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lunedì 20 giugno 2011

I Righeira avevano ragione

L'estate sta finendo, e un anno se ne va, sto diventando grande, lo sai che non mi va...
Complice una spiaggia settembrina e semideserta a causa del maltempo che sferza senza pietà il nord italia ormai da mezzo mese, mi fermo a pensare ad alcune Verità Fondamentali.




Primo: l'estate sta finendo, sembra proprio così. Sto diventando grande, è vero. Lo sai che non mi va, è altrettanto vero. I Righeira già nel 1985 avevano intuito l'inestricabile analogia tra la stagione balneare e la stagione della vita. L'estate nel suo pieno svolgimento è la metafora della gioventù caciarona dei marchesini Pucci, dei Luca e dei Felicino, dell'Acquafan di Riccione di Radio Diggèi e del cornetto du gustis is meio che uan, degli hiphop profumati e di Sabrina Salerno.
All'inizio di settembre le spiagge si svuotano, i bagnini ritirano ombrelloni e sdraio, le famiglie ripartono, i fidanzati si mollano e, se non bastasse già questo a deprimerti, ci pensa anche la metereologia, con l'arrivo dei temporali e il brusco calo delle temperature che ti costringono a indossare le felpe là dove fino a poco prima avevi sfoggiato improbabili vesitini stretch a fiori con zeppe. La fine dell'estate rappresenta il passaggio all'età adulta, le vacanze in coppia o con pochi amici, possibilmente andiamo a luglio che costa meno e non c'è casino, oddio ma quelli si devono baciare proprio davanti a me, ma non possono farlo in macchina, la prossima volta scelgo una spiaggia dove non ci sia nessuno, perché alla fine dei conti sì è vero detesto la gente, caro che ne diresti quest'anno di andare in montagna che è più rilassante e poi sai non ti devi sbattere, ti siedi a tavola mangi e bevi e al massimo fingi di smaltire con qualche passeggiata su un falso piano mentre ascolti Radio Popolare.
Alla fine è proprio così. I Righeira avevano ragione. L'estate è appena iniziata e sembra che sia già finita e questo, ripensando all'analogia di cui sopra, non mi sembra di buon auspicio. Significa che sto invecchiando più di quanto credessi.


Secondo: i giochi da spiaggia sono i veri livellatori sociali. In spiaggia non si gioca con orribili bambole anoressiche, non si ancheggia facendo finta di essere delle principesse belle e stronze su dei tacchi di plastica che per fortuna si autodistruggono dopo soli dieci passi. In spiaggia non importa se tua mamma non ti ha comprato la casa super accessoriata di Barbie o il kit completo di trucco che ti fa assomigliare ad Hannah Montana.
In spiaggia si gioca con questo

con queste


e con questi


da almeno almeno un secolo. Giochi immutati e immutabili, sempre gli stessi per tutti. Giochi che si scambiano, si condividono e pazienza se poi il mio secchiello è finito nel cesto di Luca, tanto domani prendo quello di Alice.



Terzo: La categoria dei bagnini è decisamente sopravvalutata. Ora, guardandoli con gli occhi della maturità, questi poveri ragazzi mi sembrano sì abbronzati, ma di un marrone Timberland che già a fine maggio non è certo un bel vedere. I muscoli ci sono, ma sono messi in ombra da magliette dai colori agghiaccianti, dove campeggia in bella vista il logo dei bagni di appartenenza, che il più delle volte è stato disegnato dal ragazzo delle pizze a domicilio dopo un'indigestione di una prosciutto e funghi. E poi quella scritta: SALVATAGGIO. Quella scritta mi toglie ogni slancio erotico, ogni velleità di infrattarmi dietro le cabine, gli ormoni si schiantano a terra come fagioli secchi. Che bisogno c'è di specificare? Come se sul tutone di Spiderman ci fosse scritto "Attenzione, Uomo Ragno, ha i piedi palmati e lancia ragnatele dai polsi". Ma dovè finita la poesia? E poi, qualcuno ha mai visto un bagnino nuotare? Io sono trentasei anni che vado in spiaggia e trentaquattro che li vedo seduti sulle sdraio, sotto un ombrellone, spiaggiati come dei merluzzi essiccati nelle rastrelliere delle Lofoten.


I bagnini hanno però qualcosa che io desidero tantissimo da una vita. Un oscuro oggetto del desiderio che secondo me starebbe d'incanto nel mio giardino. Il pattino.


Alla categoria dei bagnini ho imparato con gli anni a preferirne una decisamente più sexy, stropicciata, salata e altamente pericolosa. Una foto vale più di mille parole.

E, come si dice in questi casi, buon sangue non mente.


Quarto: che sì alla fine non mi dispiacerebbe ritrovarmi tra un bel po' d'anni a giugno su una spiaggia settembrina sferzata dalla pioggia così:


E sì, quello che state pensando è corretto.
In questo week end non ho avuto un cazzo da fare.

2 commenti:

  1. Quanta saggezza nei Righeira... e chi l'avrebbe detto allora. Bel post, condivido tutto, brava Ben!
    ;-)

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  2. la verità si nasconde dove non ti verrebbe mai in mente di cercarla!

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