Qualche giorno fa ho finalmente terminato la lettura di Norwegian Wood, di Murakami Haruki. Non ci ho messo poco, insomma, non è un libro che ho divorato, per intenderci. Ma non credo che questo dettaglio sia significativo, perché non è la tipologia di libro che si può assumere tutta in un colpo. Come al solito, non sto a raccontarvi la trama. Per sommi capi è la storia di due giovani ventenni, ma non solo, i loro problemi, le loro soluzioni. Quello che mi interessa trasmettervi, qui, è l'atmosfera del romanzo.
La lettura procede in un paesaggio nebbioso - emotivamente parlando, non in senso letterale - che nella sua cupezza racchiude una poeticità unica. La storia è un flashback che ci riporta agli anni Sessanta, in Giappone, e forse anche un po' per la distanza culturale che mi separa da lì la lettura mi è sembrata uno stato di sospensione dalla realtà. Sembra uno di quei sogni da cui vorresti svegliarti presto, ma non prima di sapere come va a finire. Non mi veniva esattamente voglia di aprire il libro e continuare il viaggio, ma d'altro canto non potevo evitare di farlo. Inoltre il testo è costellato di perle di saggezza. Il fatto che abbia usato la matita per sottolinearle è un segnale positivo nella mia scala di giudizio, un punto a favore. O forse dieci. Significa che il libro ha spessore, che va in profondità e tocca corde sensibili, nella gioia e nel dolore.
Quella che trovate qui sotto recita: Conosco la differenza tra le persone che sanno aprire il loro cuore e quelle che non sanno farlo. Tu sai aprirlo. ma solo quando dici tu, beninteso.
- E se uno lo apre cosa accade?
Sempre senza posare la sigaretta Reiko appoggiò le mani sul tavolo e con aria divertita disse: - Si guarisce -.
L'ho trovata significativa, perché tutti abbiamo bisogno di guarire da qualcosa, da noi stessi, e la strada del cuore, della comprensione e dell'empatia mi sembra la medicina migliore.
Il finale... ah, no, non ve lo dico.
Enjoy!
Titolo: Norwegian Wood - Tokyo Blues
Autore: Murakami Haruki
Editore: Einaudi
Adoro questo libro di Murakami, anche se non è il mio preferito. E adoro Reiko e soprattutto Midori. E Sturmtruppen. L'atmosfera un po' nebbiosa la trovo più o meno in tutti i libri di Murakami, è un po' il suo marchio di fabbrica. Questo forse è quello che si allontana di più dalle sue storie un po' più bizzarre. Anche se poi la sua bravura è proprio narrare la bizzarria come fosse normale...
RispondiElimina... coff, divago >_>'
Per ora ho letto solo questo e sì, tutto viene narrato come se fosse normale. Io però ho pensato che in Giappone tutto quello sia più "normale" che qua. O che per quell'epoca anche la bizzarria facesse parte della normalità. chissà...
EliminaQuesto libro lo avevo perso (lasciato) in treno e ho dovuto ricomprarlo, non potevo lasciarlo a metà! Nonostante i circa 12 suicidi mi è piaciuto, l'ho trovato "impalpabile". Di fronte a questo termine il mio ragazzo scoppia a ridere, ma è inutile che rida... Questo è un libro che in qualche modo ha segnato l'inizio della nostra storia.
RispondiEliminaChe bello! Sì, direi che impalpabile è l'aggettivo giusto per descrivere la nebbia in cui ti immerge questa lettura. La nebbia, però, nasconde sempre qualcosa di sorprendente.
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