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mercoledì 1 febbraio 2012

Puntevirgola. Debellare la gentilezza in gravidanza: istruzioni per l'uso

Avete già conosciuto Puntevirgola?
Se la risposta è no, potete rimediare qui.
Ma se per caso vi si sono incrociati gli occhi, vi si è annebbiata la vista, soffrite di crampi ricorrenti al dito indice e non potete accedere all'apposito link, vi posso dire quelle dieci cose che so di lei.

1. è incinta.
2. odierà il fatto che io abbia detto per prima cosa che è incinta.
3. sorriderà per il fatto che anche questa volta ci ho azzeccato.
4. accorre sempre in tuo aiuto, qualsiasi cazzata tu abbia fatto.
5. dopo anni di lontananza la prima cosa che mi ha detto è stata: quella gonna di pelle rossa è fatta con la pelle dei tuoi fidanzati?
5. è politicamente scorretta.
7. dice molte parolacce.
8. è convinta che la domenica pomeriggio una donna abbia il sacrosanto diritto di essere un cesso.
9. le sue tette sono vere.
10. è mia amica.

Così siamo arrivati al secondo guest post, dove si parla di idiosincrasie, visioni e tette finte.
Siete pronti?

© M2 riproduzione riservata
LESSON NAMBER CIU: POSSO?

Certe cose non dovrebbero dirsi. Lo so. Ma le premesse son già state fatte nel primo post. Quindi ai sensibili di stomaco, pppppsssss, aria,  cambiare pagina!
E' un fenomeno bizzarro vedere come la gente si rapporta a una donna incinta. E non parlo della protezione di parenti e amici. Ma soprattutto di come gli sconosciuti entrino improvvisamente in contatto con te.

Da acerrime nemiche, scrutatrici, criticone e sempre in competizione con le altre simili, le donne diventano tutte indistintamente il vero gentil sesso.
Cammini per strada e ti sorridono (di solito ti guardano le scarpe schifate o il cappotto con invidia o si chiedono se la tua borsa sia tarocca o no).
In metropolitana ti fanno sedere (gli uomini guardano in basso e fingono di non vederti...).
Cameriere, commesse, estetiste si illuminano tutte nel vederti e all’improvviso vogliono essere le tue migliori amiche. (Cosa che fa inorgoglire moltissimo il futuro padre della creatura, convinto ogni volta che le eccessive attenzioni siano dovute al loro incredibile fascino.)

Miele che cola da ogni parte. Manco avessi in braccio un cucciolo di labrador.
Bè insomma, direte voi, di che ti lamenti? 
EH NO! Io non ci sto! 
Non ci sto al pensiero che tra pochi mesi torneranno tutte a grugnire, isteriche e pronte a urlarti contro all’edicola per avergli sottratto l’ultima copia di Vanity Fair... Mica mi si può adulare così per 9 mesi e poi un bel calcio nel culo! (Penso che noleggerò un cucciolo di labrador ogni volta che mi mancherà questo stato.)
Ma soprattutto... la gentilezza e i sorrisi possono forse giustificare una costante invasione di privacy e peggio di tutto, una tragica invasione della mia amplissima bolla prossemica?!
Per capirci, se il mio fidanzato la sera sul divano mi accarezza i capelli, io resisto per 4/5 secondi. Tempo limite. Eterno. Dopo tale periodo, è più forte di me, lo scanso e se non demorde mi sposto per non essere scortese. E se insiste è perché ha voglia di litigare! 
Ecco, questo il mio livello di sopportazione del contatto fisico con le persone a me vicine. Immaginate con gli estranei...
Scena tipo: entro in un negozio. Saluto. Nessuna reazione. Un ‘sera ciancicato se va di lusso. Vedono la pancia e tutto si trasforma nel magico mondo del Mio Mini Pony. Spuntano arcobaleni, fiocchi e bon bon. E a me viene già da vomitare.
Mi si avvicina almeno un paio di commesse e a me sembrano un esercito... indietreggio con le spalle al muro... “do un'occhiata” provo a dire timida mentre assumo la tipica posa della tartaruga (testa infossata nelle spalle).
Risposta: “ ma siete in dueeeeee!” 
No imbecille sono sola. E’ solo che ho appena ingoiato il mio cucciolo di labrador.  Ovviamente la decenza mi trattiene e sorrido a mia volta cercando una via di fuga. Ma è già troppo tardi. La mano della commessa avanza metri prima del corpo e mi viene pericolosamente incontro. Ho la schiena affossata nello stender dei cappotti ma niente. Peggio di Elasticgirl. Con la rapidità di un gatto randagio ZACCHETE mi ha già piazzato la mano sulla pancia e con tono 4 ottave più alto di quello presumibilmente normale dice: “pooooossssooooooooo?!”
Che cazzo ti devo dire stronza? No che non puoi ma mi stai già addosso. E la tua mano fintamente unghiuta  mi si appoggia sulla creatura mentre la tua collega mi blocca da dietro!
Sono in due, sono sopraffatta. Ho i nervi tesi, le vene del collo che pulsano e che vorrebbero andare a farsi un giro al Festival del Latino Americano. 
Respiro perché in cuor mio, anche se non ne capisco il motivo, so che non posso fare ciò che vorrei. Allora socchiudo gli occhi e mi figuro una scena che subisce pochissime, infinitesimali variazioni di volta in volta:
all’improvviso afferro il polso della mal capitata. Lei si blocca e mi guarda stupita. La guardo fissa negli occhi con gelido distacco e l’aria di sfida. Nel frattempo la pancia si muove. Lei ha un attimo di esitazione, è frastornata ma ha sentito muovere, è quello che voleva. Sposta di nuovo gli occhi sulla pancia. Il mio ventre si squarcia e ne esce una creaturina con le mie sembianze che le grida: “ TI LEVI DALLE PALLEEEEEEEE????” e torna subito nel suo caldo giaciglio. 
La commessa ha tutti i capelli bianchi. E non sa se quello che ha visto è reale o frutto della sua fantasia. Mi guarda con terrore e io le faccio il sorriso più dolce e materno che mi sia mai venuto.
Quando la scena immaginaria finisce, anche lo strazio reale si è concluso, mi sento sollevata e adesso la commessa mi guarda davvero. E grazie al mio universo parallelo ho un meraviglioso sorriso da offrirle.
Dai, diciamolo. E’ una cosa senza senso. io non la capisco. Insomma è come se io le chiedessi di vedere un maglione accarezzandole i capelli. Sarebbe un po’ strano no?
L’unica volta che ho detto “Posso?” allungando una mano è stato nei bagni di una discoteca.
Indossavo un top scollato e mi stavo lavando le mani. A un certo punto irrompe un travestito bellissimo che giustamente arroga il diritto di stare in un bagno femminile, decisamente ubriaco e con due tette plastiche superbe. Mi si avvicina e mi dice: “gioia che bel senoooo... ma sono vere?!”
“bè sì, sono le mie”dico divertita e aggiungo: “comunque anche tu non scherzi.”
“ le mie invece sono finteeee! Nuove di pacca, venute bene veroooo!? ” strilla buttandomele in faccia con un esplicito invito all'assaggio...
“ehm.. posso!??!” 
Toccare le tette finte di un uomo è un'occasione da non perdere.
Ma questa è tutta un’altra storia. 
Puntevirgola

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