrivare. 

lunedì 16 aprile 2012

Considerazioni di viaggio durante un viaggio senza letture


La banale, se volete, verità a cui sono giunta tra i fumi residui del sonno, sul treno verso un infelice lavoro, questa mattina, è che viaggiare non è solo partire. Il viaggio inizia molto prima della partenza, e non solo per preparare il bagaglio, stampare i biglietti, prenotare un B&B... inizia prima perché si pregustano le atmosfere, si agogna alla rilassatezza del "non dover per forza", ma che sia come sia. Pochi giorni oltre confine e già mi immagino parlare in un'altra lingua, anche se il mio tedesco (oltretutto vecchio e fuori esercizio) non assomiglierà per niente alla lingua del luogo.

Olympia Le-Tan: metti un libro in borsa... o una borsa in un libro?




Se è vero che l'abito non fa il monaco, lo stesso non vale per il libro, che a mio avviso molto spesso lo fa la copertina. Delle copertine noi ci fidiamo, le scrutiamo come oracoli capaci di rivelarci almeno un guizzo dell'anima che si cela dietro quelle pagine. 
Questo vale a maggior ragione per i "libri" di Olympia Le-Tan, che della sua passione per il ricamo (ereditata dalla nonna) e per i libri (ereditata dal padre, l'illustratore Pierre Le-Tan) ha fatto una vera e propria missione.

Design alle donne: Eileen Gray


Attenzione, questo non è un post femminista. Mi sembra interessante, però, iniziare a esplorare il mondo dell'architettura e del design degli anni Venti partendo dall'opera di Eileen Gray. Nata in una ricca famiglia irlandese, grazie al padre poté frequentare la Slade School of Fine Art, dove studiò arte, tra le prime donne a essere ammesse alla scuola.
Nel 1900 fece il suo primo viaggio a Parigi, insieme alla madre, e rimase molto colpita dall'Art Nouveau durante la visita all'Esposizione Universale. Nel 1905 tornò a vivere a Londra e riprese a frequentare la Slade, ma si rese conto che la pittura e il disegno la lasciavano sempre più insoddisfatta. Nello stesso periodo iniziò a frequentare un negozio di Soho e a interessarsi di mobili laccati. Inizia così la sua "carriera"di designer, che continuerà in Francia. Ma la Gray fu anche architetto, e nel 1924 insieme a Jean Badovici inizia a lavorare a una casa sul mare, che sarà poi la E-1027 (sigla che nasconde i nomi dei due).

venerdì 13 aprile 2012

Thanks God it's friday!

Grazie a dio è venerdì.
Il giorno prima della festa. E quello prima prima del giorno più brutto della settimana. Dopo il lunedì naturalmente, che il lunedì non lo batte nessuno.
Oramai ho anticipato al venerdì il mio diritto a essere cesso, che applico regolarmente il sabato pomeriggio. Già questa mattina mi sono vestita come il mago di oz e non credo che le cose miglioreranno durante il weekend, visto che è prevista pioggia a catinelle. Ma tanto quelli intorno a me si sono messi l'anima in pace.
Durante questa settimana (breve) ho capito qualche cosetta ancora di me, che voglio condividere con voi. E più precisamente che:


In a strange world



English version
Sometimes I feel like the man driving in the wrong direction on a highway and thinking: ehi, they're all nuts, all these drivers coming towards me!
Am I an alien?
Whatever I do, I do it wrong. Some people are never happy, but I wonder: am I among these people?
Maybe I feel strange because I'm not tuned on the right waves. But why do we have to be tuned on whatever, why can't we be free to be just ourselves, without people to expect us to behave in a way or another and nonetheless be loved?
Human beings are always looking for something or someone to fit in with themselves. Difference is often a shame. So I'd like to declare  Today 13th April (oooh, it's friday, even better) the International Day of Difference. The slogan will be: be different, you can make a difference

giovedì 12 aprile 2012

L'inglese per bambini non è un gioco da ragazzi


Mi presento: sono Cristina (sempre io), sono anglofila e ho un passato da insegnante di Inglese. Ammetto di essere pignola quando si tratta di apprendimento della lingua, non tanto riguardo ai risultati, quanto riguardo ai metodi. Quindi, contrariamente a quanto possa sembrare, non sono una snob che se sente qualcuno parlare inglese in modo stentato pensa che sfigato, o simili. Molti di noi non ne hanno fatto una ragione di vita, ma lo hanno studiato male a scuola e con un po' più di coscienza da adulti, per esigenze di lavoro, in genere. Benissimo. Ognuno fa quello che può, per quello che gli serve.
Il modo migliore per imparare una lingua, naturalmente, è farlo da piccoli, bevendola insieme al latte materno. Alcuni fortunati hanno una doppia esposizione linguistica fin dalla prima infanzia, grazie a genitori di nazionalità diverse. Ma se non avete sposato un bellissimo inglese (per me sono tutti bellissimi... più o meno), nessuno vi vieta comunque di iniziare vostro figlio alla lingua straniera. Stiamo attenti, però, perché l'imprinting non è una leggenda. Se non vi sentite all'altezza, se sapete che il vostro inglese è stentato e la pronuncia pessima e insicura, rivolgetevi a professionisti, come per esempio i Learn with Mummy di Letizia Quaranta.

Puntevirgola. Dare i numeri in gravidanza. E darli sbagliati.

PREMESSA OBBLIGATA: QUESTO E' UN GUEST POST, QUINDI NON SONO IO  A PARLARE E NO, NON SONO DI NUOVO INCINTA.

Di lei abbiamo già parlato qui. Se ve la siete persa correte a rimediare.
Se invece già la conoscete, andate avanti. Non resterete delusi.
A questo punto ne sono certa. 
Gli ormoni in gravidanza danno alla testa e può succedere che al nono mese si dia i numeri. Letteralmente. 
Ma i numeri che dà lei potrebbero essere giocati al lotto,  interpretati da una chiromante, potrebbero servire a ridurre il debito e addirittura ad abbassare lo spread. Leggere per credere.

© M2 riproduzione riservata

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