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venerdì 10 giugno 2011

Post semiserio sulla nanna, sui lettini e sulle uccelliere



Credo che sia ormai evidente a tutti, mamme, addetti ai lavori, pediatri, puericultrici, pedagoghi, che la nanna del bambino è uno dei grandi spauracchi dell'ultimo mezzo secolo. Il fatto che in passato, e ancora adesso in molte altre culture principalmente nel sud del mondo, l'attachment parenting - termine intraducibile, se non forse con empatia - sia stata una pratica naturale e consolidata dovrebbe farci capire quanto ci siamo allontanati dal nostro istinto, soprattutto nella maternità. In questi ultimi decenni siamo andati avanti, siamo progrediti in moltissimi campi, ma abbiamo perso di vista le nostre emozioni.
Consigliati molte volte da cattivi maestri, costringiamo i nostri bambini a dormire al buio, da soli, in uno spazio che a loro sembra troppo vasto e in cui si sentono naufragare, mentre a noi spesso sembra troppo ristretto e soffocante. Parlo così per esperienza personale. Anch'io ho avuto i miei bei problemi con il sonno delle nane; la mia prima figlia è anche figlia di Estevill e compagnia bella. Risultato: a cinque anni ancora si sveglia di notte.

Con la seconda ho optato per un approccio più morbido, principalmente autodidatta, ma che sembra aver funzionato. Dal momento che si svegliava una decina di volte per notte, ha dormito per più di un anno vicino a me, con il lettino attaccato al nostro, mano nella mano. Poi quando i risvegli sono diminuiti e ho ritenuto che fosse pronta, l'ho spostata in camera sua. Il rito della buonanotte è ancora molto dolce, decisamente lungo, e prevede che io stia lì finché non si addormenta, ma i suoi sonni sono finalmente (e definitivamente si spera) tranquilli. Così come i miei.

In questo contesto è chiaro che la scelta di un oggetto carico di simbologie e aspettative come il lettino diventa per una neo mamma un passo fondamentale. Di lettini ce ne sono di tutti i tipi: superati i primi quattro mesi in cui un neonato dorme, a seconda delle esigenze, in culla, in carrozzina o nei riduttori, si apre un mondo ignoto e a tratti spaventoso, fatto di oggetti rettangolari, ovali, oblunghi, colorati, minimalisti, total white. Ma tutti indistintamente provvisti di sbarre. Ora, lasciatemi dire una cosa. A me quei lettini modalità gabbia dello zoo non sono mai piaciuti. Anzi, non riesco nemmeno a concepire come un bambino si possa sentire tranquillo a dormire lì dentro. Sarebbe un po' come dire a un tizio che viene ingiustamente accusato di un crimine, prelevato contro la sua volontà e portato in cella: oh, questo è il posto dove dormirai per i tuoi prossimi 24 mesi, accogliente no? Adesso ti leggo una favola, spengo le luci e poi a nanna! Purtroppo la mia inesperienza iniziale non mi ha permesso di vedere, valutare e scegliere della valide alternative e il risultato è che anche le mie figlie hanno dormito e dormono tuttora nell'uccelliera. Almeno fino a quando non escogiterò una valida ed economica soluzione.

Intenti provocatori a parte, la grande Maria Montessori, che ai bambini ha dedicato vita e carriera, diceva che il compito fondamentale degli adulti è quello di educarli alla libertà, che non significa lasciargli fare quello che vogliono, come troppo spesso viene frainteso il suo messaggio. Significa dare loro gli strumenti per appropriarsi della realtà che li circonda e soprattutto per renderli autonomi. Perché l'autonomia e l'indipendenza sono i veri pilastri della libertà. Tutto questo a partire proprio dall'arredamento, che secondo la pedagogia montessoriana deve essere a misura di bambino. Il che significa che deve essere fruibile in maniera autonoma, alla sua portata e alla sua altezza, in modo che ne possa godere senza l'ausilio o l'intervento degli adulti. I lettini devono essere bassi, non più di 20-25 cm così che il bambino possa salire e scendere da solo in sicurezza (per attutire eventuali cadute notturne basta mettere a fianco un cuscino. A me è capitato di vedere bambini che continuavano a sonnecchiare beati anche dopo essere scivolati dolcemente sul pavimento... ah, il sonno dei giusti!). In questo modo il letto non diventerà soltanto il luogo deputato a fare quella cosa odiosa che i grandi chiamano nanna, ma sarà anche uno spazio privato di gioco, un luogo che li accoglierà quando saranno stanchi e quando autonomamente decideranno di riposarsi. Il che non vuol dire, badate bene, che possono decidere loro quando andare a dormire, ma semplicemente che, se non la vivono solo ed esclusivamente come un'imposizione, forse l'ora della buonanotte potrà diventare piacevole per tutti.

Saltellando qua è là per il web ho trovato molti lettini montessoriani belli, funzionali e di design, e quasi tutti mi sono stati suggeriti dal magnifico blog di Valentina, Design per bambini .
Da quello semplice e minimalista di Nume



a quelli colorati, allegri e impilabili disegnati da Rolf Heide per Müller Möbelwerkstätten.


a quello assolutamente ecologico di Echo Toddler Bed


fino ad arrivare alla bellissima e avvolgente culla in legno e feltro di Fubu Design.


Ovviamente, per ammortizzare i costi, è anche possibile, per chi ha manualità e inventiva, optare per il fai-da-te. Costruirselo o farselo costruire, o semplicemente modificarne uno già esistente, meglio se di Ikea!
A questo punto non mi resta che augurare buona nanna a tutti!

6 commenti:

  1. ma dove si ocmpera
    aiutatemi

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  2. caro anonimo, this is the question!
    quello di Nume sicuramente lo trovi da Yellowbasket. per gli altri bisogna fare qualche ricerchina, so per certo che quelli colorati e impilabili sono ormai fuori produzione....

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  3. Per ora il mio bimbo dorme con noi nel lettone. In futuro credo che opterò per un futon...e ho avuto l'illuminazione grazie a questo post!

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  4. il futon è un'ottima soluzione, ce ne sono di bellissimi... anzi mi hai dato l'ispirazione per un post dedicato ;-)

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