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lunedì 19 marzo 2012

Parole al vento, ricordi al sole

Se è vero che la nostra storia personale non si esaurisce con noi ma entra a far parte della storia dei nostri figli, si intreccia con essa e vive attraverso essa, allora la memoria è il nostro bene più prezioso.
La memoria intesa non come la semplice, didascalica enumerazione di volti e accadimenti. Io sto parlando di memoria emotiva, quella che ti permette di leggere i fatti del tuo passato colorandoli con le emozioni che ancora suscitano in te, con immagini e suoni che ti invadono ancora gli occhi .
Così ho deciso che in un giorno che per me è inevitabilmente dedicato al ricordo, onorerò la memoria di chi è ormai troppo distante per sentire le mie parole, per assistere ai miei voli pindarici, per accarezzarmi i capelli e stonare tutte le canzoni che amo, con una cerimonia silenziosa e leggera, colorata e piena di speranza.



Lo farò con loro, perché se un adulto ha ormai dimenticato ogni vocabolo di quel magico dizionario, è invece assai probabile che un bambino riesca ancora a parlare il linguaggio delle stelle.

Ogni parola affidata a una nuvola rimarrà lì a vegliare sulla nostra storia e sui nostri ricordi.

E proprio il recupero della memoria diventerà la missione che terrà accese le mie sinapsi nei prossimi giorni.
Cominciando da poche cose semplici ed essenziali.

A mio papà piaceva:



A mio papà non piaceva:

Gabriele D'Annunzio
l'aceto.

La memoria è labile e va alimentata poco per volta se non vogliamo vederla svanire. Piccole perle preziose inanellate a formare il rosario che scorre sulla nostra storia in preghiere silenziose.
Spero che le nostre parole ti arrivino forti e chiare, papà.
E che per una volta tu le abbia sentite alla prima.

Se qualcuno vuole sapere che cosa ho fatto, sto facendo o farò con i palloncini vada  a dare una sbirciatina a casa di Zelda was a writer e se ne farà un'idea. Lì troverete poesia, sogni e parole feat. Massimo Gramellini.

4 commenti:

  1. Dolce come un ricordo, agro come l'aceto...
    Leggero e profondo come l'amore di ogni figlio per il proprio padre. Qualunque padre...
    Ettore

    RispondiElimina
  2. La memoria...
    A mio padre piaceva raccontarmi le favole e inventarle strada facendo. Ma riusciva ogni sera a ritrovare il filo...
    Gli piaceva baciarmi sfiorandomi le labbra.
    Gli piaceva parlare con tutti, con il magazziniere e con il Rettore. Di poesia e di come allevare lumache...
    Gli piacevano le piante esotiche e un po' kitsch.
    E a me piaceva la sensazione delle sue mani grandi e ruvide che lavavano le mie prima di cena.
    È dolce ricomporre questo puzzle, una tessera ogni tanto, con calma.
    grazie Benedetta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. grazie a te, Anna. mi hai fatto piangere. spesso anche i ricordi degli altri hanno il potere di suggestionare i nostri, ogni attimo vissuto avrebbe potuto essere il tuo, e l'assemblamento del puzzle diventa vitale e inevitabile.

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