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venerdì 11 aprile 2014

La casa della poesia di Sara Trofa

Non capita spesso che qualcuno scriva una poesia per te.

Quando succede bisogna conservarla come un bene prezioso, perché la poesia sgorga direttamente dalle nostre viscere, è vomitata dai nostri intestini e dalle nostre budella. Appartiene anche ala sfera dell'anima, certo, ma trova la sua origine più profonda nella parte di noi che tendiamo a occultare, quella che consideriamo impresentabile, rozza e volgare. Viene poi filtrata dal nostro cuore e impreziosita dalla nostra anima. Ma la sua casa è lì sotto e non dobbiamo dimenticarlo.

Per questo chi scrive poesie non esibisce solo delle belle parole ma strappa inconsapevolmente un pezzettino di sé.

Sara Trofa ci ha donato una poesia.
Avevamo già parlato di lei e del suo progetto-giardino SEMIDISEGNITELODICO in occasione di Writers.

Ma oggi esibiamo, orgogliose, un pezzettino di lei.

© Cristina Cigognini 



Quando la casa è chiusa

Ho incontrato una bambina a Portobello
aveva in tasca il colore del Mare del Nord
e mi ha detto: "Sono andata a casa della Poesia ma la porta era chiusa".

Poi abbiamo parlato fingendo di bere uno due tre té
in piedi, ritte, come due guardie alla Bellezza,
abbiamo detto il vento, abbiamo detto i muri e le gemme colorate
abbiamo detto i gatti di Edimburgo che sono re e regine differenti da tutti gli altri.

Qui oggi governa la contentezza, e non c'è niente da fare. 

9 aprile 2014


© Cristina Cigognini


Le foto che hanno accompagnato le parole di Sara sono di Cristina che, sarò di parte, sanno sempre come raccontare una storia.

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