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martedì 14 gennaio 2014

C'era una volta Milimbo

Amo le  storie che cominciano con c'era una volta. Quelle parole magiche che aprono il sipario e spengono le luci in sala, che ti catapultano in un mondo distante, a volte strano e diverso, a volte familiare e rassicurante. Un mondo che, il più delle volte, parla anche di te.
Ma non tutte le storie si meritano un c'era una volta. Solo quelle che diventano archetipi, quelle che sono state narrate davanti al fuoco e tramandate da mille bocche, ascoltate da mille occhi. Quelle che sono accadute in quel tempo e in quel luogo, ma che si potrebbero ripetere qui e ora.
Le storie che cominciano con c'era una volta non sono favole, sono esperienze vissute, paure incarnate, stralci di vite passate trasformate in paradigmi
In esse le parole si intrecciano a formare nodi indissolubili, tessono trame che avvolgono e incantano, un coro di sirene a cui è molto difficile resistere.
No, decisamente non tutte le storie si meritano un c'era una volta. Quelle a cui calza a pennello sono le fiabe classiche, quelle edulcorate da Sir Walt, bistrattate da generazioni di femministe, fagocitate dal merchandising.
Quelle che aspettano una seconda occasione per rifarsi una vita, per tornare a risplendere. Come tutti i grandi classici hanno bisogno di un cambio di guardaroba, ogni tanto.



Ci sono poche realtà in grado di attuare questo cambio di look con intelligenza e senza traumi, persone che si prendono cura delle storie con dedizione e infinito rispetto, che non si limitano a rifargli un po' il trucco, ma le coccolano, le viziano e sanno che ogni rinnovamento che si rispetti parte sempre dalla punta dei piedi.
Una di queste è Milimbo.



Studio grafico prima, casa editrice poi, la spagnola Milimbo lavora sulle differenti modalità del raccontare. Una volta attraverso le parole, un'altra attraverso le illustrazioni, altre volte attraverso il gioco, poiché intende il gioco come "un modo di agire e una maniera di conoscere".
Ed è grazie a queste persone attente e talentuose che riprendono vita grandi classici della letteratura per l'infanzia

come Cappuccetto rosso che diventa sia un gioco





che un libro muto, supportato unicamente dalla potenza evocativa e un po' vintage delle immagini





o Cenerentola che, affrancata finalmente dai diabetici topini, ritorna al suo significato originario, una storia che parla di speranza e della eterna rivalità tra fratelli, della superiorità morale del lavoro e della frivolezza che condanna all'infelicità.






Hansel e Gretel si perdono sì nel bosco, ma sta a voi fargli ritrovare la strada grazie agli strumenti che vi vengono forniti nella scatola in edizione limitata, che comprende anche una breve storia e un epilogo di Antonio Munoz Molina.




Oppure prendono vita nelle forme taglienti di un bosco d'inverno.





Milimbo realizza anche poster di una bellezza da mozzare il fiato





cartoline che rendono omaggio al mondo delle fiabe, alla tradizione orale, all'infanzia, ai sogni.








Questo è il loro sito e ça va sans dire hanno anche un negozio su etsy.
Ah, quasi dimenticavo, vi conviene affrettarvi, è tempo di saldi!

4 commenti:

  1. Trovo i lavori presentati molto belli e originali, ma sembrano a prima vista quasi più adatti a bambini adulti che a bambini piccoli.
    Il mio Binotto ha solo tre anni e mezzo e non so se sarebbe in grado di apprezzare...ma vado a farmi un giro sul loro sito e prendo nota.
    A presto!
    :-)

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    Risposte
    1. questo è un punto centrale del problema. Molte delle cose che proponiamo qui e che ci piacciono sono più adatte ai genitori che ai bambini. So per esperienza che i bambini, soprattutto quelli piccoli, sono attratti dalle illustrazioni ricche di particolari, sulle quali si possono soffermare a lungo, piuttosto che da quelle minimaliste che tanto piacciono a noi. Questo, per quanto mi riguarda, significa due cose: 1) che da tre anni a questa parte, per Natale e compleanno, mi faccio regalare libri illustrati, che ormai nella mia libreria stanno superando i romanzi. 2) che le mie figlie, vedendoli in giro si abitueranno al bello, anche solo per osmosi, e da grandi il loro occhio allenato glielo farà riconoscere ovunque. Almeno, io la penso così. Un abbraccio e buona lettura

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  2. bellissimo! credo che non resisterò dal comprare il gioco di cappuccetto rosso!

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