Per prima cosa ho deciso di cambiare l'intestazione dei post dedicati ai metroreaders. Perché quella numerazione progressiva delle settimane mi stava mettendo l'ansia, non mi corrispondeva affatto, troppo pignola. E poi ormai l'esperimento, se mai ce n'è stato uno, è fallito.Troppo pochi metroreaders nei miei viaggi bisettimanali in metropolitana.
Evidentemente la gente non legge, o perlomeno non lo fa sui mezzi. Forse legge a casa, ma dubito. Mi accontenterei anche della più classica e intima lettura in bagno. Ma dubito ancora di più.
E allora faccio quello che devo. Documento quei pochi e tenaci onnivori cartacei, gli esteti della copertina maneggevole, pieghevole, stropicciabile. I fan indefessi delle parole e del dono prezioso che portano con sé. La capacità di parlarci delle nostre stesse vite, e qualche volta di cambiarle.
E poi ho trovato un'altra chiave di lettura.
I volti, le espressioni di chi siede accanto a loro hanno cominciato a intrigarmi più dei soggetti stessi.
E a quegli sguardi ho provato a dare una voce.
leggere di un velo e indossare il poncho #meltingpot stilistico |
lou reed ti ascolta |
"che faccio, ce provo?" |
"secondo me è stato il maggiordomo" |
"chissà se mamma è passata a prendere la roba da lavare" |
letture e conigli rosa |
"certo che col taglio di Rihanna starei 'na bomba!" |
io leggo da solo |
LUI: se solo trovassi il coraggio... LEI: se solo trovasse il coraggio... e si levasse un po' dai cojoni |
Rapunzel is reading now! |
letture in doppiopetto |
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