La memoria intesa non come la semplice, didascalica enumerazione di volti e accadimenti. Io sto parlando di memoria emotiva, quella che ti permette di leggere i fatti del tuo passato colorandoli con le emozioni che ancora suscitano in te, con immagini e suoni che ti invadono ancora gli occhi .
Così ho deciso che in un giorno che per me è inevitabilmente dedicato al ricordo, onorerò la memoria di chi è ormai troppo distante per sentire le mie parole, per assistere ai miei voli pindarici, per accarezzarmi i capelli e stonare tutte le canzoni che amo, con una cerimonia silenziosa e leggera, colorata e piena di speranza.
Lo farò con loro, perché se un adulto ha ormai dimenticato ogni vocabolo di quel magico dizionario, è invece assai probabile che un bambino riesca ancora a parlare il linguaggio delle stelle.
Ogni parola affidata a una nuvola rimarrà lì a vegliare sulla nostra storia e sui nostri ricordi.
E proprio il recupero della memoria diventerà la missione che terrà accese le mie sinapsi nei prossimi giorni.
Cominciando da poche cose semplici ed essenziali.
A mio papà piaceva:
A mio papà non piaceva:
Gabriele D'Annunzio
l'aceto.
Spero che le nostre parole ti arrivino forti e chiare, papà.
E che per una volta tu le abbia sentite alla prima.
Se qualcuno vuole sapere che cosa ho fatto, sto facendo o farò con i palloncini vada a dare una sbirciatina a casa di Zelda was a writer e se ne farà un'idea. Lì troverete poesia, sogni e parole feat. Massimo Gramellini.
Dolce come un ricordo, agro come l'aceto...
RispondiEliminaLeggero e profondo come l'amore di ogni figlio per il proprio padre. Qualunque padre...
Ettore
so che mi capisci
EliminaLa memoria...
RispondiEliminaA mio padre piaceva raccontarmi le favole e inventarle strada facendo. Ma riusciva ogni sera a ritrovare il filo...
Gli piaceva baciarmi sfiorandomi le labbra.
Gli piaceva parlare con tutti, con il magazziniere e con il Rettore. Di poesia e di come allevare lumache...
Gli piacevano le piante esotiche e un po' kitsch.
E a me piaceva la sensazione delle sue mani grandi e ruvide che lavavano le mie prima di cena.
È dolce ricomporre questo puzzle, una tessera ogni tanto, con calma.
grazie Benedetta
grazie a te, Anna. mi hai fatto piangere. spesso anche i ricordi degli altri hanno il potere di suggestionare i nostri, ogni attimo vissuto avrebbe potuto essere il tuo, e l'assemblamento del puzzle diventa vitale e inevitabile.
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