martedì 21 giugno 2011
Eppure dentro di te senti una piccola sinfonia
Io amo le belle storie.
E la cosa bella delle belle storie è che puoi trovare una bella storia appena dietro l'angolo se solo aguzzi un po' la vista. Come questa che vi abbiamo segnalato. O come questa che ci ha raccontato Marta di Cambiando Strada.
La bellezza è per tutti, e tutti dovrebbero avere almeno una bella storia da raccontare a qualcuno la sera prima di coricarsi. Il problema è che molto spesso si cerca la bellezza nei posti sbagliati, in luoghi pieni di luce e di rumore, perché da che mondo e mondo il bello non si nasconde, anzi si mette in mostra, si pavoneggia. Perché è dal consenso che la bellezza trova la ragione stessa, anzi direi quasi più il permesso, del proprio esistere.
Sbagliato!
Al buio la luce ri-luce di più.
E cosa c'è di più buio e più silenzioso di una sala cinematografica dove non si proietta alcun film? E' proprio qui che si celebra la Bellezza.
Ogni mercoledì al Paradis, una sala del cinema Lucernaire di Parigi, si svolge la riunione di redazione di Le Papotin. Cosa? un giornale?
massì massì il solito giornale free-press modaiolo pieno zeppo di designer sconosciuti, artisti sconosciuti, fotografi senza nome, che hanno tutti notevolissimo potenziale, direte voi.
Sbagliato! Di nuovo.Le Papotin non è un giornale qualunque, ma un giornale atypique. Perché la sua redazione è composta da ragazzi autistici tra i 15 e i 45 anni.
Da più di vent'anni Le Papotin rappresenta per i pazienti dell'ospedale Santos-Dumont di Parigi una finestra sul mondo, la possibilità di esprimersi, di creare e forse, alla fine, di guarire almeno un po'.
Ma non è questo secondo me il suo merito principale.
Per chi lo legge, questo giornale, che non si può nemmeno definire settimanale, mensile, semestrale, perché esce solo "quando i pezzi sono pronti", rappresenta un viaggio dentro un mondo fatto d'incanto e di pura poesia, dove le parole sono lasciate libere di fluire, dimentiche del loro significato originale, e si vanno poi ad abbracciare l'una all'altra, dando vita a nuovi significati e creando un quadro di sublime bellezza.
Non fraintendetemi. Non voglio romanzare una malattia che (immagino) sia durissima da affrontare ogni giorno, soprattutto per chi sta accanto a questi ragazzi. Non c'è niente di romantico nell'autismo. Solo, credo che leggere le interviste decisamente originali di Arnaud a personaggi di spicco del panorama culturale francese, gli editoriali surreali, gustarsi i ritratti di Esther, che raccolgono nei loro segni l'Anima e la Verità di una persona, aggiunga un po' di bellezza alle nostre vite, che troppo spesso vengono immolate in sacrificio al sacro culto della Normalità.
P.S. Il titolo di questo post è la citazione di una frase pronunciata da uno dei redattori della rivista durante una riunione di redazione che molto si avvicinava a un flusso di coscienza.
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Ma che storia meravigliosa! Sì, ci vorrebbe una storia così al giorno. Anzi una la mattina e una la sera (prima o dopo i pasti... non importa! ;-))
RispondiEliminasecondo me a stomaco pieno si è più predisposti all'ascolto, non trovi?
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