Sono sempre stata attratta dall'imperfetto, dal non finito, dall'errore spacciato per capolavoro o dal capolavoro spacciato per errore.
Per capirci, ho sempre apprezzato gli incompiuti di Michelangelo
piuttosto che il david.
Per questo ieri, mentre riflettevo sui frizzi e i lazzi da regalare a un'amica, ho avuto un'illuminazione.
Forse il fatto che io soffra di una miopia aberrante - e non parlo di quelle miopie che sì, non riesco bene a leggere quell'insegna laggiù, ma piuttosto del genere di miopia che ma chi diavolo è il tizio che ho appena baciato con la lingua? - non è un caso. Forse è il segno chiaro e inconfutabile che non sono fatta per i contorni netti e definiti, per le ideologie assolute, per le parole urlate, per i particolari dettagliati. Appartengo invece ai dettagli che sfumano, a tutti i mondi che si possono immaginare senza doverli descrivere, alle stelle che si sdoppiano e sembrano gli occhi vitrei di un nume perverso, ai colori che deragliano in una distesa di policromo stupore, alle inquadrature che incorniciano l'assenza senza poterla trattenere.
Appartengo alla vita. Bellissima e imperfetta.
Io oltre che miope sono strabica di un occhio solo, e il ginocchio della parte di quell'occhio zifulo funziona, male, e quell'orecchio è più basso dell'altro, insomma sono imperfettamente storta!
RispondiEliminaSarà per questo che che capsico e condivido ogni singola parola?
Be', comunque quell'inquadratura lassù è perfetta, lasciatelo dire.
RispondiEliminacredo di sì, le cose e le persone storte hanno un fascino speciale. Toulouse-Lautrec era storto, il dottor House era pure stortignaccolo e dimmi hai mai visto qualcosa di più poetico della torre di pisa?
RispondiElimina@cri, certo è perfetta perché non era voluta... ecco la perfezione dell'errore!
RispondiEliminaBellissimo post.
RispondiEliminaCosi'.
Volevo solo dirtelo.
cara Cri, quel "solo" non ha motivo di esistere. ogni parola è un unguento per l'anima. punto. e a capo.
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