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lunedì 10 giugno 2013

Liberiamo i libri: LiberAria edizioni

Oggi ho il piacere di presentarvi un piccolo editore, che ha però grandi idee, aspettative, sogni, iniziativa ed energia. parlo della casa editrice LiberAria di bari. Ho fatto qualche domanda ad Alessandra Minervini, editor.

- LiberAria è una giovane casa editrice. Ti va di raccontarci brevemente la sua storia?
LiberAria è stata fondata a Bari da Giorgia Antonelli nel Novembre 2011. La sede è nel capoluogo barese, ma la redazione è sparsa un po' in tutta Italia e riusciamo a lavorare benissimo tramite riunioni virtuali e  fisiche sparse in giro per l'Italia.  Io sono l'unica barese del team, anche se per lavoro sono quasi sempre in giro, e mi occupo della narrativa italiana dallo scouting all'editing;  Mattia Garofalo è il nostro Rights Manager e responsabile della narrativa straniera: dal nome non si direbbe ma lui è londinese (aspetto che invece emerge molto durante le riunioni redazionali, dove Mattia si riconosce dall'a-plomb) e infine c'è Caterina Morgantini, marchigiana, il nostro ufficio stampa e responsabile della comunicazione.
Dopo un anno e mezzo di lavoro matto e disperatissimo, il 16 maggio scorso sono usciti i nostri primi titoli che potete consultare qui http://www.liberaria.it/web/collane e acquistare in tutte le librerie di Italia, dal momento che siamo distribuiti da Messaggerie, e anche nelle  principali librerie online.
-  Date molto spazio agli autori italiani, anche esordienti. La vostra collana SINGOLARI mi sembra quasi che faccia le veci delle riviste letterarie, che negli altri paesi hanno successo e lanciano nuove voci. Come mai, secondo te, in Italia si è perso il gusto della lettura breve?
Proprio così. E' esattamente questa la prospettiva con cui abbiamo inaugurato questa collana che, appunto, è solo digitale e disponibile sia sul nostro sito che su Bookrepubblic. Le prime due raccolte di racconti riuniscono sette autori promettenti, sette futuri scrittori che i lettori possono scoprire in anteprima leggendo i loro racconti. Ogni autore ha creato una trilogia composta da tre storie che sono intrecciate tra loro non tanto dalla trama, ma dal mondo narrativo dell'autore. Ogni trilogia singolare si basa sull'ossessione narrativa dei loro autori: il falso perbenismo di provincia;  il perturbante; la guerra; la rabbia giovane...ecco alcuni dei mondi singolari che i nostri raccontano in questa collana.
Rispetto alla seconda parte della domanda. Forse sì, è vero. Le storie brevi sono meno lette. Ma questo non significa che siano meno amate. Forse in Italia si fa fatica a pubblicare storie brevi perché non si riesce a comprenderle fino in fondo. La narrativa breve è un genere di tutto rispetto che, peraltro, con il digitale potrebbe davvero espandersi in maniera non solo quantitativa ma anche qualitativa. Spero davvero che questo genere non svanisca nel nulla, dal momento che la narrativa breve è stato il principale mezzo di diffusione di autori grandissimi (penso, tra gli altri, a Tiziano Scarpa, Aldo Nove, Niccolò Ammaniti, Valeria Parrella), senza i loro racconti avremmo mai avuto i loro romanzi?

- Cita un autore italiano e uno straniero che avete pubblicato nell'ultimo anno e che secondo te non possiamo non leggere. E perché?
Due romanzi, uno per un weekend e uno per l'estate. Il primo è “Il metodo della bomba atomica” di Noemi Cuffia: un esordio a cui tengo molto. E' un romanzo che racconta l'amore nelle sue due forme possibili: l'amore come passione e l'amore come progetto. Una spirale in cui penso ci siamo trovati tutti nella vita. Amo molto anche la protagonista della storia, Celeste, una Madame Bovary contemporanea che divora ebook sul tablet e aggiorna il suo blog dedicato ai fiori. Il secondo consiglio di lettura si chiama “Sunnyside” di Glen David Gold, un autore americano molto noto e amato in America che penso lascerà il segno anche in Italia con questo suo splendido romanzo che si apre  su una fredda giornata d’inverno del 1916: una come molte altre, se non fosse che in questa il famoso attore Charlie Chaplin viene avvistato in più di ottocento posti simultaneamente...

- Siete stati all'ultimo Salone del Libro di Torino. Puoi raccontarci la vostra esperienza, una cosa che avete amato e una che avete odiato del Salone?
Sì, il primo anno al Salone non si scorda mai! Molti colleghi mi parlavano di momenti di noia che purtroppo/per fortuna noi non abbiamo mai vissuto. Grazie anche all'affetto di tantissimi amici che ci sono venuti a trovare e sostenere da tutta Italia. Il momento più bello per me è legato alla prima presentazione del  romanzo di Noemi Cuffia con la partecipazione di Dario Voltolini. Eravamo tutte quante molto agitate, poi abbiamo iniziato a parlare del libro, a leggerne dei pezzi, abbiamo ripescato dal nostro cesto dei tesori alcuni momenti del work in progress del romanzo  e improvvisamente  è sembrato tutto così semplice e naturale. I libri fanno miracoli.

P.s. Il momento più brutto del Salone l'ho dimenticato

Fotografie: courtesy of  © Federico Botta





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