martedì 18 ottobre 2011
No, grazie
Qualche giorno fa c'è stata una manifestazione di piazza dei cosiddetti indignati, che ce l'hanno, per quanto l'ho capita io, con il sistema che ha ridotto l'economia a finanza annullando pressoché il valore del lavoro.
Qui è di valore che voglio parlare, di una generazione o due di persone il cui lavoro non viene valutato per sé, ma in base ai budget aziendali. Non ho budget, lavori gratis per me? Ho poco budget, lavori gratis per me? Se qualcuno di voi lavora con la scrittura, questo gli sarà successo sicuramente più di una volta. E il dramma è che a volte siamo, o siamo stati, anche disposti a farlo, perché i nostri lavori nascono da una passione preziosa che non ha prezzo. Ma se anche fate un lavoro completamente diverso, molti di voi tra i 30 e i 40 anni saranno stati vittima di un compenso che solo dieci anni fa, per la stessa mansione, veniva pagato il doppio.
E si capisce facilmente che, di questo passo, più che di indignati si parlerà di indigenti. E sappiamo tutti che dall'indigenza non nasce niente di buono.
Dove voglio andare a parare? Non lo so... vorrei dire a tutti "pretendete che vi si dia valore". Certo è che se uno ha un mutuo o un affitto da pagare, una miseria di stipendio è meglio di niente stipendio. Certo, lo capisco. Ma voglio citare anch'io il caro e amato Steve Jobs. Be hungry, be foolish. Permettetevi la follia di rifiutare l'elemosina che gli attuali budget concedono e mettetevi alla prova per creare un mondo nuovo.
Che la parola d'ordine sia: NO, GRAZIE.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
bellissimo è ciò che ho sempre preteso io che mi si desse il giusto valore sia quando sbaglio sia quando ho un'idea vincente......
RispondiEliminaSei già fortunata se le tue idee trovano un bacino di ascoltatori. Spesso la negazione del valore si declina sia in uno stipendio inadeguato che in un coinvolgimento inadeguato.
RispondiElimina