Nonostante la massiccia quantità di carta ricoperta d'inchiostro presente al Salone del Libro di Torino, poche cose mi hanno veramente colpito.
Una di queste fa parte del catalgo della casa editrice Nutrimenti, ed è la collana Gog. Mi sono chiesta come le sue copertine riuscissero a essere così colorate e allo stesso tempo così macabre. Di certo spiccavano su tutte. Tra queste, a colpo d'occhio, quella da cui sono stata immediatamente attratta è stata quella che raffigurava una sedia elettrica.
E non a caso. La sedia elettrica, e la sua storia segreta, è infatti la protagonista indiscussa di Carne elettrica, il nuovo romanzo di Claro, al secolo Christophe Claro, una delle più interessanti menti del panorama culturale francese. Il protagonista è un boia americano rimasto senza lavoro da quando lo Stato in cui opera si è convertito all'iniezione letale. Ossessionato dalla figura di Houdinì, che - pochi lo sanno - ha contribuito a creare la prima sedia elettrica, si muove dalla sua cantina in un viaggio onirico e visionario in cui lo strumento della morte diventa metafora del corpo martoriato dell'America e di un intero secolo.
Questo libro rappresenta una bella scossa - passatemi il gioco di parole - in un panorama desolante fatto di vampiri new romantic, testi di ispirazione religiosa e la solita minestra riscaldata. Come dice l'autore, "la scrittura è magia. La figura del mago è anche la figura del demiurgo, salvo che a volte tu hai voglia che i numeri di magia non funzionino, che la tenda si apra e si veda ciò che fa il mago, beh, allo stesso modo volevo che si vedesse il funzionamento della lingua e i suoi cortocircuiti”.
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