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lunedì 16 aprile 2012

Considerazioni di viaggio durante un viaggio senza letture


La banale, se volete, verità a cui sono giunta tra i fumi residui del sonno, sul treno verso un infelice lavoro, questa mattina, è che viaggiare non è solo partire. Il viaggio inizia molto prima della partenza, e non solo per preparare il bagaglio, stampare i biglietti, prenotare un B&B... inizia prima perché si pregustano le atmosfere, si agogna alla rilassatezza del "non dover per forza", ma che sia come sia. Pochi giorni oltre confine e già mi immagino parlare in un'altra lingua, anche se il mio tedesco (oltretutto vecchio e fuori esercizio) non assomiglierà per niente alla lingua del luogo.

L'idea del viaggio mi proietta, inoltre, in un altrove mentale, che non è vincolato alla mia destinazione.
Il cielo grigio che sfreccia fuori da questo finestrino mi rimanda ad altri cieli, riscaldati da una brezza salmastra a da una tazza di tè. L'uomo con l'ombrello che passeggia nei campi con i suoi cani mi riporta a distese di erica che accompagnano lo sguardo verso l'infinito, oltre la scogliera. I "palazzi a schiera" bruttini della periferia di Milano mi fanno sognare di architetture avveniristiche, che se ne stanno a loro agio a fianco dei monumenti storici, simbolo della città che porto nel cuore.
Tutte queste immagini alimentano la mia voglia di partire, alla scoperta di una città nuova, che promette storia e natura e l'abbraccio di amici.

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