Credo che non ci sia modo migliore di iniziare la settimana che parlando di libri. Spero siate d'accordo con me.
Oggi vi presento Tre camere a Manhattan, di Georges Simenon.
Due anime sole e tormentate si incontrano per caso. Non veniamo a sapere quasi nulla, in verità, dei loro tormenti, ma li proviamo dentro, li viviamo grazie all'irritante trascinarsi nel tempo dei protagonisti, mentre languono per amore o per altro.
Due storie che diventano una. Una storia d'amore.
Non mi piacciono molto le storie d'amore, forse perché non credo che l'amore romantico definisca le persone, tanto meno i personaggi. Quindi non mi è piaciuta nemmeno questa, anche se l'amore è solo il punto di arrivo del romanzo, e di inizio per "loro due". Françoise Combe è un maschilista, Kay una donna disperata, disposta a giustificare il comportamento dell'uomo anche quando è del tutto inaccettabile.
Il romanzo fu scritto nel 1946. Solo questo mi ha permesso di arrivare fino in fondo: la prospettiva temporale. Oggi, però, trovo questa una storia inammissibile. Sarà per il mio femminismo latente, sarà per incapacità di giudizio. Sarà.
Se volete farvi un'idea vostra del romanzo, ecco le coordinate
Titolo: Tre camere a Manhattan
Autore: Georges Simenon
Editore: Adelphi
Traduttore: Laura Frausin Guarino
questo libro non lo sento nominare per la prima volta, e la tua recensione me lo fa particolarmente apprezzare debbo dirlo!
RispondiEliminaIo non l'ho apprezzato per niente, però. Ma sarei curiosa di sapere che cosa ne pensi, dopo la lettura. Grazie, Patalice.
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