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lunedì 13 giugno 2011

Aiutami Hope!

Ora lo so! I colpi di fulmine esistono davvero, quelli accecanti, devastanti, che ti lasciano stordita e felice. Non gli avresti dato due lire, lo incontri con diffidenza e arroganza sapendo già che non fa per te. E poi SBAM!, la vita ti sorprende ancora una volta, avvolgendoti nelle sue spire silenziose, senza che tu te ne accorga ti ritrovi intrappolata. E scopri che ti piace un sacco.
Quest'anno mi è successo con Aiutami Hope!


Mi sembra di aver già detto quanto sia emotivamente, intellettualmente, fisicamente soggiogata da certe serie TV. Bene, ora immaginatevene una che esce completamente dagli schemi, non ha effetti speciali, non racconta storie incredibili (nel suo significato letterale di nun ce se po' credere) di isole, viaggi spazio-temporali, medium, uomini della scientifica che individuano il colpevole solo annusando l'aria, capi della scientifica che soffrono di un rarissimo e singolare disturbo che li costringe a stare sempre con la testa inclinata (chissà quanto ci lascia Orazio Cane dal chiropratico). E soprattutto non si vede un medico nel raggio di chilometri.
Aiutami Hope! possiede la forza dirompente della normalità. Una normalità bizzarra, non certo lussuosa, direi quasi low-profile, povera e un po' squallidina.
Insomma questi c'hanno le pezze al culo.
Jimmy Chance è un ragazzo che ha messo incinta una ragazza. Lei decide di tenere la bambina. Fin qui niente di strano, se non fosse che la ragazza in questione è una serial killer nel braccio della morte. La bambina nasce, la madre muore e Jimmy diventa papà a tempo pieno.
La piccola si chiama Princess Béyonce, a nonna Virginia è sempre piaciuto Hope. E così sia.
I genitori di Jimmy, Virginia e Burt, sono una coppia un po' stravagante, decisamente disorganizzata e fuori controllo, totalmente impreparata ad accudire un bambino. Con loro abita anche Mao Mao la nonna di Virginia che crede di vivere ancora ai tempi della Guerra di Corea, dorme in una tenda a ossigeno e si nasconde sotto i lavandini. Jimmy ama Sabrina, che ha già un fidanzato e lui è troppo imbranato per farsi avanti, ma tutto sommato è un buon padre.
L'accoppiata Virginia-Burt è demenziale, poetica, esilarante, i dialoghi sono una bomba.
Li amo perché mi ricordano la mia famiglia, non quella da cui provengo, ma quella di recente composizione.
Affinità Virginia-Burt Benedetta-Federico:
anche noi spesso restiamo in pigiama fino all'ora di pranzo.
anche noi abbiamo bisogno del reciproco sostegno per uscire di casa non dico in ordine, ma perlomeno vestiti: (- amore hai visto le mie scarpe? - non so, l'ultima volta erano nel bagagliaio, e tu hai visto i miei occhiali? - non so l'ultima volta mi pare di averli visti nello sgabuzzino delle scope - amoree, come mai ci hanno staccato la corrente? - amoreee ti ricordi almeno vagamente dove hai parcheggiato? tipo più verso Milano o più verso Varese?)
anche noi siamo completamente inadeguati alla vita.
anche noi ci accettiamo per quello che siamo.
anche noi fingiamo che accettarci per quello che siamo basti a non farci sembrare degli idioti totali.
Ma ci amiamo. Ancora. Possibilmente.

Qui potete assistere alla prova del nove per ogni neo papà: il temutissimo cambio del pannolino.
Qui il trailer.
Una curiosità, l'attrice che interpreta Virginia Chance è Martha Plimpton, l'indimenticata ragazzina occhialuta dei Goonies. Ve la ricordate?

2 commenti:

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