A chi ha invece apprezzato i suoi lettori romantici e visionari regalo un pezzo che Mélanie Francès, aka audreyorke, ha scritto per il Washington Post sulle sue scorribande metropolitane.
Vi dico solo che inizia con una citazione di Milan Kundera.
Pesi massimi
“Ma davvero
la pesantezza è terribile e la leggerezza meravigliosa?
Il fardello
più pesante ci opprime, ci piega, ci schiaccia al suolo. Ma nella poesia
d'amore di tutti i tempi la donna desidera essere gravata dal fardello del
corpo dell'uomo. Il fardello più pesante è quindi allo stesso tempo l'immagine
del più intenso compimento vitale. Quanto più il fardello è pesante, tanto più
la nostra vita è vicina alla terra, tanto più è reale e autentica.”
L'insostenibile
leggerezza dell'essere
Milan Kundera
SR#1 |
L'idea non mi abbandonò. Ogni giorno, i miei viaggi da pendolare
divennero un'eccitante caccia alle vittime innocenti. Lettori che andavano al
lavoro, all'università, a casa di amici, a conferenze. Per me divenne un'ossessione
catturare la loro intensità, le loro particolarità, la loro impermeabilità a un
mondo digitale, le loro bolle personali in mezzo alla folla. Li catturavo
immersi nei loro libri, ricurvi, seduti sui sedili, per terra, in piedi,
appoggiati ai pali. Ho fotografato una lettrice di profilo, con i lunghi
capelli neri che le ricadevano lungo la mascella come un velo. Ho fotografato
il contrasto delle unghie rosse di una lettrice contro il bianco della pagina.
Ho fotografato il contrasto del vestito bianco di una lettrice contro un muro
rosso. Mi piaceva la casualità dei miei sforzi.
SR#4 |
SR#9 |
Continuavano a leggere quando i treni arrivavano rombando nelle
stazioni, quando gli altri viaggiatori li spingevano per scendere, o per
salire. Continuavano a leggere quando l'anonima voce femminile annunciava
all'altoparlante qualche incidente, ritardo, o interruzione. Continuavano a
leggere nel mezzo del trambusto, il chiacchiericcio, la confusione dell'ora di
punta. Fino a oggi, nessuno si è mai accorto che li stavo fotografando. Ho
continuato a scattare e scattare assegnando numeri a perfetti sconosciuti,
senza ben sapere che cosa avrei fatto con la mia sempre più numerosa
collezione.
SR#28 |
Presto fui sopraffatta dalla risposta che ricevetti dagli utenti di
Instagram in tutto il mondo. Ovunque gli amanti dei libri iniziarono a
incoraggiarmi commentando i diversi lettori, esprimendo pareri sulla street
photography, chiedendomi se le persone sapevano di essere fotografate, se avevo
paura di essere colta sul fatto. I "librofili" di Montreal mi
scrissero che segretamente speravano di essere fotografati mentre leggevano in
metro, un giorno. Un utente di Beijing sorpreso scrisse che i libri cartacei
erano tutt'altro che scomparsi dal suo panorama quotidiano. Giorno dopo giorno,
“like” dopo “like” sotto ogni nuova foto, un progetto semplice che era nato
come qualcosa di locale – per mettere in risalto i lettori metropolitani di
Montreal – fu pervaso da una certa universalità.
SR#42 |
SR#46 |
Quindi forse i Subway Readers e gli
utenti di Instagram hanno i loro motivi. Ancora preferiscono fare le orecchie
alle pagine, sottolineare certi passaggi, scrivere note ai margini, tornare
indietro e poi di nuovo avanti in un secondo, e sentire ancora fisicamente che stanno per girare l'ultima pagina di un
libro. Lo stesso vale per me.
Se i lettori sono come i pugili, c'è ancora qualche peso massimo nelle
stazioni della metropolitana di Montreal.
Ah, non vi ho detto una cosa.
Nel frattempo Mélanie ha trovato il suo SR#100.
Eccolo qui:
SR#100 |
Io sono una tua silenziosa seguace. Adoro le foto dei lettori, le loro espressioni, le espressioni di chi gli sta di fianco. Quando sono stata io pendolare mi dava un fastidio tremendo sentire occhi sltrui sulle mie intime letture. Anche per me il libro deve avere un suo peso; non dev'essere solo letto, ma proprio vissuto, toccato, amato o odiato. Si instaura una vera e propria relazione con un oggetto che trascende la sua materialità nella mente di chi lo possiede.
RispondiEliminaciao bruna, anch'io seguo silenziosamente le tue belle interviste...
Eliminai miei metroreaders e quelli di audrey ringraziano la tua curiosità empatica e solidale, quella che qualsiasi lettore (di libri) dovrebbe avere.
il vero problema, adesso è che per fotografare loro, ho smesso di leggere io....
Oh Benedetta, questo è per me un onore. Davvero.
RispondiEliminaSe anche tu volessi partecipare ne sarei lieta.
Bè ma tu devi sacrificarti per la (bellissima) causa, chissà mai che tu possa raccogliere tutti questi ritratti e trasformarli in un libro ;)?