E non dite che non vi avevo avvisato.
Mio padre amava catturare con le immagini i frammenti di una vita che a volte - e me ne rendo conto solo ora, perché l'esercizio della memoria attualizza e ricompone - sembrava essergli negata. Come se l'obiettivo sapesse restituirgli la verità delle cose che per un eccesso di sensibilità non sempre riusciva a vedere con chiarezza.
Ma sbagliava.
I suoi scatti sono impregnati di quella sensibilità e delle sue visioni.
L'oggettività non è fatta per l'arte ma per la cronaca. E anche senza riconoscimenti e senza pubblico, la sua per me è sempre stata Arte.
Vi restituisco una parte di quelle visioni.
dicembre 1973
Siviglia
Marocco
[honeymoon]
Grande, grande, grande!
RispondiEliminalo penso anch'io adesso. mai sottovalutare ciò che dai per scontato.
EliminaIl valore si vede meglio da lontano. Ma l'amore se ne infischia del valore, è questo il suo bello.
EliminaRicordi che si accavallano, si incrociano...si sbiadiscono e poi ritornano nitidi. E allora la memoria mi riporta lontano nel tempo e nello spazio e vedo tuo papà che cammina per le strade di siviglia...la palmera e Garcia Lorca...e lui che vuole tornare a fotografe tua mamma sulla Torre del Oro. Un pezzetto piccolo della sua arte la custodisco anche io, nelle foto che mi ha fatto vestita da sposa, in quell'album rosso in cui mi ha lasciato la sua visione della vita, la palmera di siviglia e la poesia di Garcia Lorca.
RispondiEliminaQuando la smetterai di farmi piangere? Lucy
E mo' pero' mi fai piangere tu! Prima o poi dobbiamo tornarci, a Siviglia intendo.
Eliminae certo che ci dobbiamo tornare...con le nostre tre pulci! Perché mi piacerebbe poter assistere alla magia del nostro passato che incontra il nostro futuro. lucy
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