Non so se conoscete la
Cascina Cuccagna. Se la risposta è negativa, andateci domani, anzi subito. Cascina agricola in attività fin dal 1695, alle spalle di Porta Romana, è stata recuperata da pochissimo da una cordata di nove associazioni e cooperative che l'hanno strappata al degrado, restituendola a chi appartiene per diritto, i cittadini, e rendendola fulcro di un discorso più ampio sul territorio, un centro polifunzionale d'iniziativa e partecipazione territoriale, un luogo di aggregazione sociale e culturale, di partecipazione civile.
Quest'anno, in occasione del Fuorisalone 2012, in collaborazione con
Best Up, Cascina Cuccagna ha ospitato
Goodesign - lavorare bene, abitare meglio, che ha organizzato 4 macro aree, Green, Living, Mobility e Food, con la partecipazione di più di 50 aziende e creativi che si impegnano a riflettere su un design sostenibile, ecologico ed economico.
Insomma, un posto bellissimo dove - anche a Fuorisalone finito - ciascuno si può fermare per respirare una boccata d'aria "pulita", per rifocillarsi a metà mattina o per leggere un libro, magari anche per lavorare, che tanto oramai il posto fisso (a una scrivania) è solo un vago ricordo.
Noi sabato ci abbiamo fatto un salto, nano-accessoriate.
Questo è quello che abbiamo visto.
E che vogliamo condividere con chi se l'è perso.
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Libreria Cactus |
Abbiamo visto i vasi di
Vipot, l'azienda impegnata nel campo degli imballaggi a basso impatto ambientale. Sono vasi composti da amalgama vegetali, in buona parte di riso, durano cinque anni e, quando iniziano a deteriorarsi, possono essere interrati restituendosi alla natura sotto forma di materiale organico.
Abbiamo fatto merenda in
Un posto a Milano. Non un posto qualsiasi, ma proprio in quel posto lì, un nuovo modello di esercizio pubblico presentato da
PublicDesign. In Un posto a Milano
lo chef non butta via niente, perché è così che la cucina diventa un modo intelligente di mangiare e di incontrare diverse possibilità economiche. In Un posto a Milano i piatti devono essere buoni ma anche sani, si fa attenzione alla provenienza dei prodotti e, nella ricerca di prossimità e di produttori agricoli con una faccia, si cerca la responsabilità di prodotto, la ricerca della sua qualità, la bontà alla fine nel piatto.
Abbiamo toccato i giocattoli di Alicucio, solidi, materici, riciclati.
Abbiamo visto l'allestimento de L'Ostello ad opera delle stylist di Casa Facile, che hanno saputo creare ambientazioni contemporanee ma dal delizioso sapore rétro, grazie alla presenza di icone storiche del design, come la lampada Toio e l'Abitacolo di Bruno Munari e al coinvolgimento di aziende come Flos, Ikea, Plinio il Giovane, Zenoni e Colombi.
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Casa Facile |
Ci siamo inoltrate nella Camera Bianca, dove degli appositi filtri di cartone ondulato, grazie a uno speciale sistema di ventilazione, contribuiscono a diminuire la carica batterica degli ambienti. Design bello e buono, è il caso si dirlo.
Abbiamo conosciuto
Ars alti artes, una bottega tessile neorinascimentale "
che fa della disubbidienza il suo rigore progettuale, e la cui produzione, utilizzando esclusivamente fibre e coloranti naturali, è affidata ad un network cooperativo, locale e totalmente controllato. è la sfida di un team poliedrico e fuorischema, un tentativo antidogmatico ed eretico, etico ed autofinanziato, di riappropriarsi in modo autonomo del proprio genius loci, all'insegna di una nuova microeconomia responsabile. riprendersi i silenzi e le nuvole di queste nostre valli. far rinascere un sogno. ripartendo proprio dall'antica arte del tessere."
A tour finito ci siamo riposate sotto un letto a castello. Perché alla fine, diciamocelo, Ikea è sempre Ikea...
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Ostello - Casa Facile |
Testo di Benedetta
Fotografie di Cristina
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