I ricordi si fissano nei dettagli. E i bambini sono bravissimi a notare quei particolari che agli adulti sembrano insignificanti. Per questo i ricordi che conserviamo da quando eravamo piccoli, spesso passeggeri clandestini nella nostra memoria organizzata a trattenere solo le informazioni utili, quando riescono a farsi notare hanno la forza dirompente di uno schiaffo in piena faccia, che ti costringe a guardare, o in questo caso a ri-guardare, un momento, a rivivere un'emozione, ad annusare la consistenza dell'euforia, della tristezza, della frustrazione, delle coccole.
Ieri ho ritrovato sul blog Little Vintage Lovers alcuni dei miei giochi preferiti. Quelli di cui non avevo più memoria, il cui ricordo era finito sotto una pila di scartoffie polverose, qualcosa che aveva a che fare con la mia laurea presumo, dietro il ricordo del primo bacio e subito a destra del ricordo della prima vodka alla panna buttata già tutta d'un fiato.
Ricordo perfettamente il rumore che facevano le ruote del minibus sul parquet, il muso sornione del cane vestito di nero, con un collarino rosso vittoriano.
Ricordo che mi sarebbe piaciuto andare a scuola con uno scuolabus giallo, e che invece alla mia scuola ci si arrivava a piedi, se chiudo gli occhi posso contarne ancora i passi e sentire la stretta allo stomaco all'idea di non conoscere tutte le risposte.
Scuolabus Fisher-Price del 1965, con 8 personaggi |
Ricordo la scuola e le lettere magnetiche sul tetto e che la giostrina gialla, se riempivi tutti i posti e la facevi girare forteforte, ti scaraventava gli alunni in giro per la stanza. Con buona pace della maestra che li aveva lasciati uscire incustoditi. Oggi fioccherebbero cause su cause per una caduta accidentale dal potente mezzo di locomozione.
Ricordo il rumore della cassa quando si apriva lo sportello delle meraviglie, quello dei soldini. E ricordo che io compravo sempre il gelato.
Ricordo la sensazione delle dita mentre giravano sulla ruota del telefono, quando fingevo di chiamare le amiche per organizzare party improvvisati.
Ricordo la televisione, che anche con tutti gli sforzi di un'immaginazione compulsiva non poteva competere con la puntata in cui Mila Azuki umiliava la Heinz e la Crosby nella partita contro le Saiei.
Mamma, ti prego, posso ancora una????
Io sono di natura nostalgica e i ricordi per me solo sempre croce e delizia fonte di malinconia e tenerezza. Io devo essere più vecchia di te perché piuttosto che Mila guardavo mimi ayuara
RispondiEliminanooo ho la tua età, ma la mia è stata una selezione naturale. Mimì era troppo piagnona
EliminaMi hai fatto ricordare ogni più piccolo dettaglio di quei giochi. Quanto tempo rimanevo a fissarli ed a studiarli..ecco perchè a più di vent'anni di distanza mi sembra di averli visti, per l'ultima volta, ieri.
RispondiEliminahai ragione. io mi ricordo principalmente la sensazione visiva e tattile e l'emozione che mi procurava il solo fatto di possederli. niente in confronto all'usa e getta di oggi. insomma, era meglio quando si stava peggio e rosso di sera bel tempo si spera, ecco.
EliminaOh mamma è vero...che nostalgia...
RispondiEliminagià... ti ritrovi con un cuore di paglia e un incendio che non spegni mai... (feat. Al e Romina)
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