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lunedì 5 marzo 2012

Puntevirgola. Della scelta del nome ovvero di come rivendicare il diritto a una decisione al fotofinish

La scelta del nome per alcuni può essere semplice e sicura. Per altri imbarazzante. 
Per altri ancora lo sfogo legittimo di anni di frustrazione repressa. 
Per altri invece il richiamo alle regole. Per alcuni, pochi fortunati una scelta del cuore. 
Per lei l'anarchia della negazione.
Puntevirgola sceglie di non scegliere, finché non sarà proprio proprio necessario.
Come ho fatto io che, in preda a una delle mie classiche crisi amletiche, ho lasciato che sopra la culla della neonata campeggiasse come un marchio indelebile la scritta: GIANNONE FEMMINA.   


LESSON NAMBER FOR: LA SCELTA DEL NOME

La solita premessa. Lo so, sono io che ho problemi con le persone. Lo so, sono io che ho una velata idiosincrasia nei loro confronti. E sì, lo so. non sono un modello standard, ammesso che ce ne sia uno, di futura madre. Quindi se temete di leggere parole scortesi, poco consone alla maternità o che potrebbero offendere la vostra sensibilità, aria, sparire. Cambiare pagina! 

(il racconto si riferisce a quasi due mesi fa)
Ieri mi sono imbattuta in una imbecille senza paragoni. Era un incontro di lavoro. in cui IO ero la cliente, LEI il fornitore. Ambientazione molto formale. Lei in tailleur e tacco. (Io All Star rosa e paraorecchi di lana a trecce stile Principessa Leila ma son sempre il cliente no?!).
Inizio con tradizionali convenevoli. Scambio di biglietti da visita, presentazioni, due battute sul clima fino a che.... (falsetto 4 ottave più alto) “ahhhhhhh ma siete in dueeeeeeee”
Ancora? ma perché?! Perché e ancora perché dicono tutti 'sta frase?
Forse perché dire “ lei aspetta un bambino” sarebbe una cosa talmente ovvia come se io dicessi “Uh, ma lei ha i capelli castaniiiiiiiiii”...
Da quel momento in avanti basta. Il lavoro non esisteva più. (Per lei). Siamo passate con la velocità del fulmine dal Lei al Tu. E francamente mi sono persa il passaggio. Ma questo è ovvio dato che mi stai facendo una domanda personale dietro l’altra. Ma a che mese è ? posso? (no non puoi) ma quando nasce? Ah Toro... (ancora non ho partorito e già la gente si interroga sul segno zodiacale).
E poi arriva lei, la peggiore.
LA domanda.
Quella che odio di più: “maschietto o femminuccia?”.
Maschietto e Femminuccia sono due termini che urtano la mia sensibilità. Mi viene la pelle d’oca. E’ più forte di me. Anzitutto per quale motivo bisogna usare due parole così sgradevoli, stridule e diciamolo pure, anche un po’ offensive? Maschietto un mezzo maschio, un maschio limitato. E Femminuccia... ne vogliamo parlare? No dai è una parolaccia. Cosa dovrebbe avere di carino e delicato una parola che finisce con uccia? Invece no, una pancia o è un maschietto o è una femminuccia.
Se non ce la si fa a dare un sesso a una creatura, piccola tanto vale usare bambino o bambina! Figlio o figlia! O, eccheccavolo un bel MASCHIO O FEMMINA!
L’istinto mi dice che aprire una discussione sulla semantica delle parole appena udite non sarebbe indicato. Respiro profondo. Conto fino a dieci. Scricchiolo il collo per far tornare tutti i nervi al loro posto. Non si scampa. E come al solito mi tocca trattenermi, sorridere e rispondere alla domanda. Che tra l’altro è sempre, e dico sempre, accompagnata da un'espressione di attesa fibrillante.
La appago e le rispondo indicandole il sesso della creatura. (ovviamente non usando i due termini incriminati).
Tanto qualsiasi cosa io dica la gente ha la stessa reazione. UHHHHHHHH, rigorosamente in falsetto, a cui segue subito: “Nomeeeee?!”
Ecco ci risiamo.
NON LO SOOOOOOOO!! Immagino che la sua faccia prenda la forma di un pasticcino per risponderle mangiandola in un solo boccone. E invece, timida e sottomessa:
“ehm... non abbiamo ancora deciso” (uso il plurale perché sono una vigliacca e cerco di spartire le mie colpe con il padre...)
“NON HAI ANCORA DECISO?! AL SESTO MESE NON HAI ANCORA DECISO?!?!!?” (lei usa il singolare perché è evidente nella sua testa che una donna deve aver deciso i nomi dei propri figli all’età di 8/9 anni, quindi una tale mancanza di idee è inaccettabile. Punto.)
No testa di banana. Ho quattro mesi interi per giocare con l’ombelico e pensare a un nome per 'sta creatura. Niente. La gente non si rassegna al fatto che non abbia ancora scelto un nome. Che non abbia deciso dove lo manderò a scuola, che non abbia comprato cameretta, passeggino, vestitini, giocattoli e che non lo abbia iscritto al nido, all’asilo e al corso di indirizzamento professionale per l’infanzia. E soprattutto NO non ho deciso un nome.
Improvvisamente sono diventata una madre degenere, poco attenta e che sicuramente non avrà la dovuta cura nei confronti della prole. Il mio interlocutore mi guarda come se fossi un mostro, una randagia che sta accendendo una sigaretta, bevendo un negroni alle 2 del pomeriggio. Ma ormai sono abituata. E mi calo nella parte della madre bohemienne. Che altro posso fare?
Nel farfugliare delle giustificazioni apprendo nell'ordine: il nome di suo figlio, il nome di sua figlia, quanta distanza di età avranno uno dall’altra, con quale stile li vestirà, quale marca di passeggino comprerà per lui e quale per lei. Dove partorirà e quale tipo di parto corso pre-parto e ostetrica ha scelto. Quale segno zodiacale per lei e quale per lui (il che ovviamente prevede una certa precisione di ehm... esecuzione).
Le aspettative lavorative sul maschio e quelle sulla femmina (anzi, sul maschietto e sulla femminuccia... ). Mentre mi racconta la storia della vita di Gionatan e Clizia inizio a intuire che non parla al passato. E scopro che non ha ancora un marito. E nemmeno un fidanzato. Ma non è importante, dice lei, quando sarà il momento IO avrò già deciso tutto. Benissimo.
Dopo queste informazioni che francamente fatico a digerire - ma fingo ammirazione e interessamento -  tento di riportare il discorso sul lavoro. Dopo una mezzora di conversazione vedo la mia interlocutrice assente e distratta. “tutto a posto?” chiedo io. “no, mi scusi, è che sono sconvolta perché non ha ancora deciso un nome... non so come faccia...”
Come faccio?! Faccio come quella che saluta il più in fretta possibile pensando che deve decisamente cambiare fornitore.

IERI
Sono passati due mesi, ieri l'ho rivista. Mi viene incontro, mi stringe la mano con garbata professionalità e ancor prima di buongiorno dice: "Allora il nomeeeeee??? Decisooo????"
Mi squilla il cellulare. Guardo lo schermo. Guardo lei. Leggo ad alta voce il nome che lampeggia sul display.
Dirle che non avevo ancora deciso sarebbe stato un colpo troppo grosso.


3 commenti:

  1. e chi ti aveva chiamato?!? Il tuo amico Telesforo o lo zio Temistocle? Noooo nonmidireche lampeggiava... la prozia!

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  2. C'è un premio per voi, sul mio blog ♥

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  3. uhhh grazie silvia... corro subito a vedere!
    grazie di cuore

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