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giovedì 3 aprile 2014

#metroreaders upgraded


Ve li ricordate i metroreaders, quelli che leggono libri sui mezzi pubblici, imperterriti, indefessi, piove, nevica o c'è il sole, non rinunciano mai ad almeno un paio di pagine al giorno, prima e dopo il lavoro?
Io, ovviamente, sono una di quelli, e ieri mattina mi è capitata una cosa inaspettata, che come tale mi ha colto alla sprovvista. Ho avuto quindi un comportamento idiota.
Riassumo. Oggi ho scroccato un passaggio in macchina per venire a Milano, perché Trenord non ce la poteva fare. Quindi il tempo di lettura in treno me lo sono fumato.
Appena arrivata sulla banchina della metropolitana, estraggo uno dei libri che ho in lettura al momento, La fine del mondo e il paese delle meraviglie, di Murakami Haruki. Il treno arriva. Mi siedo e leggo, leggo, finché arriviamo a Duomo, dove devo cambiare linea. Mi alzo insieme a una ragazza che era seduta di fronte a me. Mi s avvicina e mi chiede: Com'è?, ammiccando verso il libro che tengo in. mano.
mumble-mumble-mumble... Bello! rispondo io.
Vale la pena?
Sì.
Anche volendo, non avrei potuto essere più laconica. E poi che cosa vuol dire che un libro è bello? Niente. Avrei potuto aggiungere, nell'attesa che il treno si fermasse e aprisse le porte, che sono due storie, un po' surreali, che sicuramente arriveranno a incrociarsi (non svelatemi niente, perché non sono ancora nemmeno a metà).
La metropolitana non è più quindi solo il luogo dove, probabilmente, si legge di più, ma anche dove si parla di libri, se solo si trovasse qualcuno con la risposta pronta.
Quindi, cari lettori metropolitani, state attenti all'interesse di altri lettori metropolitani come voi, siate pronti a dare una risposta intelligente, in modo da diffondere, sul serio, il verbo dei #metroreaders.

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