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| di Frea Buckler |
Come ho più volte ripetuto in questo blog, la bellezza dovrebbe essere accessibile a tutti. Qualsiasi tipo di bellezza: io di solito mi riferisco a contesti abitativi, che mi stanno particolarmente a cuore, e di conseguenza anche al design del quotidiano, ma naturalmente questa accessibilità vale anche per la cultura e l'arte. Rendere la cultura accessibile a tutti significa non farne una roccaforte snob, una torre d'avorio a cui hanno accesso solo letterati con la puzza sotto il naso. Perché non dimentichiamoci che la cultura nasce dalla vita, dalla gente, dalla società e una cultura che si allontana dalla gente non è cultura ma onanismo. Tutti possono comprarsi un libro, magari aspettando l'edizione economica, ma non tutti si sentono all'altezza di leggerlo, perché esiste una sorta di aura di terrore che circonda la parola scritta, quasi fossimo rimasti fermi al Medioevo. Non parliamo poi dell'arte, figurativa o astratta che sia. Non tutti possediamo gli strumenti per una lettura corretta di un quadro, ma come sottolinea Oscar Wilde in Il critico come artista "il significato di ogni bella creazione artistica è nell'anima di chi la contempla almeno quanto era nell'anima chi l'aveva elaborata." E torniamo alla bellezza, a cui tutti hanno diritto. Possiamo andare tutti a vedere una mostra, almeno una volta ogni tanto, ma pochi possono permettersi di tenere in casa certi pittori, e non parlo di Monet o di Giotto.
Ecco allora che Will Ramsey, che già si occupava di artisti sconosciuti dal 1996, inaugura nel 1999 la Accessible Art Fair, dove si trovano opere per quasi tutte le tasche.
La cosa bella è che la fiera è un appuntamento internazionale, quindi dal 22 al 25 settembre la potete trovare a New York, dal 20 al 23 ottobre a Londra/Battersea e dal 27 al 30 dello stesso mese a Londra/Hampstead. Dal 2 al 5 febbraio 2012 sarà anche a Milano, e qui trovate tutte le altre date.
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