Eccoci di ritorno dal nostro primo MomCamp.
A nostra discolpa c'è da dire appunto che era il primo, che non sapevamo assolutamente come funzionasse e che siamo portate per le pubbliche relazioni più o meno quanto Marilyn Manson.
Detto questo, devo fare un paio di precisazioni. Intanto ci aspettavamo una situazione un po' meno strutturata o, per usare una terminologia montessoriana, un approccio meno frontale e più partecipativo. Forse credevo di arrivare in un campus freak, una sorta di Woodstock delle mamme, ma questo è un problema mio, ci sono abituata, ovunque mi giri intravedo potenziali comunità hippie. Quello che mi è mancato è stata la condivisione, e non la condivisione di informazioni, che di quelle ne abbiamo avute e anche molto interessanti, ma la condivisione emotiva, la trasmissione di esperienze a tu per tu. Per chi come noi era alla sua prima volta, con un blog nato da poco, era difficile conoscere e riconoscere le persone con cui ogni giorno entra in contatto sulla rete, a meno di non cominciare a fissare ostentatamente i cartellini come delle stalker seriali per decifrare identità e appartenenza di una/un blogger.
Questa è la premessa.
La realtà dei fatti è invece questa: ci sono delle cose che succedono solo a noi, delle cose che facciamo solo noi, uno stile che ci contraddistingue, un marchio di fabbrica che ci segue ovunque e non ci molla nemmeno nelle occasioni importanti.
Ed ecco alcuni esempi di ciò che è tipico di noi:
- Un'entrata in scena assolutamente fuori luogo.
Dichiarare pubblicamente su feisbuc la propria avversione per un prodotto, per poi scoprire meno di 24 ore dopo, non appena entrata, che è uno dei principali sponsor della manifestazione; penso che mi sarei sentita meno umiliata se avessi rivelato a un conoscente, durante una cerimonia, che la moglie è una zoccola pensando che si siano lasciati, quando invece lei l'ha lasciato solo per andare alla toilette (4 matrimoni e 1 funerale docet).
- Il fallimento del momento gadget.
Notare, appena dopo la registrazione, che tutti possiedono l'apposita borsa con il logo dell'evento. E poi venire a sapere che sì insomma le borse erano là, che se volevi ti potevi prendere la tua, come abbiamo fatto a non accorgercene? #cose che ti potrebbero essere utili per il futuro: il gadget è un segno di riconoscimento, se non lo acchiappi al volo, o peggio non ti accorgi della sua presenza, potresti non essere nel posto giusto per te.
- La dura legge dell'etichetta.
Accorgersi che sull'appostita etichetta di riconoscimento il tuo nome è scritto, invece che con il più adatto pennarello nero a tratto grosso, con una BIC che evidentemente ha conosciuto tempi migliori. #cose che ti potrebbero essere utili per il futuro: se speri di essere stalkizzato da qualcuno, un'etichetta ben visibile e chiaramente leggibile appiccicata sulle tette potrebbe essere il primo passo per socializzare.
- Il momento happy-lunch. Nel posto sbagliato.
Trascinarsi stanche e affamate verso il bar più vicino per sgranocchiare due toast e accorgersi che due passi più in là c'è un happy buffet messo a disposizione per i partecipanti al Camp. #cose che ti potrebbero essere utili per il futuro: se vuoi condividere emozioni ed esperienze, e ti sei ormai rassegnata al fatto che il Camp non è la Woodstock delle mamme, un buffet a base di pizza e patatine, annaffiato da un vinello frizzante, può essere l'occasione giusta per intrecciare relazioni. Fondamentale però è azzeccare la location. (A questo proposito ringrazio Le Funky Mamas, Cambiando Strada , Alessia e Donatella di Kidsboutik amiche virtuali, per averci accolto nella loro crew creativa quando ormai lo smacco dei toast mi aveva fatto venire voglia di abbandonare il Camp di battaglia).
Ma non fraintendete. Il MomCamp è stata e rimane una bellissima occasione per molte mamme, blogger e non, di presentare progetti e scambiare idee, di ricevere illuminazioni sul portare, o consigli utili su come conciliare carriera e famiglia, o su come trasformare la passione di blogger in un vero lavoro. Molti incontri sono stati interessanti. Personalmente ho apprezzato quello delle Funky Mamas, per la loro capacità di innovare e stravolgere, divertirsi e fare creatività (che non è solo essere creative ma disseminare creatività e di creatività contagiare l'ambiente); quello di Mammafelice per i suoi consigli, il suo approccio pragmatico, un faro nella nebbia della blogosfera, quello di Fabrizio che, munito di orecchini sciamanici, ha sfidato le gorgoni mammesche per venirci a parlare di un nuovo tipo di paternità consapevole.
Quindi, come vi ho già detto all'inizio, il problema è solo nostro. Il problema è che noi, per dirla alla Moretti, ci troveremo sempre più a nostro agio con una minoranza di persone.
io me lo sono perso!! avevo promesso a me stessa che avrei partecipato ...e invece.....
RispondiEliminaanna, managgia! organizzane uno a savona!
RispondiEliminaLa prossima volta che vi muovete chiamate la sottoscritta, ho una relazione speciale con le pubbliche relazioni.
RispondiEliminaManola
Cara manola, ti abbiamo pensato assai
RispondiEliminaGrazie!
RispondiEliminaE di che? è stato un piacere!
RispondiEliminaLa prossima volta seguite me... il buffet non lo perdete sicuramente! :-D
RispondiEliminaSullo sponsor di cui sopra sapete bene come la penso. Ma io ero la non mamma imbucata tra le mamme, da me dovevano aspettarselo! ;-)
e dillo a me ! il problema che la minoranza che mi piace alle volte è composta da me, me stessa ed io - e fra l'altro una mi sta anche sulle palle.
RispondiEliminaIo mi forzo perchè sto virando verso la vecchia brontolona e piace no!
ecco brava, considerato che anch'io mi sto sulle palle la maggior parte del tempo, la percentuale diminuisce notevolmente... o forse si azzera?
RispondiEliminaNon volevo leggere post su ciò che avevamo perso, ma l'ho fatto. E anche se non commento spesso ma sono una silenziosa lettrice devo dire che mi sono riconosciuta molto nell'approccio.
RispondiEliminaMi sembrava di ripercorrere una delle fiere che Marta ed io facevamo prima di partorire Yellowbasket.it (Q: Could you give me your card please? A: ehmmmm veramente non li abbiamo ancora fatti stampare i biglietti da visita...)
meno male, ci sono più persone simili a noi di quanto credessi... ma alice, non vorrei girare il coltello nella piaga, ma COME MAI NON C'ERAVATE????
RispondiEliminaAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHAHAHAHHHHHHHHAAAAAAAAAAHHHHHHHAHAHAHAHAHAH E' la prima volta che passo di qui, ma se mif ate ridere così farà un giro giornaliero!!!! Ho letto svariati racconti fantasmagorici sul momcamp ...... ma voi sembrate essere andate proprio da un altra parte!!!!! ahahahahah la sindrome da hippy è stupenda, peccato solo non sia contagiosa :-)
RispondiEliminaVi leggerò con piacere, siete terapeutiche!!!
Ciao
Francesca
mamma non blogger ma impicciona e curiosa come un gatto
cara francesca mamma non blogger ma impicicona un po'come sono tutte le mamme, dai diciamocelo, rimani con noi e passa di qui ogni giorno per un momento un terapeutico... noi non facciamo solo ridere, spesso facciamo anche piangere! buon freaky friday!
RispondiElimina