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giovedì 13 dicembre 2012

Questa non è una stroncatura


Premetto che non sono particolarmente versata all'esplorazione del panorama letterario o cinematografico italiano, per una mia genetica propensione all'area anglofona o nordica in generale del mondo. Però non sono di quei tipi che per partito preso non considerano nemmeno la possibilità di trovare un'opera italiana contemporanea di decente qualità. Anzi. Si tratta di un difetto di cui sono consapevole, come l'atteggaimento cifotico (gobba?, quale gobba?) che mi sforzo di combattere. Anche perché so che, soprattutto in campo letterario, ciò che mi perdo non è poco. Allora, qualche giorno fa, seguendo la mia bussola libresca, mentre cercavo un vago qualcosa in libreria, mi imbattei nel romanzo di Lello Gurrado Invertendo l'ordine dei fattori e d'impulso lo comprai.
Devo ammettere che non è stata una folgorazione, rimangono molte perplessità sullo stile del dire-dire-dire invece del mostrare-mostrare-mostrare. Forse però, essendo raccontato in prima persona, il dire prevale sull'agire, ma proprio mentre lo scrivo non ne sono per niente convinta.
Abbandonate però le dispute stilistiche, la storia ha un suo perché, il protagonista è ben tratteggiato, ci si affeziona. Un mio amico che lo ha letto prima di me me lo ha descritto come "triste", ma io non l'ho affatto trovato così. No, c'è dell'amarezza, consapevolezza del cambiamento, ci sono delle cadute, ma alla fine il protagonista ne esce migliore.
Se dovessi dare un voto, mmh, non sono brava a dare i voti, ma se dovessi proprio gli darei un sei e mezzo su dieci, perché alla narrazione manca qualcosa. Se per esempio lo paragonassi a La versione di Barney, anch'esso in prima persona, be', non potrei paragonarlo, ecco. Però mi sento di affermare, e sarò subito smentita dai tanti di voi che ne sanno più di me, che "la colpa" di questa narrazione semplificata, se mi passate il termine (Gurrado non ne abbia a male, scrive bene, eh, questa non è una stroncatura) è un po' colpa dell'editoria italiana, che ha paura di investire in autori e romanzi dalla struttura originale, sperimentale, o altro. Più la narrazione è lineare, e maggiormente sarà apprezzata: sono sicura che è questo che pensano gli editori (magari non nel caso specifico, sono già passata a parlare in generale).
Quindi, tornando invece a pesce su Invertendo l'ordine dei fattori, la lettura è più che godibile, Gianni ci è subito simpatico, né la narrazione né la storia sono mai noiose, e se state vivendo un momento di cambiamento, leggetelo. Anzi, leggetelo comunque, per preparavi a cambiamenti eventuali.
Non vi ho detto niente della trama, lo so, ma ho sempre odiato i riassunti e non mi piace togliervi il piacere della scoperta.
Buona lettura.


Titolo: Invertendo l'ordine dei fattori
Autore: Lello Gurrado
Editore: Marcos y Marcos

5 commenti:

  1. Non sei l'unica a soffrire di questa lieve avversione - ma no, non è avversione, facciamo allergia - verso gli autori nostrani. Non ho ben chiaro da dove provenga, dopotutto ce ne sono alcuni che si sono dimostrati geniali compositori di storie o abilissimi narratori - Benni, Culicchia, Ammaniti... - eppure io personalmente non riesco a fidarmi troppo del nome italiano sul libro. Chissà.
    Comunque se si trattasse di un'altra casa editrice sarei d'accordissimo con la questione del 'non osare', ma penso che la Marcos y Marcos sia tra le poche che invece oserebbe eccome e con gioia.
    Terrò a mente il titolo, comunque :)

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    1. No, infatti la considerazione sull'osare era generica e generale, è un po' la malattia dell'editoria italiana, e questo romanzo "pacato" me l'ha ricordata. Non intendevo dire che la Marcos y Marcos lo ha pubblicato per codardia, anche perché, ripeto, il romanzo si fa leggere, e anche in fretta.

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  2. Ciao Cristina, m i hanno segnalato questa stroncatura che non è una stroncatura e l'ho letta con grande attenzione. Naturalmente non posso essere d'accordo su tutto quello che scrivi, ma su una cosa sì: la Versione di Barney è davvero un'altra cosa. Sono contento comunque che in qualche modo tu lo abbia accostato al mio libro, è comunque un provilegio. Ciaol, buon 2013.
    Lello Gurrado

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    1. Caro Lello, per me è un vero onore il tuo commento. Questa davvero non è una stroncatura, prima di tutto perché il libro lo consiglio, e poi perché è solo un'opinione . Lo scopo, più che "giudicare" il romanzo, era esternare questa mia intollerabile incapacità di entrare in sintonia con la scrittura italiana contemporanea. Ovviamente parlo in generale, e sembra che conosca tutti gli autori italiani, cosa ben lontana dal vero. Quindi, non ti curar di me e io leggerò altro di te, perché un romanzo non basta ad avere una vera idea.

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  3. Ciao Cristina, mi fa piacere averti se non altro incuriosito e incoraggiato a leggere altre mie cose. Ma ricorda che il libro migliore è sempre il prossimo. Arriverà entro l'anno. Ciao. Ora ti cerco su Fb. Se ci sei ti chiedo l'amicizia. Un abbraccio.

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